Il rischio «Con Mosca gioco sottile»

Il rischio Il rischio Con Mosca gioco sottile Non mi pare ci sia molto da stupirsi. Qualcosa di analogo accadde anche all'Italia, quando ministro degli Esteri era il conte Sforza e presidente del Consiglio De Ga- speri. Quale rischio avrebbe corso il nostro Paese se fosse entrato nel blocco occidentale, dopo aver accettato il piano Marshall? L'allora ambasciatore italiano a Mosca, Manlio Brosio, temeva che questa scelta avrebbe potuto suscitare spiacevoli reazioni a Mosca. Gli ambasciatori Quaroni da Parigi e Tarchiani da Washington erano di tutt'altro avviso. Negli anni della guerra fredda decidere in politica estera non era semplice: immaginiamoci per Adenauer, capo di un Paese che era stato nemico acerrimo dell'Urss. Per quante garanzie potessero offrire gli Stati Uniti, 10 spettro di una guerra possibile c'era, il gioco era sottile e difficile e comportava una scelta storica, di civiltà. Non ho avuto la fortuna di conoscere Adenauer, però di lui ho sentito parlare più volte Luigi Sturzo, proprio negli anni in cui 11 cancelliere aveva con Mosca rapporti non certo facili. La stima fra i due risaliva al '21, quando Adenauer era borgomastro di Colonia e Sturzo con De Gasperi andò a trovarlo per una presa di contatto fra il Zentrum tedesco e il partito popolare italiano. Sturzo era convinto che non si dovessero far pagare le riparazioni alla Germania e che si dovesse rendere impossibile un'altra guerra europea impostando subito un'unione doganale franco-tedesca. Fu il principio di un'intesa che avrebbe dato i suoi frutti solo molto tardi, dopo un altro più catastrofico conflitto. Per tutto ciò Sturzo era convinto che la politica estera di Adenauer, con tutti i sacrifici che poteva comportare, fosse nella giusta direzione e che la Germania avrebbe potuto conoscere un'autentica democrazia ancorandosi, come l'Italia, all'Occidente. Gabriele De Rosa