Una croce per 4 italiani di I. B.

Una croce per 4 italiani Una croce per 4 italiani II nostro elicottero abbattuto un anno fa ZAGABRIA. Podrute un anno dopo. La neve ricopre il paesaggio montagnoso e la croce in legno innalzata sul luogo della sciagura dell'elicottero italiano abbattuto lo scorso 7 gennaio da un Mig-21 dell'Armata federale jugoslava. Sulla croce le fotografie dei quattro membri italiani dell'equipaggio: Enzo Venturini, Marco Matta, Fiorenzo Ramacci e Silvano Natale, e del francese Jean Loup Eychenne. Per commemorare la loro morte, a Podrute sono giunti i familiari e gli amici più intimi, accompagnati dalle autorità croate, dall'ambasciatore italiano a Zagabria, Salvatore Cilento, dai rappresentanti del¬ l'Esercito italiano e da un folto gruppo di osservatori della missione europea. Tutt'intorno, raccolti in silenzio, alcune centinaia di abitanti di Podrute, il paesino più vicino al luogo del disastro. Sui visi arrossati dal freddo si legge una profonda commozione. «Gli osservatori europei sono venuti per primi ad aiutare e a testimoniare. Hanno dimostrato la loro devozione al servizio della pace e della comprensione fra le nazioni, anche a costo della vita. Che questo monumento sia un modo di esprimere la nostra gratitudine e la nostra fede profonda che il loro sacrificio non è stato vano». Il vice primo ministro croato, Ivan Milas, ha reso onore alle vittime. Subito dopo ha preso la parola l'ambasciatore danese Eric Skov, nuovo capo della missione degli osservatori della Cee nell'ex Jugoslavia. «In questo luogo dove tutto testimonia il sacrificio dei nostri fratelli, sento il dovere di ricordare a tutti che quando un uomo è pronto a sacrificare la propria vita per gli ideali di pace e di altruismo la speranza di un futuro migliore diventa quasi certezza». Qualche attimo di silenzio e poi un lieve mormorio s'innalza verso il, cielo: donne, vecchi e bambini di Podrute recitano il «Padre nostro», [i. b.]

Persone citate: Enzo Venturini, Eric Skov, Fiorenzo Ramacci, Ivan Milas, Jean Loup Eychenne, Marco Matta, Salvatore Cilento, Silvano Natale

Luoghi citati: Jugoslavia, Zagabria