Forsythe: computer-ballet con scivolata

Perplessità a Reggio Emilia dove è stato rappresentato «Alie/n A(c)tion» Perplessità a Reggio Emilia dove è stato rappresentato «Alie/n A(c)tion» Forsythe: computer-balle! con scivolata Bravi, ma quanto kitsch e che musica fracassona li REGGIO EMILIA. L'ingegner Forsythe si addentra sempre più nel suo universo tecnologico che si affida oggi principalmente all'informatica. Così nella novità per l'Italia Alie/n A(c)tion, presentata in uno dei santuari italiani del coreografo tedesco-americano, il teatro Romolo Valli, la prima parte era costituita da un autentico computer-ballet. Lo stesso Forsythe con David Kern ha approntato mi sistema che i danzatori hanno rielaborato traendone i movimenti scenici. Per gli ignari dei misteri informatici, come siamo noi, in pratica si è visto un panorama di tubi Innocenti dai quali pendevano monitors e strani marchingegni disegnati dallo stesso coreografo. In un angolo un vecchietto barbuto, dall'aria di saggio esoterico, snocciolava instancabilmente una serie di numeri e di citazioni tra le ijuali si poteva vagamente intendere la filosofia ispiratrice della prima parte del lavoro, cioè l'individuo disumanizzato e mosso da invisibili mputs. I forti componenti del Ballet Frankfurt si sono perfettamente adeguati a questa sorta di mecca¬ nizzazione e robotizzazione, danzando fino all'ultimo sfinimento sulla sequela di «nonsenses» pronunciati. Lo spettacolo, pur con un titolo comune vagamente tra il filosofico e il clinico, ha dato l'idea di un assemblaggio di tre pezzi molto diversi che, con una metafora da «suite» musicale, si potrebbero scandire nei tempi adagio-allegro-adagio. La parte centrale, posta tra due momenti lenti e ripetitivi, era infatti letteralmente scatenata, molto diversa dall'algido intellettualismo delle altre due. Si è trattato di una sorta di cerimonia condotta da un pastore nero che stranamente predi¬ cava ad una serie di «geishe», in parte in kimono e in parte in calzamaglia con tanto di scarpette da punta usate generosamente. Una musica fracassona di Thom Willems ha oscillato tra suggestioni di «spirituals» e di Gospel e moderni fragori da discoteca saliti al massimo crescendo di decibels nella parte finale. Forse esistevano allusioni ai problemi della convivenza multirazziale particolarmente acuti in Germania. Qualcuno vi ha visto persino un accenno ai naziskin. Certo si è trattato di una creazione abbastanza sopra le righe del kitsch, inconsueta in Forsythe e non accolta con unani¬ mi favori dal pubblico, che ha riservato qualche fischio tra i consensi rivolti alla bravura strepitosa degli interpreti. Misteriosi segnali scenici sono apparsi tra i costumi orientaleggianti da madama Butterfly: un «oggetto mobile» calato dal cielo, una sorta di camera oscura da fotografo e altra attrezzeria di non facile decifrazione. La terza parte della serata ha visto in scena il pianista Shaun Amyot pestare sui tasti una musica avara dello stesso Thom Willems come supporto ad una lezione di danza continuamente interrotta dal calare del sipario, un fastidioso siparietto per distinguere praticamente momenti sempre identici e ripetitivi di una sala prove. Anche qui una voce ha monotonamente declamato una sorta di «count down» come all'inizio, per fortuna commentato da avare inserzioni di un lied di Schoenberg. Lo spettacolo è a Reggio Emilia solo 2 sere. Dubitiamo che un pubblico meno preparato possa accoglierlo con favore. Luigi Rossi li?» le<i a.i — 6 William Forsythe si è addentrato in un suo universo tecnologico che oggi si affida sempre di più all'informatica

Luoghi citati: Frankfurt, Germania, Italia, Reggio Emilia