Il «sì» di Agroppi vale 1300 milioni

Ora Cecchi Gori jr. accusa il «Processo»: una cosa spregevole Giornata convulsa alla Fiorentina per trovare il nuovo allenatore: convocato anche De Sisti Il «sì» di Agroppi vale 1300 milioni Aldo: «Addio alla zona» IN CASA VIOLA TFIRENZE ORNA la quiete. Ci ha pensato proprio il vulcanico Aldo Agroppi a riportarla, accettando di diventare il nuovo allenatore della Fiorentina. I Cecchi Gori, soprattutto il presidente Mario che ha sempre sponsorizzato il tecnico piombinese anche quando suo figlio Vittorio decise a suo tempo di puntare su Gigi Radice, hanno accolto tutte le richieste dell'Aldo: contratto biennale a un miliardo 300 milioni di lire (500 quest'anno, 800 la prossima stagione) più un premio per la qualificazione Uefa. La nuova scelta mette la parola fine a tre giorni frenetici e isterici e sancisce due vittorie personali: quella naturalmente di Agroppi che vede così realizzarsi un sogno («Ho sempre detto che sarei tornato ad allenare solo se mi avessero offerto la Fiorentina o il Torino, i miei due grandi amori») e quello del presidente viola che ha sempre caldeggiato l'arrivo dell'ex commentatore televisivo tanto da contattarlo addirittura domenica sera. Vittorio non ha potuto far altro che obbedire («Alla lunga i vecchi hanno sempre ragione»), ma sino all'ultimo ha tenuto il piede in due staffe. E lo dimostra il fatto che ieri mattina, mentre Agroppi era riunito con il vicepresidente e i suoi collaboratori all'Hotel Savoy, adibito a quartier generale della Fiorentina, duecento metri più in là, in un altro albergo, l'Helvetia e Bristol, c'era Giancarlo De Sisti. Un altro incredibile capitolo della sceneggiata allestita dalla società viola. Il popolare «Picchio», anch'egli ex allenatore viola, era stato convocato a Firenze all'1,30 di martedì notte. «Sono arrivato a Firenze convinto di essere l'unico... candidato - confessa un incredulo De Sisti -. Alle 13 sono arrivati i consiglieri Pozzi e Bartolelli, eravamo d'accordo su tutto. Ma dopo appena otto minuti mi hanno detto che erano arrivati tardi. Poi mi ha chiamato Casasco per scusarsi. La mia reazione? Beh, gli ho detto che la prossima volta mi lascino dormire. Auguri ad Agroppi e che Iddio li illumini...». Agroppi, intanto, ha deciso di scendere a patti con il diavolo. Vittorio Cecchi Gori annuncia la sua assunzione alle 14 (ma il padre Mario, da Roma, lo aveva già fatto un'ora prima), il nuovo tecnico viola si presenta poco dopo alla stampa e ai tifosi, assiepati fin dalla prima mattina in piazza della Repubblica in attesa del «lieto evento». Confessa di non aver dormito («Ero e sono troppo emozionato, mi sembra di avere trascorso l'ultima notte prima di sposarmi»), di essere soddisfatto della scelta fatta, non promette vittorie immediate, e svela di essere ancora sorpreso. Ribadisce, con Vittorio accanto, di non temere né le critiche fino a ieri di¬ stribuite all'intero ambiente calcistico («Ma sono sicuro che mi ricadranno tutte addosso»), né soprattutto l'intemperanza del vicepresidente: «Se lui vorrà fare il tecnico, io farò il presidente. Sono più forte». E annuncia quanto tutti si aspettano: «Farò giocare la squadra a uomo, non per far felice Cecchi Gori né per sconfessare il buon lavoro di Radice, che, in base alla classifica, non avrei mai licenziato. Ma soltanto perché non ho mai attuato la zona, non saprei da che parte cominciare». E la conferma arriva direttamente dal campo: è bastato il suo primo allenamento, davanti a un migliaio di tifosi, per annunciare la formazione che stasera a Firenze, nel Torneo di Capodanno, affronterà Inter e Leeds: gli stessi uomini schierati da Radice domenica scorsa, ma con ruoli diversi, anzi con una difesa diversa, a uomo. Faccenda sarà il libero, Pioli e Carnasciali i marcatori, Carobbi il fluidificante. Centrocampo e attacco confermati ma... «se Laudrup, Orlando, Baiano e Batistuta non impareranno a sacrificarsi e rispettare le esigenze della squadra, potrei arrivare a fare a meno di uno di loro». Baiano commenta a nome di tutti: «Di sicuro è un uomo che parla chiaro». E se poi Agroppi fallirà, ci sarà sempre pronto per lui un posto libero alla Fininvest: anche Berlusconi che ha seguito apprensivamente tutta la trattativa ha voluto parlare chiaro. Tempo di brindisi allora? Sì, ma non per tutti. Vittorio Cecchi Gori mastica ancora fiele. Una mitragliatrice che si scaglia stavolta contro la stampa, contro il «Processo», contro chi ha architettato per farlo partecipare. «E' stata una trappola preordinata da alcuni giornalisti prezzolati urla il vicepresidente viola - evidentemente dò fastidio a qualche solone del Nord. Radice è stato solo un pretesto per attac¬ carmi. Non andrò mai più da Biscardi, lui e il suo staff hanno occupato senza permesso la sede della Fiorentina. Purtroppo il mio carattere impulsivo mi ha preso la mano, ma so di avere la coscienza a posto». Lunedì sera aveva minacciato di vendere tutto, di lasciare la Fiorentina. Si rimangia tutto quanto ed è l'unica concessione che riserva: «Avevo' deciso di abbandonare non tanto per la spregevole trasmissione quanto perché mi so¬ no sentito tradito dalla stampa fiorentina. Se resto è solo per i giocatori e per i tifosi che sono stati commoventi». Già, la Firenze degli spalti si è schierata tutta dalla sua parte (e lo confermano gli oltre settanta fra telegrammi e fax di solidarietà arrivati ieri alla sede viola), ma c'è anche una parte della città che continua ad arrossire dopo il patetico spettacolo di lunedì. BranellaCiullini Ora Cecchi Gori jr. accusa il «Processo»: una cosa spregevole . : e Agroppi allo stadio di Firenze con Vittorio Cecchi Gori (a sin.) e i festeggiamenti con i tifosi

Luoghi citati: Casasco, Firenze, Roma