Somalia non decolla la pace dei clan

Ghali alle fazioni: attenti o il mondo vi abbandonerà. I marines sparano a Mogadiscio: un morto Ghali alle fazioni: attenti o il mondo vi abbandonerà. I marines sparano a Mogadiscio: un morto Somalia, non decolla la pace dei clan Solo insulti e accuse alla conferenza di Addis Abeba MOGADISCIO. Quello suscitato dalla prima fase dei colloqui fra i signori della guerra somali riuniti ad Addis Abeba è stato un ottimismo di breve durata. Ieri i rappresentanti delle varie fazioni sono tornati a insultarsi e le divergenze sulle procedure da seguire per arrivare alla Conferenza di riconciliazione nazionale hanno paralizzato i lavori. Ma dopo dieci ore di accese discussioni, il fallimento della riunione è stato scongiurato grazie a un'intesa che prevede il proseguimento dei negoziati inter-somali per altri tre giorni e la costituzione di un ufficio di presidenza che dovrà regolare l'andamento dei lavori. Dell'ufficio faranno parte il Presidente ad interim Ali Mahdi Mohamed, il generale Mohamed Farah Aidid e il generale Omar Haji, esponente del Fronte nazionale somalo (snf, espressione del clan Marehan, lo stesso del deposto Presidente Siad Barre). Ad acuire la tensione ha provveduto una dichiarazione fatta circolare dall'«Alleanza Nazionale» di Aidid, che ha accusato il segretario generale dell'Onu Boutros Ghali e i suoi collaboratori di essersi schierati con la fazione di Ali Mahdi. E le accuse sono state al centro di un dibattito a tratti infuocato. I rappresentanti dei movimenti somali sembrano così ancora lontani da un accordo sul testo della «dichiarazione comune» che dovrebbe essere approvata a conclusione dei lavori. Secondo fonti diplomatiche, nelle discussioni di ieri si sarebbe riproposta la contrapposizione tra Aidid e Ah Madhi a proposito della Conferenza nazionale. Aidid avrebbe insistito per un impegno a convocare la conferenza a Mogadiscio, mentre Ali Madhi e i rappresentanti di quasi tutti gli altri movimenti avrebbero invece sostenuto la necessità di fissare innanzitutto una scadenza per la sua convocazione, proponendo la prima settimana di aprile. Quanto alla sede della conferenza. Ah Madhi si sarebbe mostrato propenso a convocarla negli Usa o in una capitale europea, provocando l'accesa reazione di Aidid. Oggi il segretario dell'Onu giungerà ad Asmara. Nella capitale eritrea incontrerà il presidente del governo provvisorio, Isaias Afeworki. Discuteranno oltre che della crisi somala - dell'imminente referendum di autodeterminazione dell'Eritrea, che le Nazioni Unite si sono impegnate a sovrintendere. BoutrosGhali ha comunque lanciato un severo monito alle fazioni somale, dicendo che la comunità internazionale potrebbe dimenticare la Somalia da un giorno all'altro. «Nessuno si interessa più alla Somalia», ha detto come ammonimento ai capi dei clan. Mogadiscio, intanto, ha vissuto un'altra giornata di scontri. Ieri mattina i combattimenti sono ripresi tra le fazioni rivali alla periferìa della capitale. In tutta la città sono state udite raffiche di mitragliatrice seguite da colpi di mortai e di artiglieria pesante. Gli scontri sono avvenuti 5-10 chilometri a Nord di Mogadiscio e avrebbero visto contrapposti i clan dei Murusade e quello degli Aberghidir, entrambi della famiglia Awadi. E anche i marines americani sono stati protagonisti di uno scontro a fuoco. Secondo il colonnello Fred Peck, portavoce del comando statunitense, la sparatoria è avvenuta nella zona Nord di Mogadiscio. Peck ha spiegato che un marine ha sparato un colpo contro un uomo somalo che aveva aperto il fuoco su un gruppo di marines impegnati nell'ispezione di un edificio. Il corpo del somalo non è stato ancora trovato, ma «il marine - ha aggiunto il portavoce - crede che l'uomo sia morto». E a proposito delle forze Usa in Somalia, il Pentagono è intervenuto ieri per chiarire le voci su un ritiro entro il 20 gennaio, quando Bill Clinton si insedierà alla Casa Bianca. Le autorità Usa hanno spiegato che alcuni uomini potrebbero ritorneranno in patria da quella data, ma che comunque il ritiro completo richiederà molto tempo. Anche sotto Clinton, quindi, ci saranno soldati statunitensi in Somalia. E sulla vicenda, il ministro della Difesa, Salvo Andò, ha detto che «un ritiro unilaterale del contingente statunitense o della gran parte di esso pone un problema di ripianificazione della missione». Il ministro quindi non ha escluso che si debba procedere a dare il cambio ai militari italiani impegnati nel Paese africano. Ieri i giornali di Mogadiscio hanno dedicato ampio spazio al passaggio di consegne dalle forze Usa a quelle dell'Onu. «A capo della forza multinazionale che opera in.Somalia -, ha scritto il giornale Xog-Ogaal - sarà nominato un generale musulmano che sostituirà il generale Johnston». Un altro quotidiano, Qaran, riportando dichiarazioni dello stesso Johnston, ha scritto che il nuovo comandante sarà indiano o turco. [e. st.] ■^■i Un marine Usa cerca aiuto nel vocabolario per capire un piccolo somalo [fotoap]