«Andò missione al fronte le fazioni »

Al porto i soldati italiani respingono la folla che assale un camion di aiuti umanitari missione al fronte le fazioni » MOGADISCIO. «Non credo che cambierà qualcosa nei rapporti tra la forza multinazionale e le principali fazioni somale». E' una previsione che guarda a un futuro di collaborazione e pace quella proposta da Salvo Andò commentando gli scontri avvenuti ieri tra i marines statunitensi e gli uomini fedeli al generale Aidid. Il ministro della Difesa italiano è arrivato ieri a Mogadiscio, per una visita al contingente impegnato nell'Operazione Ibis. In serata Andò ha incontrato il comandante della forza statunitense, il generale Robert Johnston. Oggi, invece, dopo la notte trascorsa a bordo dell'incrociatore «Vittorio Veneto», raggiungerà in mattinata in elicottero Gialalassi, dove operano unità della Folgore. Nelle dichiarazioni rese dopo l'arrivo a Mogadiscio, Andò ha spiegato che l'operazione «Restose Hope» ha fin qui conseguito «alcuni importanti risultati», tenuto conto degli obiettivi prefìssati. «Mi auguro - ha detto il ministro - che si possa proseguire lungo la strada dell'intesa con le maggiori fazioni, una volta completata la prima fase nella quale si doveva garantire gli aiuti umanitari e ripristinare la sicurezza dei tragitti per raggiungere anche le parti più periferiche» del territorio somalo. Il ministro ha dato un giudizio sostanzialmente positivo delle consultazioni di Addis Abeba che devono preparare una Conferenza di riconciliazione per la Somalia: «Tutto sommato - ha detto - le cose sono andate meglio di quanto lasciavano intravedere alla vigilia previsioni molto pessimistiche». Proprio mentre l'aereo del ministro Andò era in fase di atterraggio, un gruppo di incursori del battaglione Col Moschin ha soccorso nella zona del porto di Mogadiscio un camion della Croce Rossa internazionale assalito dalla folla. L'episodio è stato reso noto dal comando italiano. «Appena giunti nel porto questa la ricostruzione fornita dal comando - gli incursori hanno visto una folla assalire un camion, portando via gli aiuti e malmenando gli operai somali che erano a bordo. Il tentativo di far desistere dal pestaggio con intimazioni non ha sortito effetti e sono così stati lanciati dei razzi illuminanti». Dalla folla, prosegue il resoconto ufficiale, «sono partiti molti sassi, che hanno colpito, senza conseguenze, due sottufficiali. Per sedare i disordini e consentire la liberazione degli operai somali sono stati sparati alcuni colpi in aria». Sempre secondo il comando italiano, si è saputo che uno degli assalitori brandiva una lunga sciabola. Il clima di tensione che regna a Mogadiscio riflette anche le difficoltà dei lavori preparatori per la Conferenza nazionale di riconciliazione che le Nazioni Unite stanno patrocinando ad Addis Abeba, dove hanno riunito le fazioni somale in lotta. Ma se la riconciliazione dei vari movimenti - almeno per quanto si è saputo nelle sedi ufficiali - ha fatto pochi passi avanti durante la riunione che si sta avviando al termine, uno di essi ha però conseguito l'obiettivo di una riunificazione. L'impresa è riuscita al Movimento democratico somalo (Sdm), composto da vari gruppi del clan dei Rahaweyn, che fino ai giorni scorsi era diviso in due fazioni: una capeggiata da Abdi Muse Alyo (e collegata al generale Mohamed Farah Aidid) e l'altra guidata da Mohamed Nur Mayo, legata al presidente ad interim Ali Mahdi. La divisione all'interno dell'Sdm, che aveva partecipato all'operazione militare per deporre Siad Barre nel gennaio del 1991, era nata poco prima della conferenza di Gibuti del luglio dello stesso anno, nella quale Ali Mahdi fu nominato Presidente del governo provvisorio somalo. Mayo e una parte del movimento aderirono a questo governo, del quale fu nominato vicepresidente Abdulkadir Mohamed Aden, esponente della fazione. Ieri, ad Addis Abeba, i due gruppi hanno annunciato di voler riprendere a lavorare insieme e durante un incontro presieduto da Mohamed Aden hanno annunciato una conferenza interna di riappacificazione che si svolgerà il 21 febbraio a Baidoa, nell'area controllata dall'Sdm e dal clan dei Rahaweyn. La decisione di ieri potrebbe essere scaturita dal tentativo di accrescere il ruolo del movimento in vista della riconciliazione. [e. st.] Al porto i soldati italiani respingono la folla che assale un camion di aiuti umanitari Il ministro della Difesa Salvo Andò è arrivato ieri pomeriggio a Mogadiscio