La gioiosa mensa dei favoritismi il riso degli sposi per chi ha fame

La gioiosa mensa dei favoritismi; il riso degli sposi per chi ha fame AL GIORNALE La gioiosa mensa dei favoritismi; il riso degli sposi per chi ha fame Ipocrisia e umiliazioni per trovare lavoro Ho trentadue anni, ed appartengo al popolo, folto di decine di migliaia d'italiani, dei candidati a vari concorsi: ne ho fatti, ne farò. Leggo del caso del colonnello dei carabinieri Antonio Ragusa, sorpreso a copiare all'esame di procuratore legale. A lui, e alle migliaia di suoi colleghi che quest'anno hanno sostenuto lo stesso esame, auguro che il caso si sgonfi, chiudendosi nel migliore dei modi. Ma se quei fogli che gli sono stati sequestrati dimostreranno che egli era a conoscenza della traccia del tema, allora si approfitti per alzare il velo d'ipocrisia che copre tante selezioni, pubbliche e private, a posti di lavoro, in questa nostra «patria sì bella e perduta». Perché chi ancora vuole vivere in onestà e dignità, e chi, più prosaicamente, non riesce ad accedere alla gioiosa mensa dei favoritismi, conosce l'ansia che si prova andando a partecipare chiedendosi se a disposizione, fra i posti da coprire, ve ne siano ancora alcuni di «puliti»; o se i giochi siano già stati fatti, con larghissimo anticipo. Se il fatto di non essere figli d'arte non significhi automaticamente condanna, in questo Paese dove di padre in figlio, con i cromosomi, ci si passano scranni parlamentari, docenze universitarie, camici ospedalieri, toghe giudiziarie, scrivanie e microfoni di giornalista, e via di seguito. Se una buona preparazione serva ancora a qualcosa, o se occorrano invece tessere di partito e corrente, vassallaggi vari, cene e pubbliche relazioni. Se il superamento di un esame sia poi un'infamia di cui vergognarsi a vita, «tanto sono tutti raccomandati», sempre e comunque. E' ora di fare pulizia, anche qui. E' ora di finirla col calpestare ed irridere tante persone, i loro anni di laverò e di sacrificio, spesso oscuro ed amaro. Non è retorica: lo sa chi ha provato quello che io provai quando, un po' di tempo fa, giunto a Roma dal profondo Nord, diretto a quel concorsificio che è l'hotel «Ergife», sull'autobus, mi sentii chiedere da una signora se «conoscevo qualcuno»; no, le dissi, dopo averci messo un po' a capire di cosa stesse parlando; «porello», commentò. Quello della raccomandazione è un cancro: bisogna estirparlo. Perché il lavoro non sia più blindato per chi, da giocarsi, abbia solo i propri meriti, e non amicizie e conoscenze. Daniele Melotti, Verona La Chiesa insegni a non sprecare cibo Al momento della passata dichiarazione dei redditi, i manifesti con i pani ed i pesci invitavano i contribuenti a devolvere l'otto per mille alla Chiesa cattolica, a favore dei bisognosi. Prima della fine dell'anno, uno spot televisivo invitava i fedeli a fare le proprie offerte in modo da poterle dedurre dalla prossima denuncia dei redditi. Soltanto che tra i due messaggi pubblicitari si avverte un contrasto stridente. Nello spot televisivo si vede un sacerdote che, dopo aver accompagnato gli sposi alla porta del tempio, si dà a scuotere il tappeto rosso cosparso di riso. E' improbabile che quel riso sarebbe mai finito nella ciotola di un bambino affamato, ma il contenuto diseducativo del messaggio rimane. Ai corsi prematrimoniali non sarebbe il caso di insegnare agli sposi a non sprecare il cibo, specie mentre c'è gente che muore di fame? A meno che, dato che il lancio del riso è un rito pagano di fertilità, la Chiesa non veda tale usanza come un antidoto contro il controllo delle nascite. Franco Risso, Torino Lodi sperticate all'ex professor Amato Non capisco proprio le lodi sperticate che in questi giorni vengono rivolte, anche da parte delle massime autorità dello Stato, al presidente Giuliano Amato per la guida di un governo che ha il merito di essere mi¬ gliore del precedente, e ci vuole davvero poco, visto che lì si era proprio toccato il fondo. A me, semplice