Silenzio dal Raphael Martelli rompe la tregua di Fabio MartiniClaudio Martelli

Silenzio dal Raphael Martelli rompe la tregua Silenzio dal Raphael Martelli rompe la tregua RÓMA. Il primo ad accorrere al bunker è il più devoto degli scudieri. Solo, alla guida di un'Alfa 90 scarburata e ansimante, Ugo Intini varca la porta dell'Hotel Raphael alle 13 in punto. In mano, il dispaccio di agenzia che, 20 minuti prima, ha dato l'annuncio: c'è un nuovo avviso di garanzia per Craxi. Lui, Bettino nell'ennesima giornata di passione - è rinchiuso nella sua suite al quarto piano e di lì uscirà, silenzioso, soltanto al calar della sera per riprendere la via di casa, l'aereo per Milano. Le uniche parole 0 capo socialista le pronuncia a fine mattinata, proprio mentre le telescriventi stanno lanciando la notizia dell'avviso di garanzia: «A me non risulta. Di queste cose si occupano gli avvocati». Detto e fatto: quattro ore dopo arriva la dichiarazione dell'avvocato Lo Giudice, mentre i craxiani tacciono. Muti, rigorosamente muti restano i due unici ospiti ricevuti da Craxi al Raphael: dopo una chiacchierata di tre quarti d'ora col segretario, Intuii esce di gran carriera, evita i cronisti, risale sulla sua macchina e nella fretta di allontanarsi evita per un soffio la Thema blindata di Craxi, parcheggiata in attesa del capo. Per una volta poco ciarliero è Gianni De Michelis. Al suo arrivo al Raphael, alle cinque della sera, soltanto una battuta quando vede il drappello di cronisti in attesa: «Ma allora è un assedio...». Ma proprio mentre Craxi organizzava l'estrema difesa, a ottocento metri di distanza dal Raphael, nell'appartamento romano di Bruno Pellegrino, i capi dell'opposizione decidevano di cambiare marcia, di abbandonare la tattica soft usata finora, nella speranza di trovare un accordo unitario con la maggioranza craxiana. «A questo punto - ha detto Claudio Martelli nella riunione - dobbiamo chiedere che l'assemblea nazionale del partito si tenga entro la fine di gennaio». Manca, Formica, Signorile (che non aveva condiviso la tattica attendista) hanno annuito: martedì i parlamentari dell'opposizione si riuniranno in assemblea e in quella occasione sarà chiesto a Craxi di convocare, nel giro di due settimane, il parlamentino socialista con all'ordine del giorno l'elezione del nuovo segretario. E anche se la minoranza continua a ripetere - lo fa Signorile che «un conto è la questione giudiziaria, altro conto è la questione politica», in realtà il secondo avviso di garanzia per il segretario ha avuto l'effetto di un eccitante sui marteUiani, li ha indotti ad un cambio di marcia. La direzione del psi del 15 dicembre, quella della tregua, si era conclusa con queste parole di Craxi: «L'assemblea nazionale è convocata per la seconda decade di gennaio» e dunque tra il 10 e il 20 di questo mese. Eppure fino a ieri, la minoranza si era «dimenticata» di quella scadenza, nessuno aveva invocato il rispetto di quell'impegno. Ora i toni cambiano. E potrebbe cambiare anche l'atteggiamento di Martelli. Come sussurrano i suoi collaboratori e come dimostra la dichiarazione congiunta con La Malfa, da qualche giorno Martelli (pes¬ simista sulle sorti del psi) era tornato a pensare a se stesso come al «Segni di sinistra», ad un ruolo super partes, punto di riferimento di un futuro schieramento di sinistra. Oltre tutto lo showdown deciso da Martelli e i suoi a casa Pellegrino, oltreché il riflesso dell'ultimo ferita di Craxi, è la composizione di un puzzle che da tempo stava prendendo forma. Anzi tutto c'è il tassello delle alleanze interne. Diceva ieri Manca, alla fine della riunione: «In questi giorni si è sviluppato un fruttuoso dialogo con alcuni esponenti della maggioranza», alludendo a quei craxiani (La Ganga, ma anche Andò) più attenti al dialogo con Martelli. E l'altro tassello è la tenuta dell'intesa cordiale tra Martelli e Amato, che non ne vuole sapere di lasciare Palazzo Chigi. E che avrà ascoltato con un brivido l'ultimo progetto che viene attribuito a Craxi: grande apertura al pds, con la guida del governo affidata a Giorgio Napolitano. Fabio Martini I ribelli: entro il 30 l'assemblea nazionale per il cambiamento Il ministro della Giustizia Claudio Martelli

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