Si è spenta Giulia Occhini, la compagna del Campionissimo. Era in coma da 17 mesi

Si è spenta Giulia Occhini, la compagna del Campionissimo. Era in coma da 17 mesi Si è spenta Giulia Occhini, la compagna del Campionissimo. Era in coma da 17 mesi Dama bianca, sei anni in fuga con Coppi Fu il marito, grande tifoso del ciclista, a presentarli Dalla contestata unione nacque un figlio, Faustino LA DONNA CHE DIVISE L'ITALIA GIULIA Occhini, la Dama bianca di Fausto Coppi, è morta. Prima di essere l'appassionata compagna del celebre campione, la signora Giulia Occhini era la moglie giunonica e di mitragliarne lessico d'un medico condotto. Viveva, sognando presumibilmente di trovarsi altrove e in luoghi ben più stimolanti, a Varano Borghi un paesino di succinte pretese, di rninime vitalità. Il dottor Enrico Locatelli, suo marito, le parlava di bronchiti, di pronti interventi e di un favoloso corridore ciclista, un eroico conquistatore di montagne, un annientatore di avversari. Ah, si?, diceva lei: non è che la cosa le interessasse molto. Ma un giorno il dottor Locatelli le fece la proposta di andarlo a vedere, il fenomeno. C'era forse qualcosa di meglio da fare a Varano Borghi? Si piazzarono, lei e lui, al traguardo della Tre Valli Varesine. Agosto del 1948. Il Campionissimo, conclusa la corsa, stava pedalando verso le docce e i coniugi Locatelli timidamente l'avvicinarono. Permette? Io e mia moglie l'ammiriamo tanto. Coppi sussurrò: piacere, e scomparve. Dopo quel sussurro non ci fu che il nome di Coppi nelle frasi di Enrico e di Giulia. Dal Giro d'Italia del 1949, Coppi spedì a quei due infervorati tifosi una mezza dozzina di cartoline. La signora Giuba era in estasi, senza neppure avvertire il marito e i due figli s'infilava nella «1100» e partiva alla caccia dell'asso. Quattro, cinque giorni, una settimana nella scia del dominatore. Il dottor Locatelli cominciò a sospettare che forse aveva ecceduto nel magnificare alla consorte le coppiane avventure. «Mia cara», si raccomandava quando la signora ricompariva traboccante d'entusiasmo, «sarebbe bene che tu ti moderassi». Giulia se ne in fischiava: «Qualcuno chiacchiera? Non me ne importa nulla». Chiacchieravano eccome. Quando la 1100 schizzava via dal paese, i ragazzini le gridavano dietro: «La Giuba va a fare l'amore con Coppi». E lei con un sorriso maligno: «Lo sai, Enrico, che si sono messi in mente che io sia l'amica di Fausto?». Un giorno del 1952, Pierre Cbany, giornalista francese dell'Equipe, sorprese a braccetto di Coppi una signora che si dava molte arie, una prosperosa signora avvolta in un montgomery bianco. L'avevano vista accanto a Coppi molti altri giornalisti, ma non s'erano lasciati scappare una sillaba, il Campionissimo viveva circonfuso d'una barriera protettiva, per carità silenzio, non sciupate la quiete di quel prodigio a pedali. Il 20 agosto del '53 Coppi diventa campione del mondo. Giuba è al suo fianco, impossibile tenere ancora nascosto un amore che è già crepitante. Varano Borghi, il dottor Locatelli, i due figli, un bambino che morirà presto e una bambina che si spegnerà per un tumore nel 1981, dimenticati. Così come Coppi dimentica sua moglie Bruna e la piccola Marina: ma papà quanto corre, non viene più a trovarci? Agguati di fotografi, silenzi addolorati dei compagni di gara, fughe dopo i traguardi, mesi a nasconderei. Giuba è trionfante: «Fausto non può accontentarsi d'un Izoard o d'un Pordoi, Fausto deve vivere». Nella villa di Novi Ligure, Coppi si è trasformato in un signore borghese che accogbe i cronisti in un abito grigio gessato e li fissa con uno sguardo implorante: vi prego, non parliamo di lei. Nella Villa di Novi, una notte arrivano il dottor Locatelli e due carabinieri. Il codice prescriveva due condizioni indispensabUi per procedere contro l'adulterio: querela di una delle due parti lese e la flagranza. Suona e risuona, dopo un'ora le porte si aprono. Il dottor Locatelli resta in giardino sotto la pioggia, i carabineri entrano. Giulia in tailleur nero, Coppi in vestaglia di seta: «La mia segretaria privata, la qui presente signora, è mia ospite ed è alloggiata al pianterreno. Io dormo al primo piano. Fa freddo, posso offrire qualcosa da bere?». L'ispezione a Villa Carla era fallita. Ma la rovinatrice del Campionissimo, etichetta affibbiatale dai gregari di Fausto e dai tifosi, quanti guai avrebbe dovuto passare prima che una malaria non diagnosticata per tempo mettesse fine alla storia. Quattro giorni nel carcere di Alessandria, la condanna a non rivedere i figli, il domicilio coatto a casa di una zia di Ancona, le tribolazioni di Coppi con la moglie Bruna che accetta la separazione e avrà la villa di Novi e l'usufrutto di 50 milioni toccato alla figlia Marina. Giuba pretende un figlio da Fausto e Fausto dice sì, sempre sì ad ogni suo desiderio, e il 14 maggio del 1955 nasce a Buenos Aires Angelo Fausto Maurizio che in Argentina si chiama Coppi e in Italia Locatelli perché il medico condotto di Varano Borghi s'è intignato, non vuol proprio saperne di disconoscere la propria paternità. Coppi smetteva di vincere, i suoi rari sonisi erano per Faustino, che cresceva e aveva sul viso la mestizia del padre, e per Giuba che ripeteva a lui e a quant'altri «Fausto è me non nerali di con comm Campioi l'avvicinassero: iimo, vicino a à mai». Ai fusorreggevano pagni del andola fi¬ nalmente Giulia e non più «quella lì». Gianni Ranieri La relazione le costò il carcere e l'avversione di gregari e tifosi Accanto Faustino, il figlio nato dalla relazione tra Coppi e la Dama bianca. In alto una foto del '54, a Lugano: il Campionissimo indossa la maglia iridata, alle spalle compare, per la prima volta, la Occhini