Kohi tifa Martinazzoli

Kohi tifa Marrinaizoli Il cancelliere Helmut Kohl e il segretario della de Mino Martinazzoli ieri a Bari // segretario: un nome nuovo? Per ora penso a cambiare la de MELANO. La realizzazione dello Stato sovrannazionale europeo e la «ricostruzione dello Stato nazionale italiano» è il duplice compito dei democratici cristiani. Questo l'impegno espresso dal segretario della de Mino Martinazzoli nel corso della manifestazione «Uniti per l'Europa» che si è svolta a Milano, presente il cancelliere tedesco Helmut Kohl. I due leader democristiani erano giunti nel capoluogo lombardo da Bari dove ha avuto luogo ieri mattina un incontro sullo stesso tema. La scelta di queste due città ha avuto il senso di sottolineare che non ci sono «due Italie» nel processo di integrazione europea. Con la sua presenza a Bari e a Milano, ospite della de, Kohl ha voluto dare il suo appoggio allo sforzo di rinnovamento del partito portato avanti in questi mesi da Martinsfczoli e ha ribadito fa volontà della Germania di procedere sulla strada dell'unione politica i quella economico-monetaria indicata dal trattato di Maastricht. «Qui a Milano sono sereno: non ci troviamo di fronte ad un tramonto, ma di fronte ad un'alba», ha detto Martinazzoli di fronte a oltre 10.000 persone, subito dopo il discorso di Kohl. Il segretario democristiano, che è stato accolto da una fortissima ovazione al suo ingresso nel Palalido, i cui posti erano occupati in ogni ordine, ha molto insistito, come già aveva fatto a Bari, sui temi del rinnovamento del partito sostenendo che oggi «non c'è troppa politica, c'è troppo professionismo». «C'è un forte tasso di colesterolo burocratico-politico - ha proseguito - che minaccia di infarto lo Stato di diritto». A tutti i presenti, Martinazzoli ha lanciato un appello a «non tradire», a lavorare per «la rinascita della democrazia cristiana». E ai giornalisti che lo interrogavano sul futuro della de ha risposto: «Ribattezzare la de non è il primo dei miei pensieri; il mio problema è di cambiare le cose. Ma, quando sarà il momento, il nome adottato do- vrebbe proprio essere quello dell'eurogruppo, ovvero "partito popolare"». Anche Helmut Kohl è sceso in campo in difesa del programma di rinnovamento del segretario scudo crociato italiano. «La de ha tutte le possibilità di rinnovarsi - ha detto il leader della edu -; noi daremo all'amico Martinazzoli tutto il nostro completo sostegno. L'Italia è una parte importante dell'Europa e l'Italia come l'Europa hanno bisogno di un forte partito di ispirazione cristiana, contro i pericoli di frammentazione e per il processo in atto di secolarizzazione». Ma ha aggiunto: «La de sta attraversando una brutta crisi; è importante che Martinazzoli lo abbia riconosciuto. Il sistema è invecchiato e va risanato, ma poiché l'idea non è invecchiata, non vi è dubbio che la de può farcela. Deve però rinnovarsi». Sulle riforme istituzionali, Kohl non ha voluto pronunciarsi: «Non $0010 qui per impartire consigli sul sistema elettorale italiano. I tedeschi in questo secolo hanno detto numerose frasi stupide che vorrei cancellare ed una di esse è certamente che "tutto ciò che caratterizza la Germania deve valere per il mondo"». Preoccupata, invece, è l'analisi del Cancelliere sulla situazione internazionale: «Solo l'unificazione europea può impedire che i cattivi spiriti del passato, gli spettri del passato facciano ritorno. Nessuno si illuda - ha ammonito Kohl - che quei mah siano stati dominati una volta per tutte in Europa». Ed ha rilanciato con forza l'urgenza di varare prontamente l'unità europea. Un obiettivo che non deve essere «solo economico, ma anche spirituale e morale». In questa prospettiva, «la de e la edu devono dare il loro contributo»: «Abbiamo bisogno di forti partiti democratici cristiani. Non fatevi convincere da chi dice che è arrivato il tempo della fine. Anche in Germania dicono sempre che la edu è morta, ma poi...». [Ansa] Kohi tifa Marrinaizoli