Il patriarca fuori del mito di Gian Enrico Rusconi

// patriarca fuori del mito // patriarca fuori del mito Dal saggio dela Zeit esce un Konrad Adenauer diverso da quello già noto alla storiografia? Non credo. Ne esce corretta l'immagine un po' oleografica del gran patriarca che ha costruito la Germania, difendendo intrepidamente i valori della democrazia e dell'umanità contro la tirannia sovietica. Che i costi della creazione della Germania Federale comportassero anche costi in termini di democrazia ed umanità, lo sapevamo già. Quello che conosciamo ora di più sulla questione dei prigionieri in Russia ne è la conferma. Il modo con cui Bonn e Mosca trattano il problema, subordinandolo entrambi alle proprie ragioni politiche, è l'esempio più lampante di che cosa fosse in concreto la guerra fredda. Adenauer appare addirittura in mala fede nel respingere vie e compromessi «umanitari». Li considera un cedimento e quindi un pericolo virtuale per la sua strategia, che vuol fare della Germania Federale uno Stato inequivocabilmente inchiodato all'Occidente. C'è una terribile, «disumana» coerenza in tutto questo. Era questa l'unica strada alla democrazia tedesca? Ecco il punto storiograficamente rilevante. Inoltre, nell'atteggiamento dei sovietici sui prigionieri, accanto a ragioni di Realpolitik altrettanto ferree, c'era la legittima attesa di un riconoscimento di colpa tedesca per quanto le armate hitleriane avevano fatto. Ma qui tocchiamo l'altra faccia della tragedia. Gli indubbi feroci atti di violenza compiuti per ritorsione dai russi, gli arbitrii, le infinite angherie sui prigionieri e poi sulle popolazioni tedesche invase creano quel corto circuito di accecamento morale che impedirà ai tedeschi un giudizio critico sul proprio passato. La Zeit da anni si è posta come compito ricordare tutto questo ai suoi concittadini. Anche spostando il tiro sul grande mito adenaueriano. Gian Enrico Rusconi

Persone citate: Adenauer, Konrad Adenauer

Luoghi citati: Bonn, Germania, Germania Federale, Mosca, Russia