Loyola il santo masochista

Un gesuita americano «psicoanalizza» il fondatore della Compagnia Un gesuita americano «psicoanalizza» il fondatore della Compagnia Loyola, il santo masochista «E la sua perversione lo portò agli altari» 7>T| LONDRA LJ ANT'IGNAZIO, fondatolre della Compagnia di I | Gesù, si accomoda sul *<J\ lettino. Lo prende in analisi padre W. W. Meissner, gesuita e psicoterapeuta freudiano all'Università di Boston. L'insigne paziente - dice - divenne soldato di Dio puntando la spada contro se stesso. Da fiero nobiluomo d'arme e libertino, si fece santo convertendo la propria aggressività e violenza in un grandioso masochismo. La sua insistenza nel chiedere alla Madonna di intercedere per lui scaturiva dal suo bisogno di ricongiungersi alla madre precocemente perduta. Il suo autoritarismo e il suo «narcisismo fallico» gli derivavano da un rapporto problematico con un padre dispotico e assente. Ed è possibile che nelle visioni la Vergine gli apparisse sotto le sembianze della bellissima cognata Maddalena. II quadro clinico è tracciato nel saggio Ignazio di Loyola. Psicologia di un santo, appena pubblicato negli Stati Uniti e in Inghilterra da Yale University Press. Premette l'autore: «Mi sono assunto il compito di indaga¬ re nella mente e nel cuore di uno degli eroi di Dio, una delle più grandi figure della cristianità. Spesso mi sono trovato riluttante a proseguire». Ma ha prevalso il bisogno di trovare la giuntura tra l'esperienza spirituale e l'inconscio di Ignazio. E Vincent O' Keefe, superiore dei gesuiti di New York, ha salutato il libro - dice la fascetta di copertina - con entusiasmo. L'ultimo figlio di Bertran, signore di Loyola e fedelissimo al trono di Castiglia, nacque nel 1491. Gli fu imposto il nome di Inigo. La madre, Marina Sanchez de Licona, morì di lì a poco. Il neonato fu tenuto a balia dalla moglie del maniscalco, mentre il padre si lanciava in una campagna militare dietro l'altra. Nella prima infanzia Inigo, ovvero Ignazio, ebbe così occasione di assistere, nell'unica stanza occupata dalla famiglia dell'artigiano, alla «scena primaria» (nel linguaggio psicoanalitico, l'atto sessuale tra i genitori) tra la babà e il marito, e sviluppò quella sensualità acuta e precoce che sublimerà così ferocemente negli anni successivi. Dopo una giovinezza un po' scapestrata, come si addiceva ai cavalieri del suo rango, Ignazio si convertì. Una palla di cannone gli devastò una gamba e mutò «la sua attività fallica e il suo senso di onnipotenza» in un sentimento di deformità e di vergogna. Il suo narcisismo, alimentato dall'impossibilità dell'identificazione con un padre percepito come debole (perché assente) o forse invece come iper-virile, si trasfigurerà con l'ascesi, ma resterà robusto fino alla fine. La ferita fece emergere le «paure di castrazione». Il giovane la superò sublimando per sempre la propria sessualità. In ciò fu aiutato dalle visioni mistiche della Madonna, in cui si rispecchiava «l'immagine idealizzata della propria madre e della propria attraente cognata Maddalena, che curandolo sollecitò le sue pulsioni libidiche». Una volta confessò a un novizio che un'immagine della Vergine, straordinariamente somigliante a Maddalena, disturbava le sue preghiere: le appiccicò un pezzo di carta sul viso. Le mortificazioni che Ignazio si infliggeva erano impietose. Padre-dottor Meissner diagnostica: «Quelle severe penitenze erano una forma di perversione masochistica che rifletteva il grado di conflitto intrapsichico». Ma il suo masochismo non somigliava a quello dei comuni nevrotici: «Era un masochismo pervaso d'amore e posto al servizio di un ego ideale investito di un alto narcisismo e imbevuto dei più alti propositi spirituali». Ignazio usava la propria aggres- sività «per conquistare se stesso», come in battaglia. Ma era mosso più dalla «ricerca dell'approvazione di Dio» che dal senso di colpa. Specularmente, si possono scorgere impulsi sadici nella ferrea disciplina che impose ai suoi seguaci: «Un flusso di sessualità sublimata - eterosessuale nel caso delle donne, omosessuale nel caso dei maschi - permeò la storia dei gesuiti». Sulle donne, il santo esercitò sempre fascino: sapeva essere mascolino e materno. Il conflitto col principio paterno rimase insoluto: Dio Padre fu sempre «inaccessibile» a Ignazio, che sollecitava piuttosto le intercessioni della Madonna e di Cristo. Un altro riflesso della sua «costellazione familiare»? Maria Chiara Bonazzi «Era autoritario e narcisista: per colpa delpadre sempre assente» Sant'Ignazio di Loyola in un'antica incisione Hi

Persone citate: Bertran, Castiglia, Gesù, Maria Chiara Bonazzi, Marina Sanchez, Meissner, Sant'ignazio, Spesso, Vincent O' Keefe

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, New York, Stati Uniti