Un esercito di 80 mila guerriglieri

missione al fronte Un esercito di 80 mila guerriglieri Battaglia per il potere tra ventinove clan con un arsenale di Kalashnikov e mortai MOGADISCIO. La visita nella capitale somala, ieri e oggi, del ministro della Difesa italiano Salvo Andò cade in un momento di particolare tensione militare per Mogadiscio. Sul terreno, nel Paese, è schierato un composito esercito di circa 80 mila uomini, divisi in sei movimenti armati, a loro volta frazionati - informano fonti militari - in 29 clan e una trentina di sottoclan. Fra le diverse fazioni contrapposte, ci sono le truppe fedeli al generale Aidid e quelle schierate dalla parte del presidente della Repubblica ad interim Ali Mahdi. Frequenti e repentini sono i cambi di fronte che rendono àncora più precaria la situazione militare. Questo è, sempre secondo fonti militari, lo stato delle cose sul campo in Somalia, dove la missione affidata dall'Onu alla forza multinazionale di «Restore Hope» cresce d'impe¬ gno. I movimenti più forti sono quelli dei Darod, Rahanweyin e Hawiya: ognuno di loro rappresenta il 25 per cento delle forze. Seguono gli Issaq ( 15 per cento), i Dighil (7) e i Dir (3). Poi ci sono i clan: dai Murosada agli Habr Gedir che, pur appartenendo allo stesso gruppo etnico (gli Hawiya), sono stati nei giorni scorsi protagonisti alle porte di Mogadiscio di un intenso scambio di artiglieria pesante. E ancora - dicono le fonti - i Migiurtini e gli Issa (con sei sottoclan ognuno), gli Ogadeni e gli Habr (tre sottoclan), i Mirifle, i Saad, gli Alto Giubani, i Begheda, per citare i più importanti. Il quadro è reso ancora più difficile dalla presenza di una miriade di bande armate irregolari, che difficilmente i leader militari o quelli politici riescono a controllare. Le forze più consistenti - i fedelissimi di Aidid (25 mila uomini) e del presidente Mahdi ( 15 mila) - orbitano nella regione subito a Nord di Mogadiscio. E' stato accertato - dicono le fonti militari - che la maggior parte delle armi con cui si fronteggiano i clan provengono dalle forze armate del regime di Siad Barre. Bande e clan dispongono di fucili automatici di diverso tipo e calibro, dal vecchio Garantì Nato al Kalashnikov russo; di automezzi che montano mitragliatrici Mg 42-59 e Browning; di artiglierie di vario calibro e mortai, lanciarazzi e bazooka, lanciagranate per armi automatiche. Non mancano - anche se in precarie condizioni - i mezzi corazzati e blindati come i Cehturion, i Patton, i T-54/55, i blindati per trasporto truppe e le autoblindo. Gli arsenali comprendono infine anche armi antiaeree di vario calibro e mitragliere da 14,5. In tutto il territorio somalo, infine, persiste la minaccia delle mine antiuomo e anticarro; una quantità considerevole, ma non registrata. [Ansa] ■HI Alcuni guerriglieri somali

Persone citate: Aidid, Ali Mahdi, Bande, Browning, Patton, Salvo Andò, Siad Barre

Luoghi citati: Mogadiscio, Somalia