L'ultimo mostro di Mosca di Cesare Martinetti

L'ultimo mostro di Mosca LA STORIA L'ultimo mostro di Mosca E y MOSCA bianco di neve e scintillante di ghiaccio il profilo di Odinzovo, 30 chilometri fuori Mosca, confuso aggregato di vecchie dacie e seminuovi alveari popolari. Davanti al posto di polizia le donne passano trascinando la spesa su piccole slitte e i ragazzi scivolano silenziosi sugli sci; dentro, nel suo piccolo ufficio, dove con il calore del riscaldamento arriva anche il perenne odore di minestra russa, il vice ispettore Victor Ignatevic frugando nelle tasche interne della giacca comincia a raccontare i suoi sei anni a caccia del mostro che violentava e uccideva. Non a destra, ma a sinistra c'è il portafogli di pelle nera con le foto dei suoi due figli, 12 e 5 anni, accanto a quella di Serghej Pliukin, un bel sorriso di ragazzino sveglio sotto un berretto di lana. Il vice ispettore posa sul tavolo questa piccola fotografìa, poi la spinge in avanti con il dito per mostrarla meglio. «Ecco una delle sue vittime. E' scomparso ad aprile, per mesi non abbiamo trovato il corpo, né una traccia. Nulla, fino a qualche settimana fa, quando Golovkin ci ha portato nel bosco. Io gli stavo dietro, lo squadravo, lo misuravo e vedendo il suo passo sghembo che lasciava nella neve orme uguali a quelle che cercavamo da anni, prima ancora che confessasse, ho capito che ce l'avevamo fatta. Ci ha fatto trovare i resti del povero Serghej: così è finito l'incubo della gente di Odinzovo, il mio di poliziotto e, 10 confesso, anche di padre». In pochi giorni Golovkin ha confessato altre dieci volte, dieci vittime come Serghej Pliukin, ragazzi tra i 10 e i 14 anni risucchiati nella sua camera della morte dalla grande ossessione collettiva russa di oggi: soldi, soldi, soldi. Sembra una vecchia e feroce storia della steppa, sembra il replay del caso di Andrej Cikatilo, 11 cannibale condannato a morte a Rostov dove ha catturato, ucciso, smembrato, divorato 52 persone. E invece quella che ci racconta Victor Ignatevic Zaitsev è soprattutto cronaca della nuova e terribile Russia dove si ammazza per niente e dove per poco più di qualche soldo anche i ragazzini sono pronti a qualunque avventura. Zaitsev, 41 anni, due figli, vice capo della sezione ricerca criminali del posto di polizia di Odinzovo, da pochi giorni è stato promosso alla procura della capitale, proprio dopo la soluzione del caso. Ci mostra la sua tesserina nuova, rossa, scritta a mano; la tiene avvolta nel cellophane, come si fa per i regali, quando sono ancora nuovi. Il «mostro» si chiama Serghej Alexandrovich Golovkin, 33 anni, scapolo, 180 centimetri di altezza, 46 di scarpe, un leggero difetto alla gamba sinistra nella camminata; magro, bruno, naso da pugile, molto forte. Il padre è un dirigente industriale di Mosca, la madre un ingegnere in pensione; lui zootecnico, laureato, dipendente di un grande allevamento statale di cavalli a Odinzovo. Mai arrestato, mai segnalato, mai sospettato di nulla, studente modello; nell'ultimo anno della media, quello che precede l'università, premiato con la medaglia d'argento: bravo studente e buon comunista. Qui vicino, a Gorki, dove Bo- Cesare Martinetti CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Andrej Cikatilo, Victor Ignatevic, Victor Ignatevic Zaitsev, Zaitsev

Luoghi citati: Mosca, Rostov, Russia