Ma con ministri inetti o frenatori il dottor Sottile naviga a insta

Ma con ministri inetti o frenatori il dottor Sottile naviga a insta OMI E COGNOMI Ma con ministri inetti o frenatori il dottor Sottile naviga a insta IRRUENTE presidente dei giovani industriali Aldo Fumagalli, che ricorda un po' il suo antico predecessore «Pierino» Pozzoli, ha stilato una pregevole pagellina di fine anno per i ministri del governo in carica. Ha affibbiato molte insufficienze e qualche sacrosanto zero spaccato. Come dargli torto? Il governo Amato, che si è guadagnato in sei mesi il titolo di migliore dei governi possibili, è purtuttavia imbottito di ministri frenatori, che con foga remano controcorrente, e di ministri semplicemente inetti. Nel giochino d'inizio d'anno dell'arzillo Fumagalli è caduto con tutte le scarpe il ministro del Lavoro Nino Cristofori, andreottiano residuale, che per sua fortuna ha usato lo spirito romagnolo nel replicare all'esigua votazione ricevuta: il presidente dei giovani industriali - ha detto - non ha ancora smaltito le libagioni di San Silvestro. «Qualunquista, mistificante, arrogante, caricaturale...», ha invece tuonato con reboante indignazione l'altro andreottiano Claudio Vitalone, preposto al Commercio con l'estero. Già i toni rivelano la qualità degli uomini. Cristofori è stato un intelligente intendente di palazzo nell'ultimo governo Andreotti e adesso come ministro del Lavoro persegue due obiettivi. Uno personale, quello di essere «capodelegaI zione» de nel governo a guida I socialista, ruolo peraltro strap- patogli dal ministro dell'Interno Nicola Mancino; l'altro, politico-elettorale: incarnare l'ala cattolico-sociale di un esecutivo che, incalzato dalla bancarotta, deve pur potare qualche ramo troppo fronzuto del Welfare. Cristofori, nel ruolo che si è scelto, è oggettivamente un frenatore, come lo è il ministro dell'Industria Giuseppe Guarino, il quale - contrariamente a ciò che qualcuno crede - non gioca la sua partita contro le privatizzazioni come battitore libero, ma come portavoce di un vasto e potente schieramento trasversale a prevalente influenza democristiana. Ma non sono questi espliciti frenatori la vera sciagura di Amato. Non staremo a rifarvi la storia delle performance grottesche del ministro delle Finanze Giovanni Goria, né delle sgangherate comparsate televisive (a lui spetta il record di presenzialismo) del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo. Vi risparmieremo anche il ricordo delle sortite del ministro dei Trasporti Giancarlo Tesini o di quello delle Telecomunicazioni Maurizio Pagani (cosa non si farebbe per un titolo di giornale!). E vorremmo addirittura cancellare dalla memoria il ricordo del ministro dell'Agricoltura Gianni Fontana, di cui ci era ignoto il volto, che, poverino, risponde compito alla pregnante interrogazione del sagace Marzullo: «La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?» Mah... Il vispo Fumagalli vorrebbe mandare a casa i frenatori, i sabotatori e magari anche i fessi. Giovanile ingenuità. Non sarà di certo lo sciocchezzaio ministeriale di questi sei mesi, che già potrebbe riempire un volume, a liberarci di questi ministri. Né, purtroppo, lo spirito calvinista tante volte vanamente invocato dal presidente Amato. Dove il calvinismo sta veramente di casa, in Germania, il ministro dell'Economia Juergen Moellemann si è dimesso perché hanno scoperto che aveva scritto una letterina di raccomandazione a favore di un cugino della moglie. Da noi non è stata neanche riportata, nei giornali, forse per la sua ovvietà, la notizia che due ministri in carica (De Lorenzo e Mancino) e due ex ministri (Scotti e Pomicino) hanno fatto assumere con le loro raccomandazioni decine di persone nel gruppo Iritecna. Come volete che a Tangentopoli si possa badare a simili quisquilie? Calvino, chi era costui? Alberto Staterà eraj N

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