Oggi Tiri dà il via alla privatizzazione di Roberto Ippolito

Oggi Tiri dà il via alla privatizzazione Oggi Tiri dà il via alla privatizzazione La Sme a fette Tutti vogliono il gruppo agroalimentare di Stato Probabilmente la società divisa in quattro parti ROMA. Si fa in quattro. Proprio così. In vista della privatizzazione, oggi stesso la Sme potrebbe essere divisa in un pezzo in più. Nascerebbe una società attiva solo nel settore del latte, oltre alle tre previste originariamente. La decisione deve essere presa dall'assemblea dell'Ili (a cui fa capo la finanziaria alimentare) che si riunisce in giornata per effettuare le scissioni. Ma appare probabile poiché agevolerebbe le cessioni. Per il latte esistono già due candidature: si sono fatti avanti la Parmalat di Calisto Tanzi e il finanziere Sergio Cragnotti. Stando alle indiscrezioni che circolano, Tanzi avrebbe presentato un'offerta vera e propria. Cragnotti, invece, non avrebbe confermato per iscritto il proprio interesse pur essendo molto determinato a espandersi nel latte. Del resto, solo con l'assemblea di oggi dell'Ili parte ufficialmente il complesso meccanismo della privatizzazione della Sme delineata dall'amministratore delegato dell'istituto Michele Tedeschi. Le nuove società scaturite dall'attuale Sme si occuperebbero quindi di latte (attività finora svolte tramite la Cirio-Bertolli-De Rica), di surgelati e conserve (Italgel e Cirio-Bertolli-De Rica), grande distribuzione (Gs) e ristorazione (Autogrill). Per realizzare le vendite separate dei vari rami di attività sono necessari comunque alcuni mesi a causa delle procedure necessarie per creare le nuove società. La possibilità di dividere la Sme in quattro pezzi e non in tre è stata presa in considerazione sin da novembre dall'Ili, il cui consiglio di amministrazione ha messo in moto l'operazione vendita. La corsa gomito a gomito fra Tanzi e Cragnotti sembra quasi ripetere quella che c'è stata negli Raul Gardini ultimi anni tra lo stesso Tanzi i Mario Anali, amministratore de legato della Sme. Si è sviluppati un'accesa concorrenza da quandi l'attività si è cominciata a pola rizzare intorno a pochi grandi operatori destinati a «bersi» le tante piccole aziendine esistenti. Ma soprattutto si è aperta la corsa (anche con colpi bassi) all'acquisto delle centrali del latte messe in vendita dalle amministrazioni locali. Frenata la Sme a causa dell'im minente privatizza zione, i protagonisti della corsa all'oro bianco sono diventati Tanzi e Cragnotti. Il primo è cresciuto con acquisizioni a raffica; ha messo le mani sulla Giglio, controlla il 30% del mercato del latte a lunga con sensazione in Italia e si sta espandendo in tutto il mondo. Il secondo (dopo la fine dell'Enimont e la chiusura dei rapporti con il gruppo Ferruzzi) ha cominciato comprando la Polenghi Lombardo dalla disastrata Federconsorzi, ha messo gli occhi sull'Ala Zignago dei Marzotto, è pronto a nuovi balzi. Il latte Sme sarebbe per Tanzi e Cragnotti una tappa fondamentale delle loro ambizioni. Aitali è riuscito a portare la Sme a controllare il 15% del mercato del latte fresco, campo in cui il frazionamento degli operatori è ancora più evidente. La Cirio vanta il tradizionale marchio Berna e si è via via ramificata soprattutto al Sud: con la Calabria Latte (che riunisce le cooperative regionali), la Solac, la Torrimpietra. Con il latte targato Sme, Tanzi diventerebbe padrone incontrastato in Italia sia per il prodotto fresco che per quello a lunga conservazione. Cragnotti si inserirebbe invece fra i grandi. Ma attenzione: sullo sfondo c'è anche la Granarolo. Resterà a guardare? Roberto Ippolito Raul Gardini

Luoghi citati: Berna, Calabria, Italia, Roma, Zignago