La droga fa tremare l'Europa unita di Fabio Galvano

L'abolizione delle dogane rischia di favorire i mercanti di stupefacenti L'abolizione delle dogane rischia di favorire i mercanti di stupefacenti La droga fa tremare l'Europa unita E la Danimarca corre ai ripari mobilitando la Marina Patto segreto per intercettare i traffici di eroina BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Allarme droga a pochi giorni dalla nascita del mercato unico europeo. La polizia danese, di fronte al pericolo di un'invasione dopo l'abolizione delle dogane comunitarie, ha fatto addirittura un accordo segreto con la Marina per intercettare i mercanti di morte. Un accordo segreto, spiega il giornale danese che dà la notizia, perché il mondo politico avrebbe storto il naso di fronte a misure ritenute assolutamente necessarie, ma che avrebbero fatto sospettare la Danimarca di voler subdolamente ripristinare le dogane e quindi - dopo l'alt al trattato di Maastricht - di ferire un'altra volta gli interessi dei Dodici. All'allarme danese replica l'Olanda, che è decisa a stringere le reti antidroga dopo la pubblicazione di un rapporto che mette il Paese dei tulipani in testa a una classifica della criminalità fra venti Paesi. L'amarezza dell'Aia è tale da far pronunciare al vicepremier Wim Kok queste parole: «Palermo è più vicina di quanto pensiamo». Non e un segreto che l'apertura del grande mercato unico, con l'abolizione delle dogane interne, rappresenta una grande tentazione per la malavita organizzata. Benvenuti al supermarket Europa, dicono a Bruxelles; ma sovente senza fare i conti con talune realtà locali, in questo caso con il fatto che la maggior parte dei punti d'accesso alla Danimarca sono via mare, quindi al tempo stesso frontiere interne (da abolire) ed esterne (da rafforzare). In attesa che la Cee risolva i casi più delicati (il mercato interno è affidato al commissario italiano Vanni d'Archirafi) ciascuno si difende come può. Così ha fatto la Danimarca. Ritenendo che la maggior parte del traffico avvenga via mare, la polizia ha chiesto e ottenuto la cooperazione della marina per controllare ed eventualmente seguire il naviglio sospetto diretto verso i porti danesi. Se c'è stata segretezza, afferma il quotidiano JyllansPosten, è per paura che il mondo politico potesse opporsi al piano. Dove invece il governo è impegnato in prima linea con le forze dell ordine, anche se non si solleva ancora un problema di dogane, è in Olanda. Nei Paesi Bassi il 1992 è stato un anno record per la criminalità: 250 omicidi, molti per un Paese di 15 milioni; un crescente e inquietante panorama di denaro sporco riciclato, regolamenti di conti, corruzione; un giro d'affari - per gioco d'azzardo e traffici di armi e droga - valutato in 6 miliardi di dollari. Ma quel che è peggio, come rivela l'inchiesta (International Crime Survey) svolta sotto gli auspici dell'Orni, è la crescita della piccola criminalità legata alla droga, che colloca l'Olanda davanti a Usa, Italia, Gran Bretagna e Francia. In un anno, dice il rapporto, un olandese su tre è stato vittima di un crimine. Sono aumentati del 40 per cento gli incidenti con armi da fuoco (da 163 a 225), del 10 per cento i furti d'auto, ancor più quelli di biciclette e autoradio, tipica «merce» dei tossicodipendenti. C'è chi si domanda se la politica finora seguita, che consente la drogaleggera, sia giusta; e addirittura qualcuno, come il ministro della Giustizia Ernst Hirsch Ballin, ammette che «la società olandese non è riuscita a integrare socialmente i giovani»: «Sono sempre più numerosi quelli che ritengono normale portare un'arma». Di fronte a quella «seria minaccia allo Stato di diritto», l'Aia chiede una secca controffensiva. «Se non faremo niente - dice Wim Kok - il veleno s'insinuerà sempre di più». A quando l'allarme-frontiere? Fabio Galvano Allarme anche dall'Olanda Il governo «Adesso Palermo con la sua mafia è più vicina» Un recente sequestro di cocaina. Il «Supermarket Europa» ha paura per l'invasione dei mercanti di morte

Persone citate: Crime, Ernst Hirsch Ballin, Vanni D'archirafi, Wim Kok