« Mussolini trattò la resa con Londra » di Carlo Grande
L'ex attendente: già nel '44 cercava una pace separata Il duce avrebbe incontrato due volte emissari di Churchill « Mussolini trattò la resa con Londra » L'ex attendente: già nel '44 cercava una pace separata PROMA ER due volte, nel 1944, Benito Mussolini incontrò personalmente emissari inglesi, all'insaputa dei tedeschi, per trattare la resa della Repubblica sociale italiana agli Alleati». La clamorosa rivelazione, a distanza di quasi mezzo secolo, è contenuta in un memoriale scritto per il settimanale Gente da uno dei testimoni diretti di quei contatti segreti: Pietro Carradori, l'ex attendente del duce, oggi settantanovenne. La rivista, oggi in edicola, pubblica la prima puntata del diario: «Gli incontri - racconta Carradori - si svolsero, nel massimo segreto, di notte, a Porto Ceresio, sul Lago di Lugano, in una villa a poche centinaia di metri dal confine con la Svizzera. La casa, allora di proprietà della famiglia Treves di Milano, era disabitata. Il primo incontro avvenne nel mese di settembre, il secondo in dicembre. Al primo, assieme a Mussolini, partecipò il vecchio Nicola Bombacci. In entrambi i casi ad accompagnare Mussolini in macchina da Carenano a Porto Ceresio fummo io e il suo autista, Cesarotti. Sia nel primo caso che nel secondo gli inglesi giunsero all'appuntamento dalla Svizzera, via lago, su una imbarcazione, approdando direttamente nella darsena della villa. Gli incontri, purtroppo, si conclusero senza risultati a causa delle pretese degli inglesi, giudicate inaccettabili dal duce. In caso contrario gli ultimi avvenimenti di quel tragico periodo avrebbero senz'altro preso un'altra piega». Pietro Carradori, dopo aver custodito gelosamente per tanti anni questo ed altri importanti segreti su Mussolini e sulla storia del fascismo, ha finalmente deciso di rivelare, a Gente, tutto ciò di cui era venuto a conoscenza vivendo continuamente a contatto con il duce. Una testimonianza di grandissimo interesse: Carradori, pur non ricoprendo alte cariche e non avendo un ruolo di primo piano nel fascismo, era l'ombra stessa di Mussolini. Alcuni storici riconoscono che gli avvenimenti descritti dall'ex attendente del Duce non sono improbabili. Ma, secondo Emilio Gentile, autore di alcuni studi sul fascismo «per valutare l'attendibilità delle sue "rivelazioni" bisogna vedere cosa è documentato dagli inglesi». Anche Nicola Tranfaglia non esclude che possano esserci stati colloqui tra Mussolini e gli inglesi. Però, aggiunge, ci sono «almeno due elementi per dubitare del senso complessivo dell'operazione: in primo luogo non si capisce come Musso¬ lini potesse sperare di ottenere condizioni particolari di resa dagli alleati che avevano già deciso nella conferènza di Casablanca, del gennaio 1943, di applicare la resa incondizionata alle eventuali richieste dei nemici». «In secondo luogo - prosegue Tranfaglia - va sottolineato che Carradori, per sua stessa ammissione, non poteva conoscere i particolari dell'azione politica di Mussolini, ma poteva aver solo qualche indiscrezione sui colloqui eventualmente intercorsi». Tranfaglia fa anche notare che «Mussolini non poteva credibilmente trattare alcuna resa con gli inglesi senza un accordo preventivo con i tedeschi, che in quel momento occupavano l'intero territorio della Repubblica sociale e gran parte dell'Italia del Nord». Carlo Grande Cauti gli storici Gentile: «Sentiamo gli inglesi» Anche Tranfaglia resta dubbioso
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