Fabbrica degli invalidi Otto arresti a Catanzaro

Medico ai vertice dell'organizzazione Medico ai vertice dell'organizzazione Fabbrica degli invalidi Otto arresti a Catanzaro Falsi certificati per avere la pensione Le pratiche costavano da 2 a 4 milioni CATANZARO. L'esercito degli invalidi civili di Catanzaro rischia un brutto ridimensionamento dopo l'operazione che, ieri, ha mandato in galera «vertice» e «manovali» (8 persone in tutto) di una organizzazione che fabbricava invalidi fasulli. Per i carabinieri ed i giudici di Catanzaro al vertice dell'organizzazione c'erano un medico, il dottor Giuseppe Giannini, 53 anni, e la moglie, Ornella Ferragina, sua coetanea, molto nota in città per essere titolare di un'avviata scuola di danza. Per gli inquirenti, i due con i loro collaboratori - tra cui alcuni insospettabili come Lucia Celiano, dipendente della Sip di Catanzaro - avrebbero messo in piedi una struttura capace di speculare, monetizzandola al massimo, sulla necessità di molti di ottenere il tanto agognato «marchio» di invalido. E qui è meglio chiarire che chi viene riconosciuto tale ha davanti a sé due strade, entrambe appetibili: la prima è quella di partecipare a concorsi pubblici e di sfruttare le corsie preferenziali che danno accesso alle cosiddette categorie protette (invalidi, orfani di caduti sul lavoro, ecc.) cui la legge riserva una consistente fetta dei posti in enti pubblici; la seconda, certo più sicura, è la pensione che viene erogata, direttamente dal ministero dell'Interni. Per molti catanzaresi e calabresi più in generale quella pensione è l'unica fonte di sostentamento e per ottenerla sono stati disposti a penare parecchio: lungaggini burocratiche, visite su visite (e fin qui si resta nel lecito), pagare chi li ha agevolati (e qui invece si supera il limite della legalità). In queste persone Giannini ed i suoi soci hanno trovato terreno fertile. Così, a seconda delle difficoltà che si dovevano superare per fare ottenere le agognate qualifiche, l'organizzazione incassava dai 2 ai 4 milioni, secondo quanto emerso dalle indagini. Quanto fatturava? Difficile accertarlo ma i carabinieri - molto abbottonati in questa vicenda parlano di un primo troncone di un centinaio di pratiche sospette. Ma i militari sembrano intenzionati a non lavorare tanto sui beneficiati (per molti dei quali i reati contestabili sono ad un passo dalla prescrizione, se non vi rientrano già), quanto a venire a capo di complici che gli 8 arrestati di Catanzaro certamente hanno avuto, perché da solo Giannini - sospettano gli investigatori - non può avere fatto tutto. Non può avere condizionato a suo favore le scelte di un organismo collegiale quale era appunto la Commissione medica provinciale per il riconoscimento di invalidità di cui il sanitario faceva parte. Un'indagine che si è mossa su binari particolari. I carabinieri, ad esempio, non hanno sequestrato nemmeno un documento per timore che i sospettati avessero il tempo di farne sparire altri, forse più importanti. Come uno degli arrestati ha tentato di fare anche ieri mattina, ma è stato preceduto d'un soffio dai carabinieri, cui è riuscito il colpo grosso: l'archivio dell'organizzazione con tanto di nomi, copie di domande, ((malattie» e prezzario. Giannini, in un certo senso, era un soggetto «a rischio»: nel 1977, quando era medico convenzionato dell'Inani, fu sospeso per ordine del magistrato. L'accusa: concussione. Diego Minuti

Persone citate: Diego Minuti, Giannini, Giuseppe Giannini, Lucia Celiano, Ornella Ferragina

Luoghi citati: Catanzaro