Formica: se non se ne va c'è il rischio di una scissione di Fabio Martini

Formica: se non se ne va c'è il rischio di una scissione Formica: se non se ne va c'è il rischio di una scissione IL GAROFANO NELLA BUFERA u ROMA N mese fa, quando il primo fulmine colpisce Craxi, è lui a consigliare prudenza, è lui a battersi perché al vecchio amico Bettino siano concessi venti giorni di respiro. Oggi, Rino Formica è convinto che il cambio della guardia alla guida del psi sia «stramaturo», perché, se si perdesse tempo, all'orizzonte potrebbe materializzarsi il fantasma più nero per un socialista italiano: una nuova scissione. Dice Formica: «Rinviare la convocazione dell'Assemblea nazionale significherebbe innescare una escalation verso l'irrazionalità. E questo non è l'interesse del partito come corpo unico, né dei singoli». E invece si ritorna a parlare di una scissione, magari a partire dai gruppi parlamentari... «C'è, nella sinistra italiana, l'idea che le scissioni nell'immediato possano risolvere i problemi. Chi le ha vissute sa quante pene provochino. Certo, l'irrazionalità produce in alcuni casi disperate fuoruscite. Io mi batto perché si affermi la razionalità. Non dobbiamo neanche per un minuto pensare a queste soluzioni». Eppure, Martelli potrebbe preferire per sé il ruolo di "Segni di sinistra" a quello di segretario di un psi agonizzante, magari con Craxi presidente. O no? «Io vengo da una esperienza generazionale per la quale i destini degli uomini erano funzionali alle politiche e non viceversa. La mia generazione è stata contro gli uomini della Provvidenza, del destino. Oggi viviamo una fase dai percorsi inediti e per chi è chiamato a dirigerli questo significa nuotare senza salvagente». Dopo 20 giorni di silenzio, ora voi della minoranza chiedete la convocazione dell'Assemblea nazionale. La tregua è finita? «La convocazione dell'Assemblea è stata decisa dalla direzione. Noi chiediamo una data certa, il rispetto di una decisione già presa». Ma prima del nuovo avviso di garanzia a Craxi, nessuno di voi aveva sollecitato questa data, non facevate pressing sul segretario... «No, no, qui è nato un equivoco. Il tempo che ci siamo dati doveva servire per verificare se esistessero le condizioni per un rinnovamento nell'unità del partito. Gli elementi ora ci sono tutti». Se sarà convocata, voi andate all'Assemblea nazionale per eleggere Martelli segretario? «Noi siamo una minoranza: 306 contro 160. Se qualche operazione trasformistica è in atto, questa è in corso nella maggioranza. Io dico cosa non si deve fare e cioè sistemare organigrammi senza rivedere la linea politica, che è condizione essenziale per ufi rinnovamento credibile, ma anche per rimettere in gioco il psi. Un gioco dal quale il psi è assente dal referendum del 1991. Cambiare i santini non basta». Onorevole Formica, voi sarete pure una minoranza, ma i tempi sono maturi per il cambio? «Sono stramaturi e stiamo attenti che non diventino marci». Ma allora perché non avete mai lanciato in modo chiaro la candidatura di Martelli alla segreteria? «No, io l'ho anche candidato. E l'ho fatto perché c'è bisogno di una rottura non traumatica con l'esperienza positiva degli ultimi 15 anni di storia del psi, quelli della riappropriazione irreversibile dell'autonomismo socialista». Proviamo a correre: Martelli diventa segretario del psi. E Craxi che fine fa? Come lo vede alla presidenza del psi? «Questa soluzione, fatta oggi, offende Craxi. Il problema non è dire: mettiti da parte. Il problema è che si apre una nuova stagione politica. Chi è maturo, deve essere capace di dare saggezza e la saggezza è fatta anche della capacità di avanzare e di arretrare». Condivide l'idea di Craxi di opporsi alla richiesta di autorizzazione a procedere? «Ci sono due questioni. Una giudiziaria: ogni cittadino ha diritto a difendersi è ha diritto ad essere rispettato. E poi c'è un problema politico più ampio. Quando un fenomeno consentiva palesemente a tutte le forze politiche di poter vivere al di sopra delle proprie possibilità, perché questo non ha fatto scattare il bisogno della conoscenza del fenomeno?». Questa è la sua risposta? «Il mio ragionamento è questo: ma scusate, ma c'era bisogno dei giudici per sapere che tu hai una sede per la quale spendi un mi¬ liardo al mese, con uno sbalzo di cento volte rispetto alle tue entrate giustificabili?». Lei invoca nuovi rapporti a sinistra, ma intanto Occhetto chiede la caduta del governo socialista... «C'è una contraddizione nel pds. E non tanto per le ragioni della critica al governo - alcune sono sacrosante - ma perché nella iniziativa del pds è del tutto assente uno sforzo di convergenza con gli altri partiti dell'Internazionale. Ma come è possibile che il pds chieda di entrare nell'Internazionale, chieda di entrare nel gruppo parlamentare europeo e poi in Italia non cerchi le convergenze con i partiti più vicini?». Craxi sta vivendo i suoi giorni più neri: se lei potesse parlargli a quattr'occhi come ai bei tempi, che consiglio gli darebbe? «In questa materia è sempre difficile dare consigli ad un uomo maturo, perché i consigli si danno a chi è immaturo o a chi è disorientato. Io spero che lui non abbia bisogno di consigli». Fabio Martini «Ilpartito torni in gioco non cambi solo i santini» Da sinistra: Rino Formica, Claudio Martelli e ■ Bettino Craxi, L'opposizione interna del psi preme per accelerare il cambio della leadership

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