«Sì, ero davanti al video»

«Sì, ero davanti al video» «Sì, ero davanti al video» // magistrato: confesso, sono curioso MILANO. «Un sacco di gente a guardarmi? Però c'è anche Pippo Baudo sull'altra rete». Si interroga Antonio Di Pietro, il magistrato più famoso di Tangentopoli e d'Italia e, da ieri sera, anche star tv. Non solo immagini, pure le parole. Rai3, 20,30, «Un giorno in pretura» il programma. Antonio Di Pietro contro Pippo Baudo. Chi vincerà la battaglia degli share? Di Pietro non si sbilancia: «Vedremo, vedremo». E chiede: «Ma davvero ci sarà tanta gente a guardarmi?». A Curno, provincia di Bergamo, da giorni aspettano l'evento. Tra un processo e una scappata dalla madre in ospedale, anche Di Pietro, versione famiglia, sarà davanti al piccolo schermo. «Sì, mi guardo, mi guardo. Sono curioso», promette il magistrato. Undici mesi di «Mani pulite», di cronisti al seguito, di fotografi e telecamere, non hanno sfiancato la voglia di vedersi. Spiega Di Pietro: «Sono curioso di vedere come è stato montato il servizio. Hanno seguito tutto il processo con le telecamere, chissà quali parti hanno scelto». C'era la Tv, ma anche tanta gente a seguire il processo per l'omicidio di Anna Dinarello. Un caso tra i tanti per la procura della Repubblica di Milano. Un processo diventato «famoso» sull'onda della notorietà della pubblica accusa. «Vogliamo far vedere come lavora e come si comporta in aula il magistrato più famoso d'Italia», spiega Gabriella Vogliotti, regista del programma. Sei udienze, tutte riprese minuto per minuto. Una montagna di nastri registrati tra cui, con cura, è stato scelto il meglio. Il meglio di Di Pietro, appunto. Non lo conosceva nessuno Antonio Di Pietro, al di fuori del palazzo di giustizia milanese, quando gli venne affidata l'inchiesta per il «delitto di Natale». Anna Dinarello, massacrata di botte davanti alla figlia di sei anni, durante una lite casalin¬ ga. A uccidere, il convivente della donna Gaspare Chulbek, spalleggiato da altre due persone, Bruno Gioia e Marina Di Vito. Un omicidio assurdo, consumato con i ravioli del giorno di festa in tavola. E' ancora un magistrato tra tanti quando Di Pietro risolve il caso. Fu Marina Di Vito a raccontare alla polizia tutta la storia, dal pestaggio fino alla decisione di sbarazzarsi del cadavere. Poi, ci furono gli arresti, gli interrogatori in carcere, le accuse tra gli imputati, l'istruttoria che nessuna telecamera ha filmato. Altri fascicoli, mesi dopo, arrivano sul tavolo del sostituto procuratore. Si inizia il 17 febbraio, quando viene arrestato Mario Chiesa, socialista d'oro, uno dei re delle mazzette a Milano. E' solo l'inizio. E intanto va avanti il processo per il «delitto di Natale». Quando arriva in aula, a metà novembre, Milano è Tangentopoli da un pezzo. Di Pietro ades- so ha la scorta armata, miliardi di mazzette per la testa, telecamere al seguito. «Tuttodipietro», promette «Un giorno in pretura». Ed invece c'è solo un piccolo pezzo, quello del processo pubblico. Di Pietro che interroga, risponde ai difensori, chiede le condanne, passeggia, sorride. Si replica stasera, per la seconda puntata. E se non basta è pronta una nuova serie. Ancora un processo con Di Pietro. Sul banco degli imputati Walter Armanini, psi, il Walterone che prendeva le mazzette sulla ristrutturazione dei cimiteri e degli obitori. Prossimamente in televisione. Fabio Potetti Antonio Di Pietro, il magistrato più famoso d'Italia, ora star tv

Luoghi citati: Bergamo, Curno, Italia, Milano