Ammazzato a coltellate il mago di piazza Navona di Giovanni Bianconi

L'omicidio la notte di Capodanno, s'indaga nel mondo dei gay L'omicidio la notte di Capodanno, s'indaga nel mondo dei gay Ammanalo a coltellate il mago di piazza Navona ROMA. Sul campanello c'è un biglietto di visita coi caratteri gotici: «Prof. Walter Norbert Heymann». Sulla porta, un cartello scritto a mano: «Compagnia carabinieri Roma Trastevere - Appartamento posto sotto sequestro per indagini di polizia giudiziaria». Dietro quella porta sigillata, al quinto piano di un palazzo d'inizio secolo, è chiuso un mistero: l'uomo che abitava nel piccolo appartamento - camera cucina e bagno - è stato ammazzato con sette coltellate la sera dell'ultimo dell'anno. Chi e perché ha ucciso il professor Heymann, nato ad Hannover, Germania, 52 anni fa? «Io sono tornata ieri dalle ferie, non so niente - dice la portiera -. Abitava qui da due anni, lo vedevo quando usciva la mattina per fare la spesa. So che faceva il mago a piazza Navona. Era omosessuale e si vedeva, spesso rientrava con dei ragazzi. Sempre diversi ma tutti giovani, e anche belli». Da Trastevere a piazza Navona, il regno del «mago» ammazzato alla vigilia di Capodanno. Lavorava qui da almeno quindici anni, e i frequentatori abituali dell'antico stadio di Domiziano e del dedalo di stradine che lo circondano - luoghi che hanno dato tanto alla cronaca nera romana, dal somalo bruciato allo Stewart gay assassinato in casa - se lo ricordano bene. «Lo chiamavano tutti "Maga Maghella" - racconta "Calamita", due orecchini al lobo destro e tatuaggi che spuntano su ogni pezzetto di pelle, venditore di quadri -. Però era il più bravo di tutti, conosceva sei lingue. Anche i politici si facevano fare le carte da lui». In effetti qui di deputati e senatori ne passano tanti, palazzo Madama è a pochi passi, Montecitorio appena due piazze più in là. Un altro ambulante sorride: «Se era tanto bravo poteva pure prevede che l'ammazzavano!». Il motivo di quel soprannome, «Maga Maghella», è facilmente intuibile, Heymann non nascondeva la sua omosessualità. Piccolo e non certo bello, gobbo e sdentato, con un fare un po' effeminato e un po' laido. Apriva il suo banchetto di tarocchi in corsia Agonale, la stradina che da piazza Navona porta al Senato, la via dei maghi. Dalle otto di sera fino a notte fonda molte candele restano accese, una per ogni tavolino. Ma quello che radunava più curiosi e più clienti era il banchetto di Heymann, mantello nero e cilindro, qualche volta il viso dipinto di bianco. Con tutte le lingue che conosceva attirava molti stranieri. «Guadagnava più di tutti i cartari, centinaia di migliaia di lire ogni sera», dice un amico del «Calamita». E quando gli capitava qualche bel ragazzo, fatte le carte il «mago di piazza Navona» proponeva: «Qui ti posso dire solo questo, ma c'è dell'altro. Vieni a trovarmi a casa». E' così che si ritorna a viale Trastevere 143, il palazzo del delitto. «Un viavai di gente, ma non davano fastidio», dice la portiera. A dare l'allarme, domenica sera, è stato Marinko Blagovic, 24 anni, uno slavo amico di Heymann. Per un anno avevano vissuto insieme, poi il giovane se n'era andato. Però continuavano a sentirsi. Erano giorni che Blagovic telefonava e A «mago» non rispondeva, non c'era nemmeno la segreteria telefonica. Aveva conservato le chiavi dell'appartamento di Trastevere, e domenica ha deciso di andare a vedere. Aperta la porta, lo slavo ha scoperto il delitto. Heymann era steso su un letto sfatto, in mezzo ad una grande chiazza di sangue, indosso solo una maglietta. Aveva in mano il portafogli, pieno di banconote da centomila lire. C'era una finestra aperta, un tappeto rovesciato, sulla parete un ritratto di Papa Giovanni, sotto il televisore una collezione di cassette pornografiche. Non un piatto sporco né una cicca, su un altro letto un costume pronto per essere indossato, forse per i festeggiamenti di Capodanno. E' stato il medico legale a stabilire la data del decesso, tre giorni prima del ritrovamento, causato da sette coltellate, quasi tutte al to¬ race. Omicidio premeditato o scatto d'ira? Gelosia o ricatto? Un solo assassino o più di uno? «Ladri non erano, forse cercavano qualcosa, chissà se l'hanno trovata», commenta un ufficiale dei carabinieri. Le indagini sono cominciate «dalla cerchia di amici del deceduto». Si torna in piazza Navona, dunque. Cartomanti di giorno non ce ne sono. Sfidano il freddo polare i venditori di quadri e i ritrattisti, a parte i gestori delle bancarelle di Natale che però sono «stagionali». Da «Ninetto» al «Pantera», dall'edicolante che gli vendeva «Stern» al droghiere da cui acquistava le candele, tutti ricordano «Maga Maghella» come un tipo eccentrico. Nessun attrito, ma nemmeno troppo amore. «Pittori e maghi fanno vite separate» dice il «Calamita». «S'era fatto amico pure 'no sbirro», aggiunge il suo socio. Chi può averlo ammazzato? «Ma che te frega - risponde lo stesso ragazzo -, tanto 'sta storia finisce come via Poma, un gran casino e poi nun se sa più gnente». Giovanni Bianconi Esclusa l'ipotesi della rapina Originario di Hannover, faceva le carte anche ai parlamentari Piazza Navona era il regno del mago ucciso A lato, la vittima: il «professor Heymann»

Luoghi citati: Germania, Hannover, Roma