Quel tartaro iroso nato su un treno di Sergio Trombetta

Quel tartaro iroso nato su un treno Quel tartaro iroso nato su un treno Rudolf Hametovic Nureyev, tartaro, di famiglia musulmana, nasce il 17 marzo del 1938 su un treno nella regione del lago Baikal: la madre si era messa in viaggio per raggiungere il marito a Vladivostok. A undici anni, a Ufa, la capitale della Bashkiria dove è cresciuto, prende le prime lezioni di danza nonostante i divieti del padre. Nel 1953 prende parte come mimo a spettacoli di danza all'Opera di Ufa. Nel maggio del 1955 a Mosca partecipa ad un festival intitolato «Dieci anni di arte bashkira». Incoraggiato dagli insegnanti va a Leningrado ed entra all'Istituto Vaganova. Ad agosto, all'età di 17 anni, è ammesso alla scuola ed entra nel sesto corso, nella classe del grande didatta Alexander Pushkin. Due anni dopo entra nella compagnia del Kirov. Nel 1961 al termine di una tournée del Kirov a Parigi, il 17 giugno, la clamorosa decisione: rimandato d'urgenza a Mosca per ballare al Cremlino, all'aeroporto di Le Bourget elude la sorveglianza dei poliziotti e con l'aiuto di alcuni amici riesce a scappare prima della partenza e chiede asilo politico. Il 23 giugno danza già con i Balletti del marchese di Cuevas. Un an- no dopo su invito di Margot Fonteyn è al Covent Garden di Londra. Negli anni successivi vola da un teatro all'altro. Chicago Opera Ballet, la Scala, il festival di Nervi con il Royal Ballet lo vedono trionfare. Ormai è ima stella incontrastata e nel 1981 in luglio a Londra viene organizzato un imponente «Festival Nureyev» della durata di un mese. L'anno successivo ottiene la cittadinanza austriaca, mentre un anno dopo, nel 1983 entra trionfalmente all'Opera di Parigi, dove aveva avuto il suo primo successo in occidente venti anni prima, come direttore del ballo della più prestigiosa compagnia di danza del mondo. Ma presto si verificano i primi scontri per la sua direzione dell'Opera. In una lettera.aperta al Figaro i coreografi Roland Petit e Maurice Béjart lo accusano di non essere in grado di dirigere il più importante corpo di ballo francese. Il 1987 è un anno importante per il ballerino perché riceve il Capezio Award, ma soprattutto perché ritorna in Russia per la prima volta su invito di Gorbaciov. In un viaggio di pochi giorni riesce a fare visita alla madre malatissima. Cinquant'anni nel 1988. Li celebra a Los Angeles danzando Giselle con Alessandra Ferri. Nel 1989, dopo il cinema (il film «Valentino») arriva il musical: negli Stati Uniti è protagonista con successo di «Il re ed io». Lascia la direzione dell'Opera di Parigi e viene sostituito da Patrick Dupond. A Novembre, dopo ventotto anni, torna a danzare al Kirov su invito del direttore Oleg Vinogradov. Nel 1991 in occasione della grande festa organizzata in Austria per celebrare i trenta anni dalla fuga in Occidente si mette alla prova come direttore d'orchestra. Dirige in varie città italiane. Nella stessa stagione, dopo un litigio abbandona l'Arena di Verona che doveva allestire il suo «Romeo e Giulietta». Sigla un nuovo impegno con la Scala per rimontare nella stagione 92-93 i suoi balletti in repertorio e per allestirne di nuovi nelle prossime stagioni. L'otto ottobre del 1992, già profondamente minato nel fisico dalla malattia, appare in pubblico all'Opera per l'ultima volta in occasione del suo allestimento di «Bayadera». E la sua versione, nel ricalcare fedelissimamente quella danzata dal glorioso teatro Marijnskij (ex Kirov) di Pietroburgo, è un affettuoso e struggente omaggio alla tradizione di danza russa, ed è anche un segno del destino: proprio in Bay ade ra nel 1961 i parigini avevano ammirato ed erano stati colpiti dalla sua arte appassionata e travolgente. Sergio Trombetta