Sacchi tutto calcio e chiesa

12 Il primo marzo riceverà una coppa e parlerà dal pulpito della cattedrale di Vibo Valentia Sacchi, tutto calcio e chiesa Premiato come «cristiano dell'anno» Nel 1989 madre Teresa di Calcutta. Nel 1990 Jozef Glemp, primate della chiesa polacca. Quest'anno Arrigo Sacchi, commissario tecnico del'i nazionale italiana di calcio. Accomunati dal vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Tarcisio Cortese, nel difficile ruolo di «cattolico distintosi per la testimonianza cristiana nella professione civile». «Caro Sacchi - comincia così la lettera recapitata pochi giorni fa a Fusignano - la commissione istituita presso la nostra diocesi ha deciso che lei lo scorso anno è stato un "esempio" per i cristiani italiani. Per questo vorremmo averla fra noi alla messa del primo marzo nel Duomo di Vibo Valentia, quando le verranno consegnati la coppa e un assegno da dieci milioni». E quel giorno, il et della nazionale dovrà anche prepararsi un discorsetto, da leggere ai fedeli dopo l'omelia del vescovo. Ma come, la «madre di tutti i poveri» del mondo e un sacerdote a lungo perseguitato in Polonia accomunati ad un allenatore di calcio come esempio per i buoni cristiani? «Sì, perché?», replica stupito monsignor Cortese, 61 anni, da 10 a Mileto: «I testimoni della fede, nel nostro Paese, non sono solo gli uomini di chiesa. Non mi stupirei affatto se un giorno venisse premiata anche una ballerina. Si può essere buoni cristiani facendo correttamente il proprio mestiere. Con umiltà, rispetto degli altri, generosità, senza farsi accecare da fa¬ cili fortune o vivere in mondi falsi». . E mentre da Fusignano un commosso Sacchi replica di essere «orgoglioso» per il riconoscimento, di voler «dare in beneficenza i dieci milioni» e di «fare di tutto per essere in chiesa alla messa del primo marzo», a Mileto monsignor Cortese spiega perché la scelta è caduta proprio su un uomo di sport: «Avevamo alcuni candidati. Il vero antagonista di Sacchi, poi, è stato il presidente della Lituania. Siamo arrivati allo sport per esclusione. Niente politici e magistrati, i primi perché raramente sono esempi da seguire in questi tempi, i secondi perché sono troppo sotto i riflettori. Ci restava lo sport che, come ha detto più volte il Papa, è una via fondamentale di comunicazione di valori, soprattutto per i giovani. Di Sacchi ci è piaciuta (la scelta spetta ad una commissione diocesana, presieduta dal vescovo, che prima dell'annuncio deve ottenere l'imprimatur della Cei, ndr) la coerenza cristiana, il continuo testimoniare coerenza nella fede, in un mondo difficile come quello del grande calcio, carico di tentazioni e di illusioni. Sì, il mister è davvero un ottimo testimone della fede». Ma il premiato è come il vescovo calabrese lo immagina? «Beh, non credo» si schermisce Sacchi, che fra mille imbarazzi spiega: «Sono stato educato come milioni di italiani, ma poi, maggiorenne, mi sono distaccato dalla Chiesa. Sono tornato con frequenza a messa poco dopo aver iniziato ad allenare, quindi adulto. Testimone della fede? Beh, ci provo e mi piacerebbe esserlo». Anche in un mondo spesso «truccato» come quello del grande calcio? «Certo. Ci sono valori, come la generosità, la lealtà, l'altruismo e la cura della professionalità che fanno parte della nostra religione e sono ben presenti nella nostra professione. Credo che negli ultimi anni siano stati fatto decisivi passi in avanti in questa direzione». E a chi gli fa presente che, proprio nel mondo che lui rappresenta, molti anziché pregare come fa lui ricorrono a pozioni magiche, amuleti e sale, Arrigo Sacchi replica con i fatti. Nel ritiro della Nazionale, prima del match con la Svizzera di Cagliari, ha telefonato al suo amico monsignor Setti (assistente spirituale del Milan) e gli ha fatto officiare per la prima volta la messa a Coverciano, nell'aula magna, corredata per l'occasione da un altarino portatile che si può trasportare in una valigia. E alla fine niente amuleti, ma un libriccino azzurro scritto da monsignor Setti, intitolato «Occasioni nella luce». Si dice che Eranio, fra i più credenti del team azzurro, l'abbia sfogliato prima della gara. Sarà anche un caso, ma è stato un suo gol, realizzato al 91', a pareggiare il conto con gli avversari e a salvare Arrigo Sacchi da una figuraccia. Flavio Corazza Prima di lui il riconoscimento a Madre Teresa e Jozef Glemp Il vescovo: esempio per i giovani Arrigo Sacchi, et della Nazionale di calcio da un anno

Luoghi citati: Cagliari, Calcutta, Coverciano, Fusignano, Lituania, Mileto, Polonia, Svizzera