cittadino, oltre a dar fastidio l'aria professorale, ultimo retaggio di ormai lontani trascorsi accademici, rimane il ricordo di una sciagurata manovra ustiva per difendere la lira con grande gioia di nazioni amiche e che ci è costata un mare di quattrini, e attualmente la constatazione di forti aumenti di tasse e gabelle varie centrali e periferiche, che poi oltre tutto sono locali per modo di dire, vedi lei, con un forte storno alle casse centrali. Tutto questo dimenticando che un bilancio si sana con l'au¬ mento delle entrate e con un taglio alle uscite, e qui non vedo per il momento nessuna differenza con il passato. A fronte di alcune buone intenzioni, che però sono ancora tali, vi sono poi manovre da basso impero come l'ultima concernente lo schema di decreto sul pubblico impiego, con la benedizione di persone illuminate come Sabino Cassese e dei sindacati confederali, con la quale, ad esempio, si cerca di spaccare la docenza universitaria col risultato di rendere ingovernabili le Università e di scatenare entro breve tempo il malcontento degli studenti. Aspetterei quindi ancora un poco ad esultare per l'arrivo di un nuovo genio della politica, che presenta un bilancio invero modesto e che, oltre tutto, dovrebbe essere abbastanza intrigato con le sfortunate vicende del suo partito. Armando Rossi, Genova L'essere superiore si fuma 5 mila al giorno Caro signor Sonino di Ragusa, ho letto la sua lettera al giornale del 30 dicembre e devo dire che sono d'accordo con lei quando dice che la nostra società ha imboccato una strada sbagliata ma non perché ci sono persone che amano e nutrono gli animali. Le lettere al giornale come la sua mi mettono fuori dalle grazie di Dio. Lei vede solo i soldi che si spendono per gli animali e mette il paraocchi per tutto il resto, questo non è né giusto né corretto. L'uomo, questo essere così intelligente superiore a tutto e a tutti perché si fuma quattro o cinquemila lire al giorno? Se deve fare cento metri adopera la macchina? Perché i bar sono pieni di uomini che spendono e come spendono, perché la città di Napoli spende miliardi per i botti di Capodanno con centinaia di feriti che costano molto caro alla società, perché questi grandi uomini non pensano ai bambini della Jugoslavia e della Somalia che muoiono di fame? Risponda a queste mie domande se può; o sono solo da condannare le persone che amano e rispettano gli animali? Giovanna Anselmo, Torino Italiani al volante che disastro Quando ho letto l'articolo sulla Stampa del 20 dicembre intitolato, «Vita dura nell'anno che verrà per gli spericolati del volante», mi è venuto letteralmente da ridere. Pur essendo via dall'Italia da ben 20 anni, sono tutt'ora legato alla mia madre patria. Ciò vuol dire che ogni mese mi capita di tornarci. In quell'occasione devo ribadire, che non c'è paese più caotico riguardo al traffico nell'ambito del mercato comune. Questo lo posso dire con tanta tranquillità senza oltrepassare il limite del consentito. Finché alla gente viene consentito di parcheggiare la macchina in mezzo alla strada anche in seconda fila e finché gli viene concesso di mettere la macchina sul marciapiede ostruendo il passaggio ai pedoni e alla fine finché la gente (il caso dell'ultimo fine settimana, sei morti sulle strisce pedonali) viene travolta letteralmente sulle strisce pedonali, ho i miei dubbi che in Italia qualcosa possa cambiare. Secondo me non è questione di multe salate o meno, perché anche le attuali norme sarebbero abbastanza severe, ma è che queste non vengono mai applicate, altrimenti come si spiega questo comportamento poco urbano da parte dell'automobilista italiano? Alla fine mi sia concesso un'ultima osservazione, spero tanto che con l'entrata del nuovo codice della strada, si arrivi ad un po' più d'educazione e di riguardo da parte dell'automobilista. Giovanni Barocca, Langen

Persone citate: Antonio Ragusa, Armando Rossi, Daniele Melotti, Franco Risso, Giovanna Anselmo, Giuliano Amato, Langen, Sabino Cassese