Zuzzurro & Gaspare, mai più «Dido menica» di Alessandra Pieracci
Zuziurro & Gaspare/ mai più «Dido menica» Brambilla racconta la storia di un fallimento annunciato su Italia 1: «Sbagliato l'abbinamento gioco-comici» Zuziurro & Gaspare/ mai più «Dido menica» Il programma chiude in anticipo, tutto il gruppo toma in febbraio MILANO. «No, non c'è stata burrasca. Solo i momenti di panico del direttore di rete spaventato dai numerini dell'Auditel. Noi l'avevamo avvertito: questa formula non funzionerà. I fatti ci hanno dato ragione». Andrea Brambilla, in arte commissario Zuzzurro, ovvero la risposta italiana all'ispettore Clouseau, recita l'inconsueto ruolo di un protagonista contento di aver fatto fiasco. «No no, per noi non è stato un fiasco. Semmai, sarà stato un fiasco per la rete». Come dire, peggio per Carlo Vetrugno, il direttore scornato. «Dido Menica», versione comica del «Gioco dei nove», condotto da Zuzzurro con Nino Formicola-Gaspare e una banda di comici in prima serata su Italia 1, ha chiuso i battenti alla decima puntata, un paio di settimane prima del previsto. In precedenza, c'era stato il braccio di ferro con il direttore di rete che, visti i due milioni scarsi di audience, assillato dagli sponsor, voleva disfarsi subito della malriuscita creatura. E Berlusconi da che parte stava? «Ci ha sempre appoggiato e consigliato. Ha capito che è difficile mettere insieme un gruppo così affiatato di bravi comici, tant'è vero che torneremo a febbraio con un programma come diciamo noi». Della serie: chi decide è Berlusconi, noi facciamo riferimento a lui, che ci frega di Vetrugno. La nuova trasmissione parte da dove «Dido Menica» è approdata, o affondata. Zuzzurro, Gaspare, Pistarino, Giobbe, Iachetti e Vito, orfani del quiz, liberi dalla gabbia del giochino, dopo l'euforia iniziale, si sentiranno un po' smarriti. «Come quando ti capita un giorno di festa e pensi di godertelo. Cominci a leggere un libro e smetti al primo capitolo. Senti un disco, e ti fermi alla prima canzone. Allora esci e fai il giro dell'isolato per comprare le sigarette». Stessa scenografia, stesso cast, stessi autori (Brambilla, Formicola, Pistarino e Francesco Freirì, «come gli sci di una volta, lui è il nipote»), diversa la collocazione. «Noi siamo gente da seconda serata. Come Paolo Rossi, come Avanzi. Facciamo quei due milioni di telespettatori che alle 20,30 sono una miseria, alle 23 un successo. Usciremo il giovedì, come le filippine». Perché? «Perché il lunedì c'è la Gialappa's, il martedì l'Appello, il mercoledì la partita, il venerdì l'Istruttoria, il sabato sto a casa». Non faranno satira politica: «La realtà ha superato la fantasia. La Guzzanti è bravissima a fare Martelli, ma ormai potrebbe solo uccidere Craxi in diretta, il resto è già successo tutto sul serio». Alessandra Pieracci Andrea Brambilla è Zuzzurro, il commissario con l'impermeabile Nino Formicola è Gaspare quello lucido di brillantina Nella vita sono cognati
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