«E questo è solo l'inizio»

«E questo è solo l'inizio» «E questo è solo l'inizio» Albertone: ho rotto il ghiaccio ora voglio continuare a vincere GARMISCH DAL NOSTRO INVIATO Il finale dello slalom del Kandahar è stato come il replay di un film già visto più volte: Tomba che guarda gli avversari in alto sulla pista; Tomba che solleva gli sci come trofei, esultando per il trionfo; Tomba che corre verso il loggione dei suoi fedeli tifosi di Castel de' Britti i quali per abbracciarlo travolgono le transenne; Tomba che bacia la neve in ginocchio; Tomba che si concede a televisioni e radio per raccontare la sua vittoria. Una bella festa, i sorrisi che tornano sul volto del campione e del clan, dopo mesi di musi scuri e pillole amare. Non dimentichiamo che Tomba è anche una bella macchina da soldi, che ci sono contratti da rispettare, che gli sponsor hanno le loro esigenze. Ma è felicità genuina, disinteressata quella che si legge negli occhi del personaggio e dei suoi fans, talvolta velati di lacrime. Il fatto agonistico, la tensione della gara, la gioia della vittoria vanno oltre i calcoli. L'Albertone parla a ripetizione, come sua abitudine, racconta: «La prima manche era brutta. Non piaceva a molti atleti, era scalinata e gli apripista avevano girato largo dai paletti. E io ho tracciato la linea per gli altri. Per la prima volta in slalom ho usato le piastre sotto gli attacchi che irrigidiscono gli sci e ti fanno stare più alto. Non danno vantaggi enormi, ma servono». A questo punto vale la pena di aprire una parentesi. Non si tratta di novità: questi «sopralzi» sono già stati utilizzati quasi da tutti. Tomba ha fatto dei test durante le vacanze e ha scelto l'ultimissima versione di piastre denominante «Epbs» che pesano solo una ventina di grammi. Fra le altre cose consentono di inclinare maggiormente lo scarpone senza rischiare di «inciampare» nella neve. Per fare queste prove Tomba ha usato 8 fotocellule piazzate ogni 3-4 porte. E i tec¬ nici hanno potuto riscontrare che oltre al miglior equilibrio c'era un miglioramento cronometrico di qualche centesimo. «Nella seconda discesa - dice Tomba - ho trovato una pista di gran lunga migliore. Onestamente non pensavo di poter vincere. Quando però ho visto il distacco che avevo inflitto ai rivali, mi sono reso conto che il successo era alla mia portata. Adesso che abbiamo rotto il ghiaccio, punto alle altre gare, ammesso di trovare piste regolari: appuntamento a Kitzbuehel, Wengen e Adelboden. Due slalom e un gigante, posso tentare». Il bolognese ha anche telefonato all'amico Accola, costretto a casa da un'operazione al menisco («Coraggio Pauli, ora tu sei fermo e vinco io, l'anno prossimo tu vincerai e io mi riposerò»), ha avuto modo di farsi criticare in conferenza stampa, quando gli è stato chiesto se in Italia lo criticavano per i suoi risultati meno brillanti del previsto, diventando volgare («Certe riviste vanno bene per la toilette»). Poi è tornato a casa e mercoledì riprenderà ad allenarsi in Val di Fassa. D'Urbano e Thoeni, suoi angeli custodi, tirano intanto un sospiro di sollievo. «Credo spiega il preparatore atletico che Alberto abbia tratto frutto dagli ultimi allenamenti effettuati in condizioni estreme, su piste difficili e nevi impossibili. Era rimasto troppo nella bambagia per affrontare le gare particolari di quest'anno». «Si è rivisto il vero Tomba ha ripreso Thoeni, il quale nell'intervallo aveva duramente strigliato l'allievo, dicendogli che avrebbe preferito vederlo uscire di pista piuttosto che ottenere uno scialbo piazzamento -. Speriamo che ora la strada sia in discesa, che si sia sbloccato». A proposito di discesa: la gente di Garmisch ha preparato la pista per oggi e si pensa di poter far disputare una gara regolare, sull'intero tracciato. E magari anche recuperare la libera di Val d'Isère domani. Sempre che la pioggia permetta. Ic. eh.]

Luoghi citati: Italia, Kandahar