Addio Rudy angelo ribelle della danza di Enrico Benedetto

Una fondazione a suo nome Nureyev si è spento ieri in un ospedale di Parigi assistito dalle sorelle e da tre nipoti Addio Rudy, angelo ribelle della danza Stroncato dall'Aids, ma il bollettino medico non lo dice PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'annuncio è arrivato alle 10,28. Qualche riga appena, per dire che Rudolf Nureyev ormai non lotta più con l'Aids. Era una morte attesa, ma la notizia colpisce al cuore la Francia e il mondo. Pochi dettagli, anche nelle ore successive, per non violare un riserbo che il grande ballerino esigeva totale e cui Parigi, da allora, s'inchina. Nel piccolo ospedale ove era in cura da mesi, l'hanno assistito fino all'ultimo due sorelle e tre nipoti (uno è ballerino). «Voleva essere sepolto qui, non in patria» dice chi gli fu vicino. Lo accontenteranno. Il suo corpo riposerà in un cimitero russo a Sainte-Genevièvede-Bois. I funerali sono attesi per martedì. Se non avranno forma privata, la partecipazione cittadina sarà massiccia. Come ribadisce il premier Bérégovoy, «la Francia non dimentica che Nureyev la scelse per terra d'elezione». Nessuna voce, finora, su lasciti testamentari, messaggi, ultimi appelli. Ma trapela che desiderava fondare un istituto per soccorrere i ballerini sieropositivi quando la malattia si palesi. Lo inaugureranno a breve termine. E' uno fra i pochissimi accenni all'Aids nei commenti di pomeriggio e sera. Rudolf Nureyev rifiutava venisse pronunciata la parola. Anche post mortem il bollettino medico che stila il dottor Pierre Canesi allude a «complicazioni cardiache» ed, eufemisticamente, «un male crudele». Vi si uniforma pure «TF1», nel suo tg quasi monografico: l'Aids diviene «un flagello» senza nome. E' un pudore comprensibile, cui nessuno derogherà. Commosso Pierre Bergé, il patron dell'Opera parigina: «Dopo Nureyev la danza non sarà più quella che era. E' come quando scomparve Maria Callas, rivoluzionando il mondo lirico». Fu Bergé ad accogliere Nureyev nell'ultima comparsa in pubblico, l'8 ottobre. Scenario, l'Opera Garnier, ove Jack Lang lo decorò per la creazione de «La Baiadera». Le tv ripropongono ora quelle immagini. Nureyev smagrito, l'occhio che balza qua e là infantile, il tremore nelle mani «Non stava in piedi: lo riaccom pagnai verso l'automobile e rimasi a guardarla mentre si allontanava. Sapevo che non l'avrei più rivisto». Colleghi, uomini di cultura e spettacolo, politici, salutano con «immensa tristezza» (ancora Pierre Bérégovoy) Rudolf l'inar rivabile. Oggi hanno i flash attorno, ma perlomeno alcuni gli mostrarono una grande, anonima dedizione lungo la malattia. Visite, cartoncini di auguri, fiori. Lui sperava di venirne fuori Solo verso fine dicembre, quando la patologia si fece gravissi ma, irreversibile, non evocò più o quasi la danza, il lavoro che l'attendeva e i progetti futuri. Enrico Benedetto Una fondazione a suo nome per ballerini malati Sarà sepolto nel cimitero russo Nureyev nel suo lussuoso appartamento del quai Voltaire a Parigi; a sinistra con Margot Fonteyn

Luoghi citati: Francia, Parigi