Manette al fratello di Del Turco di Francesco Grignetti
A Roma un'altra storia di corruzione: incriminato anche l'ex senatore psi Spinelli A Roma un'altra storia di corruzione: incriminato anche l'ex senatore psi Spinelli Manette al fratello di Del Turco Tangente da 90 milioni per truccare un appalto ROMA. Dormiva tranquillo, Ottaviano Del Turco, segretario generale aggiunto della Cgil, socialista, aspirante alla successione di Craxi, quando una macchina della Guardia di Finanza si è fermata alle due della notte scorsa davanti a una villetta di Sabaudia. Ma il risveglio è stato dei peggiori. La Finanza stava portando nel carcere di Regina Coeli suo fratello, Fausto, accusato del reato più in voga al momento: tangenti. Con Fausto Del Turco, è finito in galera anche Paolo Rota, titolare della società di pulizie la «Nuova fulgida», presunto corruttore. E soltanto l'età avanzata ha risparmiato la galera a Francesco Spinelli, ex senatore socialista, craxiano, da otto anni commissario straordinrio dell'Ente Eur. Una storia sporca, di polveri e mazzette. Il giudice romano ha ordinato l'arresto di Fausto Del Turco e degli altri con l'accusa di concorso in corruzione e violazione di segreti d'ufficio. I fatti risalgono al 1987: la ditta di Paolo Rota, volendo aggiudicarsi un appalto per le pulizie negli edifici dell'Eur, si sarebbe rivolta a Fausto Del Turco, il quale poi avrebbe fatto da mediatore con Spinelli. Finale scontato. Una cospicua mazzetta da 90 milioni è passata di mano in mano, l'asta falsata, l'appalto vinto dalla «Nuova fulgida». Fin qui l'accusa. Adesso si vedrà se ci sono le prove. Di sicuro, però, ci sono sul tavolo del giudice Luigi De Ficchy alcune recenti intercettazioni telefoniche che comproverebbero il giro di tangenti. Più che un giro, un valzer. E il giudice è convinto che questa storia non è terminata nel 1987. Cattive «abitudini», infatti, regolano il settore delle pulizie a Roma. E così il nome di Paolo Rota e della «Nuova fulgida» è già emerso in margine a un altro appalto sospetto, quello che l'ex assessore regionale de Arnaldo Lucari al telefono minacciava di truccare se non si fossero piegati alla legge della mazzetta. Da lì, da quell'appalto del 1990, è partito il giudice. E all'altro capo del filo è incappato in uno dei fratelli Del Turco. Fausto, 56 anni, anche lui originario di Collelongo in Abruzzo, ha qualche anno più di Ottaviano. Una famiglia unita, che si è trasferita nel dopoguerra a Roma. E qui i Del Turco hanno saputo costruire il successo. Non c'è solo il fratello Ottaviano, infatti. C'è anche la sorella, Elvira Gramano, «sarta delle spose», che guida un atelier fiorente e che l'anno scorso finì sui giornali per una presunta evasione fiscale. Ma anche Fausto, nel suo piccolo, è stato un protagonista della politica. Negli Anni 60, ha presieduto a Roma la Centrale del latte. Ha poi scalato la poltrona di segretario cittadino e regionale del psi. La sua ascesa è finita agli inizi del 1980. Fu arrestato, infatti, assieme all'intera commissione d'esami, con l'accusa di aver «pilotato» un concorso pubblico nell'ospedale di Bracciano: sessanta portantini da assumere e molte raccomandazioni tra cui giostrare. Fausto Del Turco in quell'occasione fece qualche giorno di carcere. Ma quando arrivò il processo, in primo grado fu assolto. Ricorda il suo avvocato, Nino Marazzita: «Si stava per candidare alle elezioni. Era il suo momento. Ma la storia dell'arresto gli rovinò l'immagine e non ce la fece. Abbandonò la politica, anche perché si stava affermando il fratello». In questi ultimi anni si era ritirato a Sabaudia e lì, sul litorale, faceva piccoli affari immobiliari. Ma la salute non lo assisteva. Qualche settimana fa, è stato operato ai reni. E per questo motivo, il legale chiede gli arresti domiciliari del suo assistito, tanto più che i fatti sono lontani nel tempo. «Ne ho parlato anche con Ottaviano - dice Marazzita - . Era comprensibilmente preoccupato. E indignato, anche. Abbiamo convenuto che questo arresto si poteva evitare». Si è risparmiato la galera l'altro protagonista di questa storia, invece. Francesco Spinelli, medico, eletto senatore nel 1979 a Rieti, poi sottosegretario alla Giustizia e all'Interno, nel 1985 fu nominato da Bettino Craxi alla guida dell'ente Eur. Succedeva a Luigi Di Majo, avvocato comunista, che sarebbe diventato famoso come conduttore tv di «Chi l'ha visto?». Il commissario straordinario dell'Eur, in pratica, è un superamministratore di condominio che gestisce un patrimonio di migliaia di miliardi: quindici palazzoni dove sono alloggiati diversi ministeri o società private, impianti sportivi, un centro congressi, quattro musei e aree edificabilc Cifre da capogiro. E naturalmente anche le spese per le piccole pulizie non sono affatto piccole. Francesco Grignetti Francesco Spinelli (a sin.) ha evitato il carcere grazie all'età avanzata L'aw. Luigi Di Ma)o è stato sostituito alla guida dell'Ente Eur da Spinelli
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