Il psi: «De Mita non è super partes»

Riuniti i socialisti della Bicamerale, sulla legge elettorale Craxi lancia un avvertimento alla de Riuniti i socialisti della Bicamerale, sulla legge elettorale Craxi lancia un avvertimento alla de Il psi: «De Mita non è super partes» Da Labriola un secco no al maggioritario uninominale «Martinazzoli non valuta le conseguenze sulla coalizione» ROMA. L'avvertimento socialista alla de di Mino Martinazzoli e Ciriaco De Mita, convertita sulla via di Damasco alla scuola di una riforma elettorale di stampo maggioritario, lo ha reso noto nel bel mezzo del Transatlantico di Montecitorio, deserto nella vigilia dell'Epifania, Silvano Labriola, uno degli ambasciatori del psi nella commissione per le riforme istituzionali. Due i messaggi: «stupore» per le ultime posizioni assunte da De Mita, che non è da considerarsi più un presidente «super partes»; e una constatazione, che contiene una minaccia ma anche la presa d'atto che forse è venuto il momento per il psi di cambiare strategia. Labriola, infatti, ha spiegato ai cronisti chiamati a raccolta appositamente che la legge maggioritaria uninominale che si profila produce tre conseguenze: «La prima è negativa perché questo progetto non assicura la stabilità di maggioranza e di governo». «La seconda è ugualmente negativa perché si prevede il superamento della formula delle coalizioni che ha governato l'Italia per 40 anni... senza ancora definire la formula con cui la si sostituisce». Infine, e soprattutto, la terza: «Abbiamo l'impressione - ha spiegato l'ambasciatore del psi - che non siano state attentamente considerate le conseguenze sul quadro politico di quanto sta maturando». Per decrittare quest'ultima riflessione, che lancia un'ombra piena di incognite sul presente di questo governo, bisogna andare alla riunione di ieri mattina tra Craxi e l'intera delegazione socialista alla commissione bicamerale (c'erano Labriola, Acquaviva, La Ganga, Covatta, mancava Capria). Lì, al quarto piano del palazzo di via del Corso, nella cosiddetta sala Garibaldi, il segretario socialista alle prese con tanti problemi non ha lesinato critiche alle ultime prese di posizione de, riassumibili tutte in un'unica espressione: sono dei «voltagabbana». Ma, detto questo, Craxi ha dissertato anche sulle possibilità che il psi ha di uscire dall'angolo in cui lo ha cacciato la nuova convergenza tra de e pds. E a questo proposito il segretario e i suoi si sono lasciati andare ad una riflessione: se la de, come pure il pds, hanno l'intenzione di cambiare il sistema elettorale per arrivare ad un meccanismo che, di fatto, obbliga i partiti a schierarsi o per un polo conservatore guidato dalla de o per un polo progressista, debbono porsi subito le conseguenze che tale scelta produce sul «presente». E cioè: democristiani e pidiessini non possono pretendere che il psi continui ad assicurare al Paese la governabilità in accordo con la de fino alle elezioni per poi essere costretto a presentarsi al voto accomunato alle altre forze politiche di opposizione. «Come fa Amato - ha domandato Craxi nella riunione, con un'immagine volutamente semplice ma efficace - a stare al governo fino alle elezioni con la de per poi sperare, secondo la logica del sistema elettorale che si profila, di essere eletto con i voti del pds?». E, naturale, dalla riunione è venuto fuori il «rilancio» (per usare un termine pokeristico) che il segretario del psi potrebbe fare nella partita delle riforme elettorali. L'ipotesi d'accordo su cui stanno marciando de e pds, secondo lo stato maggiore del psi, presuppone, infat¬ ti, una conseguenza immediata: che il pds entri nel governo o che il psi ne esca. Un ragionamento chiaro, che non fa una grinza per il segretario socialista, ma, soprattutto, un'arma di persuasione per raggiungere due possibili obiettivi: tentare di far tornare la de sui suoi passi (ma un epilogo del genere è altamente improbabile); o, altrimenti, creare le condizioni per dare al psi la possibilità di condizionare il passaggio dal sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario con una sua proposta. Sì, non è detto ma è assai probabile che nella prossima settimana escano fuori le coordinate di quello che potrebbe essere l'accordo per un sistema maggioritario che piaccia anche ad un proporzionalista come Craxi. Del resto ad un accordo del genere potrebbe essere propedeutica anche l'intesa tra i proporzionalisti e i maggioritari del psi: una condizione che Craxi ha più volte posto per lasciare la segreteria. Questo è quindi il piano con cui Craxi spera di uscire dall'isolamento in cui si trova in tema di riforme elettorali: rimane da vedere se il segretario del psi ha ancora la forza per farlo riuscire. Augusto MinzoJini Bettino Craxi ha riunito a via del Corso i membri psi della commissione bicamerale

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