«Macché paradiso i Caraibi rischiano il colonialismo»
Gli esperti inglesi: i turisti trattano gli abitanti come schiavi Gli esperti inglesi: i turisti trattano gli abitanti come schiavi «Macché paradiso, i Caraibi rischiano il colonialismo» BUFERA SULLE ISOLE DELLA VACANZA LM IMMAGINE è bellissi~ ma: una striscia di sabbia bianca, le palme che degradano verso un mare blu e incontaminato e una ragazza stupenda, in bikini, che si lascia scaldare dal sole dei Caraibi. Sì, è il luogo dei sogni, il posto dove tutti vorrebbero andare. Un paradiso riprodotto su manifesti pubblicitari, opuscoli di viaggi, pagine di una rivista. Ma attenzione: il luogo esiste, però l'immagine distorce la realtà, perché nasconde situazioni sociali spesso difficili e presenta le isole caraibiche come se fossero ancora colonie, «proprietà» dei turisti che le scelgono per le vacanze. Proprio così, «il colonialismo rivive per i turisti dei Caraibi»: il grido d'allarme lo lancia il «Times», riprendendo le accuse emerse nella conferenza annuale dell'Istituto britannico di Geografia. Infatti, secondo gli esperti riuniti al Royal Holloway College di Egham, nel«Sussex, le persone che vanno in vacanza ai Caraibi «trattano le isole come se fossero ancora oggi colonie». Al convegno, il professor Briavel Holcomb della Rutgers University (New Jersey) ha sostenuto che i turisti «scelgono quelle mete per il sole, il mare, la sabbia e vedono la popolazione locale come un gruppo di indigeni servizievoli», schiavi «a disposizione per soddisfare qualsiasi capriccio». La colpa, sostiene Holcomb, sarebbe proprio degli ospuscoli pubblicitari, delle foto con la spiaggia bianca, le palme, il mare blu. Immagini dove compaiono persone giovani, belle, felici. E sempre bianche. Mentre gli uomini indigeni, dice ancora lo studioso, sono presentati come servi sorridenti e le donne come semplici attrazioni sessuali. «liutisti vivono così la loro vacanza in piccole oasi di lusso immerse in mari di povertà. Credo che si divertano all'idea di assaporare l'atmosfera dei tempi febei delle colonie, che non provino alcun disagio». Ma può una semplice immagine pubblicitaria evocare accuse di razzismo? Può la foto di una spiaggia far rivivere l'idea del colonialismo? Oliviero Toscani, che della comunicazione pubbli- citaria è uno degli esponenti principali, accetta le critiche. Anzi. «Certo che esiste questa forma di colonialismo - dice - e non solo per i Caraibi. Esiste perché si provoca un inquinamento della realtà, perché in questi casi la pubblicità è imbroglio, offre solo bugie». Toscani sposa quindi l'idea che questo tipo di immagini manipoli il vero volto dei Caraibi: «In molte di quelle isole - aggiunge - c'è un basso tenore di vita, c'è povertà, c'è delinquenza». Si potrebbe ribattere che non è possibile promuovere il turismo pubblicizzando questi aspetti e che proprio i proventi dell'industria delle vacanze possono contribuire a migliorare la qualità della vita della popolazione: «Macché - dice ancora Toscani -, è proprio il turismo che produce disastri e sconquassi sociali. Io non andrei mai in vacanza in quelle isole, anzi, sarei per vietare il turismo ai Caraibi. Ecco perché non accetterei di realizzare questo tipo di pubblicità». E anche i risultati della conferenza dell'Istituto britannico di Geografia sembrano demolire l'immagine del turismo come fonte di ricchezza e sviluppo per le isole. Gli studiosi hanno infatti spiegato che ogni anno oltre 10 milioni di persone scelgono i Caraibi per le vacanze e che i viaggi contribuiscono per l'80 per cento al prodotto nazionale lordo di località come le Bahamas. Ma hanno anche detto che oltre l'80 per cento dei redditi da turismo non arricchisce le economie locali, poiché la maggior parte dei visitatori viaggia con compagnie aeree non caraibiche e soggiorna in hotel che appartengono a società multinazionali. Luca Ubaldcschi L'accusa: negli opuscoli sui Canaibi compaiono belle ragazze, bianche. Gli indigeni sono «servi sorridenti», le donne «attrazioni sessuali»
Persone citate: Holcomb, Luca Ubaldcschi, Oliviero Toscani, Royal Holloway, Toscani
Luoghi citati: Bahamas, New Jersey
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