Catania«In corteo per Fava» di F. Al.

«Noi, braccati dalla Piovra» Catania In corteo per Fava CATANIA. Chiuso nell'impermeabile, scortato, quasi soffocato dai suoi agenti di scorta, Leoluca Orlando ieri sera ha partecipato alle commemorazioni per ricordare l'omicidio di Pippo Fava. «Non parlo, non ho nulla da aggiungere a quanto detto dal ministro Mancino», si è limitato a dire ai cronisti che gli chiedevano un commento alle notizie sulla preparazione di un attentato contro di lui. Si è seduto fra i relatori del convegno e ha ascoltato in silenzio. E' stato il giorno del ricordo, della denuncia, del risveglio. Ieri era il nono anniversario dell'assassinio di Pippo Fava, giornalista catanese in prima linea nella lotta contro la mafia. Un delitto del quale ancora oggi non sono stati scoperti esecutore e mandanti. E ieri, mentre l'arcivescovo di Catania Luigi Bommarito presentava un documento promemoria per i politici e la società civile, i «carusi» di Pippo Fava, i giornalisti che con lui avevano deciso di scommettere sulla denuncia civile dalle pagine de «I Siciliani», hanno annunciato la riapertura di quel giornale. Claudio Fava, giornalista come suo padre, oggi deputato della Rete, e gli altri che fecero vivere le idee del giornalista-scrittore ancora tre anni dopo la sua morte prima di dover chiudere, sono ritornati insieme per pubblicare un mensile che porta lo stesso nome e che avrà gli stessi contenuti di denuncia: «Non torniamo con lo spirito dei reduci - spiega Fava ma in una situazione nella quale, accanto alla denuncia intransigente, che resta valida, vi è finalmente la possibilità di elaborare un progetto civile». Giorno fissato per la pubblicazione, il 15 febbraio. Claudio Fava, che ieri sera ha preso parte all'incontro pubblico assieme al presidente dell'Antimafia Violante, allo stesso Orlando, a Ennio Pintacuda e ad altri uomini simbolo della lotta alla mafia, dice che «è ora di invertire il messaggio di speranza, di cambiamento, che anche mio padre pensava dovesse venire dal Nord. Noi vogliamo portarlo a tutto il Paese, ma partendo dalla Sicilia». Parole difficili, in una città dominata da disinteresse e apatia, che fanno eco a quelle pronunciate in mattinata, per singolare coincidenza, dall'arcivescovo Bommarito. Il capo della chiesa catanese ha presentato un documento della Commissione diocesana per la pastorale sociale, una sorta di elenco dei mali della città, dalla disamministrazione alla criminalità, [f. al.]

Persone citate: Bommarito, Claudio Fava, Ennio Pintacuda, Fava, Leoluca Orlando, Luigi Bommarito, Mancino

Luoghi citati: Catania, Sicilia