Avviso di garanzia per le mense

Sotto inchiesta la Emme Effe, appalta dal Comune e serve gli istituti di riposo Sotto inchiesta la Emme Effe, appalta dal Comune e serve gli istituti di riposo Avviso di garanzia per le mense Cibi scadenti per 7 miliardi L'olio? Avrebbe dovuto essere extravergine d'oliva, ma in realtà era semplice olio d'oliva. U parmigiano? Reggiano, e di prima qualità, specificava il capitolato d'appalto. Ma nel piatto c'era formaggio di serie B. Olio e parmigiano, carne e prosciutto, tutto quanto ogni giorno viene servito agli anziani degli istituti di riposo torinesi, è finito sotto inchiesta. Un'inchiesta appena agli inizi, ma destinata forse ad aprire un capitolo importante sulla gestione dei servizi che il Comune di Torino affida dietro appalto a ditte private. Nel mirino della magistratura è finita la Emme Effe, sede legale a Milano, sede torinese e cucine in via Monte Sei Busi 24, zona Mirafiori. E' la ditta vincitrice dell'appalto (biennale) da 7 miliardi per la fornitura a sette case di riposo: Villa Primule, Istituto Marco Antonetto, Buon Riposo (via San Marino 30), Residenza Città di Torino, Istituto Cimarosa, Casa dell'ospitalità, Rsa di via Valgioie. In tutto circa 1600 pasti al giorno. Il titolare della ditta, specializzata in ristorazione collettiva, è Gilberto Ferrari, 50 anni, milanese. Nei giorni scorsi è stato raggiunto da un avviso di garanzia per frode in commercio. Secondo l'accusa, le forniture alimentari non corrispondono a quanto richiesto dal capitolato d'appalto. E trattandosi di una fornitura ad un ente pubblico (il Comune di Torino) è probabile che l'inchiesta - finora condotta dai magistrati che si occupano dei reati contro le «fasce deboli», coordinato dal dottor Giorgio Vitali - passi per competenza alla Procura presso il Tribunale. Le indagini sono partite da alcune segnalazioni giunte alla Procura della Pretura: «In via Valgioie il cibo è scadente, i nonni si lamentano di continuo». In via Valgioie 39 ha sede la struttura assistenziale per anziani più moderna di Torino, inaugurata il 2 aprile 1991. Si tratta di un complesso classificato Rsa (residenza sanitaria assistenziale), primo esempio in Piemonte di strutture per anziani (altri esempi sono già operativi in Emilia Romagna) regolamentata da una legge regionale e da una convenzione tra l'Usi e il Comu¬ ne di Torino. Cinquantaquattro posti per anziani non autosufficienti, scelti tra le persone inserite nelle liste d'attesa cittadine. Tre piani digradanti (il progetto è firmato dall'architetto Misturino) circondati da un ampio giardino. Camere ampie, luminose, attrezzature all'avanguardia: tra sei anni ogni circoscrizione dovrebbe avere una sua Rsa da 80 posti. E i vecchi ospizi, ricavati nei palazzi ottocenteschi, dovrebbero sparire. In via Valgioie, un mese fa, i carabinieri dei Nas e agenti di polizia giudiziaria della sezione ps della Procura hanno effettuato un blitz. «Hanno fatto alcuni prelievi di cibo, mi hanno detto che non corrispondeva al capitolato. Ma io di appalti non so nulla. La fornitura arriva direttamente dalle cucine della Emme Effe», dice la dottoressa Montaido, ex direttrice di via Valgioie (da pochi giorni è subentrato un nuovo responsabile). Per il titolare della Emme Effe l'avviso di garanzia è stato «un fulmine a ciel sereno, tanto che non ci dormo la notte». Dice Gilberto Ferrari: «Non ho niente da nascondere. Non ho mai avuto grane, se si esclude una multa, l'anno scorso, per colpa di una minestra troppo spessa». Ma questa volta si parla di òlio, parmigiano, carni: «Posso spiegare tutto - dice Ferrari - Il capitolato d'appalto prevede olio extra vergine di oliva. E noi per i primi tempi lo abbiamo fornito. Ma gli anziani lo rifiutano, perché risulta troppo indigesto. E allora lo abbiamo sostituito con semplice olio d'oliva, meno pesante. Preciso che, per chi lo vuole, ci sono sempre due-tre bottiglie di olio extra vergine in dispensa». Ci permetta il sospetto, signor Ferrari: la differenza di prezzo tra le forniture di serie A previste dal capitolato d'appalto, e il cibo effettivamente scodellato agli anziani è rilevante. Di conseguenza, il margine di guadagno per la sua ditta sarebbe quindi alto: «Ma no - risponde sull'olio, mi creda, posso averci guadagnato si è no un milione. E un milione non mi cambia certo la vita». Lei è milanese, perché ha scelto di lavorare a Torino? «Perché qui ci sono più spazi. A Milano, tutti questi scandali, il Pio Albergo Trivulzio... Comunque posso assicurarle una cosa: io tangenti non ne ho date, per vincere l'appalto». Brunella Giovani La ditta: «Niente tangenti per avere la fornitura E sull'olio il risparmio sarà stato un milione» Il capitolato prevedeva vitto di prima qualità Agli anziani si servivanopranzi di serie B m\iiK:um «Mimi pftji *'. '< 'il. ' ir.i La residenza per anziani di via Valgioie 39 Nella foto, la protesta dei sindacati per i ritardi nell'apertura della struttura, nell'ottobre '91

Persone citate: Brunella Giovani, Gilberto Ferrari, Giorgio Vitali

Luoghi citati: Comune Di Torino, Emilia Romagna, Milano, Piemonte, Torino