Una strage di foche

Una strage di foche Una strage di foche Sulle Isole la più numerosa popolazione di otarie d'Europa menti sono serviti ad alleviare in qualche modo, anche se non a risolvere, una situazione in cui i rimorchiatori specializzati in salvataggio stanno scomparendo rapidamente, dato che perfino grandi compagnie come le olandesi Smit e Wijsmuller, per non parlare di quelle britanniche, possono a stento sopportare i costi di mantenere in porto i battelli di salvataggio oceanici. David Fairhall Copyright The Guardian e per l'Italia La Stampa LONDRA. La più numerosa popolazione di otarie d'Europa è messa in pericolo dal disastro della Braer. Negli ultimi 15 anni il numero delle foche sulle rive del continente è diminuito in modo allarmante, per l'inquinamento e la distruzione dell'habitat, ma alle Shetland erano rimaste dalle 800 alle 1000 otarie, che vivono sulla costa ma dipendono per il cibo dal pesce cacciato in mare. «La perdita di petrolio non avrebbe potuto verificarsi in un periodo peggiore per la "luterà luterà"», il nome scientifico dell'otaria comune, spiega Jim Conroy, ricercatore dell'Istituto di ecologia terrestre (una branca del Consiglio britannico per la ricerche), che ha passato otto anni studiando la popolazione delle otarie delle Shetland. «La disponibilità di cibo per le foche è al minimo in questa parte dell'anno. Le otarie lo raccolgono vicino al fondo immergendosi a breve distanza dalla costa. Il petrolio contami¬ na i pesci di cui si nutrono. Se le foche ingoiano il pesce contaminato vanno soggette al ulcere addominali. Se il petrolio inzuppa la loro pelliccia, le otarie muoiono di ipotermia» (cioè di freddo, perché la pelliccia non le protegge più, ndr). Per le otarie, che normalmente vivono quattro anni, le Shetland sono l'ultimo caposaldo nelle Isole britanniche. Sono tra le foche più studiate al mondo anche perché sono attive durante il giorno. Vivono di preferenza su aree rocciose costiere, vicino a sorgenti d'acqua dolce. Difficilmente si riproducono in cattività, e comunque reintrodurle nell'habitat naturale è estremamente difficile. «E' prevedibile un drastico declino del loro numero alle Shetland», dice Conroy. «In maggioranza vivono al Nord (la Braer è naufragata a Sud, ndr) ma le forti correnti spingeranno il petrolio in su; più il greggio si sposterà a Nord, maggiore sarà la strage». (j. v.] la cormorano inzuppato di greggio

Persone citate: Conroy, David Fairhall, Jim Conroy, Smit

Luoghi citati: Europa, Italia, Londra