Senza inglese non si può
E' obbligatorio per chi studia medicina e ingegneria E' obbligatorio per chi studia medicina e ingegneria Senza inglese non si può Ma il liceo classico non lo prevede La lingua inglese, più della caduta delle frontiere, sembra essere il lasciapassare per l'Europa e per un mondo che diventa sempre più piccolo. E' la lingua dell'informatica, della medicina, della ricerca scientifica, degli scambi commerciali. Chi vuole diventare medico, veterinario, ingegnere, deve obbligatoriamente sostenere un esame di inglese prima di discutere la tesi di laurea. La conoscenza dell'inglese è consigliata da tutte le facoltà che organizzano lezioni di lingua straniera. Purtroppo i programmi ministeriali non prevedono lo studio della lingua straniera nei tre anni del liceo classico, la scuola che, tradizionalmente, è frequentata da chi aspira alla laurea. Lo studio della lingua straniera, vincolata al proseguimento di quella studiata nelle medie inferiori (sono 436 le cattedre di inglese, 294 quelle di francese, 5 di tedesco e una di spagnolo), è prevista dai programmi soltanto nei primi due anni di ginnasio. L'unica via d'uscita, seguita dai 10 licei classici della provincia di Torino (240 classi, 5 mila alunni) è la «minisperimentazione». Concessa tuttavia con molta parsimonia dal ministero. Nei licei classici della nostra provincia un terzo degli alunni segue la minisperimentazione linguistica che consiste nel proseguimento della lingua studiata in quarta e quinta ginnasio fino alla terza liceo. Lo studio dell'inglese nel ginnasio, 32 cattedre nelle scuole della provincia, supera largamente quello del francese che di cattedre ne prevede 12 (ce n'è una sola di tedesco nella provincia). Le cattedre destinate alla sperimentazione linguistica nel liceo classico sono 70. Il Gioberti è stato il primo liceo a far studiare le lingue. La preside Anna Festa Bagliano: «Non si poteva più attendere la riforma per dare ai nostri allievi una formazione completa. Da quest'anno abbiamo anche un laboratorio linguistico utile per la conversazione e la pronuncia». Ai ragazzi si chiede un sacrificio in più rispetto ai compagni: «Nel ginnasio le ore settimanali di lezione sono 30 anziché 27, nel liceo sono 33 anziché 29. Ma ne vale la pena». Teresa Poliedro, preside del Cavour, ha voluto l'innovazione per il suo istituto: «A settembre saranno 5 classi del liceo a studiare inglese e 3 a proseguire il francese. Sarebbe molto positivo poter avere un bilinguismo autentico per tutti, ma con gli attuali programmi è impossibile. Credo sia poco costruttivo aggiungere ore di lezione, impegno a casa, altre materie a quelle già molto impegnative del classico». La vice preside dell'Alfieri, Giovanna Crescia: «Su una media di 120 ragazzi che fanno inglese in ginnasio e 75 che fanno francese, sono rispettivamente 35 e 20 quelli che proseguono lo studio della lingua al liceo. Quasi tutti opterebbero per l'inglese, ma esiste un vincolo di fatto: l'insegnamento parte dalla lingua conosciuta dalla media inferiore». Al D'Azeglio un quinto delle classi prosegue lo studio della lingua al liceo. La professoressa Giuliana Corderò, collaboratrice del preside, sostiene: «L'inglese è indispensabile come lingua di comunicazione tecnica professionale. Personalmente sono convinta che sia indispensabile una seconda lingua. Il tedesco o il francese li ritengo molto importanti come veicolo culturale. Ed è difficile, se non si studiano a scuola, recuperarne dopo la conoscenza». Il liceo Des Ambrois di Vizio, 288 iscritti, sta trasformandosi totalmente da classico a sperimentale: un biennio propedeutico per tutti, un triennio che prevede una specializzazione linguistica, una scientifica e una classica archeologica. Una «perla» rara, concessa dal ministero alla piccola scuola di frontiera che accoglie i ragazzi delle vallate Susa e Chisone. Da anni si parla di riforma delle superiori. Per il classico un aggiornamento dei programmi di studio è una necessità urgente. L'introduzione della lingua straniera non dovrebbe provocare, terremoti. O anche per questo il governo dice che mancano i fondi? Maria Valabraga La buona volontà dei presidi supplisce soltanto in parte alla sordità del ministero Gli alunni di una scuola media seguono una lezione nel laboratorio linguistico A fianco Teresa Poliedro, preside del Cavour. Sopra Anna Festa Bagliano, preside del Gioberti
Persone citate: Ambrois, Anna Festa Bagliano, Cavour, D'azeglio, Gioberti, Giovanna Crescia, Teresa Poliedro
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