Cercando l'alternativa

Cercando l'alternativa Cercando l'alternativa prezzi della roba da mangiare sono aumentati dal primo gennaio incontrollabilmente, la lira è ancora una volta incontrollabilmente disastrata: e intanto, torvamente, fatalmente, il sistema dei partiti matura 1 ' autoassoluzione per i furti commessi durante anni ai danni dello Stato e dei cittadini, per i ricatti esercitati sugli imprenditori. Dinieghi e ultime parole famose («nessun colpo di spugna!», «i colpevoli paghino!», eccetera) sono perentori, certo. Certo, la discussione è vivace, variata: nuova legge sul finanziamento dei partiti, contributi privati oppure pubblici, prelievi volontari sull'Irpef, indulto, mutamento della legge e sua assolutoria applicazione retroattiva, sfumature di differenza tra chi ha rubato per il proprio partito e chi per sé, interdizione dei ladri dai pubblici uffici, le proposte sono tante, si moltiplicano. Tutte, come se aver rubato ed esser stati colti dai magistrati con le mani nel sacco fosse soltanto un problema, ricercano «una soluzione». In nome d'un principio: per quanto sistematiche, annose e vaste siano state, le ladrerìe di partito non inficiano «il sistema». E un simile principio deriva a sua'volta da una constatazione data per certa: al Sistema» fflPoBBioTffB^ÉH»native, è finito il tempo in cui si poteva pensare al comunismo come a un'alternativa, il comunismo ha fallito, è rovinato miseramente e non c'è più, si potranno correggere gli errori più vistosi del «sistema» e magari vigilare perché non si ripetano, ma insomma il «sistema» è quello che è e per ripugnante, inetto o corrotto che sia bisogna tenerselo, altrimenti arrivano la lacerazione del Paese, la dittatura e la catastrofe. Sono ragionamenti del tutto comprensibili se condotti da chi di questo «sistema» fa parte, direttamente o indirettamente, come protagonista, beneficiario oppure cronista. E' naturale che costoro badino a imporre come un articolo di fede quell'idea della mancanza di alternativa che nonostante tutto garantisce loro la soprawi- j to'gi venza. E' ovvio che nessun partito al potere sceglierà di suicidarsi per la vergogna, che nessuna autoriforma dei partiti potrà riuscire se a compierla dovrebbero essere gli stessi uomini destinati a venir riformati. Ma si può sempre ragionare in maniera diversa da loro. Si può pensare che il ricatto «o noi o la fine» sia interessato, mal posto e falso. Si può pensare che il «sistema» (non certo la democrazia, ma il sistema di potere dei partiti quale s'è configurato in Italia negli ultimi decenni) sia invece effettivamente inficiato dalla corruzione. Si può pensare che il crollo del sistema comunista non possa né debba rappresentare un'assicurazione sulla vita, una garanzia d'eternità per chi ha governato male e rubato troppo. Si può pensare che il disfarsi della sinistra tradizionale, del partito socialista travolto dallo scandalo e del partito ex comunista paraliz: zato. dalla propria crisi, non' possa né debba escludere l'esistenza di un'alternativa. ' :-> Si può pensare che questa alternativa non possa né debba, necessariamente né esclusivamente consistere nella Lega o nelle altre formazioni politiche recenti o nel partito repubblicano: se migliaia di persone s'organizzano autonomamente per provvedere ai propri bisogni oppure organizzano il lavoro di volontariato per aiutare gli altri, se migliaia di persone si mettono insieme per resistere alla criminalità, se persino alia direzione dei giornali quotidiani s'è verificato uno spontaneo cambiamento di generazione, non potrebbe voler due che una alternativa nel Paese s'è già formata, ma senza leader, fuori dalla politica professionale e dai poteri costituiti? Lietta Torna buoni

Persone citate: Lietta

Luoghi citati: Italia