E ritornato Super-Tomba

LA STAMPA Alberto, a digiuno da quasi 10 mesi, conquista lo slalom di Garmisch e balza di nuovo in vetta alla Coppa E' ritornato Super-Tomba Con un finale-sprint risale sei posizioni GARMISCH DAL NOSTRO INVIATO All'ottava fatica, l'Ercole dello sci italiano, Albertone Tomba, è tornato alla vittoria. Una liberazione, per tutti. Dall'inizio della Coppa del Mondo, il bolognese era diventato un tormento. Una manche buona e una cattiva, una frazione straordinaria e un errore clamoroso. Ormai il popolo dei tifosi, dei sostenitori e anche quello dei detrattori era diviso: è sempre lo stesso campione - diceva la maggioranza - ma gli manca qualcosa; la minoranza cominciava invece a soffiare sul fuoco delle polemiche e parlava di prematuro viale del tramonto. Lo stesso Tomba, in fondo, era róso dai dubbi. Sapeva di essere in forma, come forse mai lo era stato, e di valere il primo posto. Però su sette gare era arrivato tre volte secondo e una terzo, piazzandosi poi in settima posizione in due prove, dopo essere saltato nell'ormai famosa seconda manche dello slalom di Sestriere, quando aveva largamente dominato la prima discesa. Nell'animo, il ventiseienne bolognese era probabilmente convinto di non aver perso nulla dello smalto dello scorso anno. Tuttavia, la controprova alle sue certezze non arrivava mai. Una pressione terribile si posava sulle sue per altro robuste spalle. La vittoria liberatrice è arrivata ieri, nella gara più strana degli ultimi anni, uno slalom che era rimasto a lungo sul filo del rinvio. C'è voluta una costanza tedesca perché si gareggiasse. La pioggia di venerdì aveva trasformato la pista in un pantano. E gli uomini dell'organizzazione hanno lavorato senza interruzioni, spandendo sale-cemento, portando tonnellate di neve recuperata altrove, battendo e lisciando, aiutati poi da una bella gelata notturna. Così ieri mattina il tracciato era più che accettabile, anche se Helmut Girardelli, padre di Marc, ha fatto ritardare la partenza di un'ora e mezzo, dalle 9,30 alle 11, pretendendo che venisse fresata di nuovo la neve. Temeva infatti che la crosta si spezzasse dopo i primi passaggi. E la seconda manche è slittata fino alle 14,30, un orario quanto meno inconsueto per una gara di sci. Per vincere la sua ventinovesima prova di Coppa del Mondo (18 slalom eli giganti), dopo 292 giorni di amatissimo digiuno (l'ultimo successo nello speciale di Crans Montana, il 22 marzo 1992), l'Albertone ha comunque dovuto compiere un mezzo miracolo. C'è voluta un'autentica prodezza, un colpo d'ala dei suoi, nella seconda metà della seconda manche per mettere tutti i rivali in riga. La giornata infatti non si era messa benissimo al termine della prima frazione, dominata a sorpresa dal beniamino locale Peter Roth davanti a Fodgoe, Gstrein, al vecchio Bittner, al muscoloso Jagge e all'austriaco Stangassinger. Una manche che aveva fatto una sola vittima illustre, il francese Patrice Bianchi, uscito dopo 6 porte. Tomba era settimo, staccato di 56 centesimi da Roth. Sul tracciato disegnato dal suo allenatore personale Gustavo Thoeni, la Bomba era apparsa disinnescata: bello stile, ma poca determinazione, una sciata ancora trattenuta, per nulla esplosiva. Nel parterre qualche pessimista borbottava: «Se va benissimo, va sul podio». Ma Alberto era tranquillo, forse sentiva che era arrivata la giornata giusta. Seconda manche. Subito exploit temporanei dello sloveno Kosir e del sempre grandissimo Marc Girardelli. Quando toccava all'azzurro si restava con il fiato sospeso. Avvio ancora un po' farraginoso, fino all'intermedio, dove l'Albertone era ancora quinto. Poi sull'ultimo muro, la trasformazione, un cambio di marcia incredibile. Finalmentente il vero Tomba. Il tracciato angolato sembrava diritto per lui, lanciato in autostrada. Piombava sul traguardo come un'auto da corsa. Doveva aspettare altri sei concorrenti per essere sicuro della vittoria, ma il distacco che aveva rifilato a tutti prometteva bene. Uno alla volta Stangassinger, Jagge, Bittner, Gstrein, Fodgoe e Roth tentavano la sorte. Ma non c'era nulla da fare: contro il vero Tomba, anche se in sola mezza manche, non c'è nessuno in grado di mettere davanti gli sci. Peccato che il ritorno al successo di Alberto sia coinciso con uno dei peggiori risultati complessivi della squadra italiana: 15° Ladstaetter, 24° Tescari, 26° Cristian Polig. Fuori i due Pramotton, Ghezze, Josef Polig, Gerosa, De Crignis. C'è maretta nella Nazionale. Il dt Schmalzl ieri ha tirato le orecchie agli atleti. Ma è proprio tutta colpa loro? Cristiano Chiavegato 49"61 [7°] ^9-51 [6<>1 mm Dopo aver stracciato tutti, sembrava folle per la gioia e aveva le lacrime agli occhi Albertone Tomba ha staccato Aamodt e Stangassinger, secondi a pari merito, di 54 centesimi; a fondo gli altri azzurri: 15° Ladstaetter, 24° Tescari e 26° C. Polig, oggi in combinata

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