Pfeiffer: «Kennedy amore mio» di Lorenzo Soria

r Incontro con l'attrice protagonista di «Love Field» diretto da Kaplan Pfeiffer: «Kennedy amore mio» Viaggio a Dallas di un 'estetista LOS ANGELES. «Love Field», di Jonathan Kaplan, terminato da un anno, era rimasto ingolfato nella crisi finanziaria della sua casa di produzione. Anche adesso, a ristrutturazione avvenuta, la Orion ha potuto fare uscire il film per una sola settimana e in preparazione del lancio in grande stile che avverrà a febbraio. Ma le regole dell'Academy impongono che i film vengano esibiti entro la fine dell'anno e alla Orion non si sono fatti sfuggire l'occasione. Perché se c'è un'interpretazione che ha scritto Oscar da tutte le parti è quella di Michelle Pfeiffer, che per interpretare «Love Field» ha rinunciato alle offerte che le erano state fatte per «Thelma & Louise», ma non ad un nuovo amore: dopo Eric Clapton, infatti, la bellissima Michelle sembra essersi invaghita del giovane produttore cinematografico David Kelly. Dopo essere stata la «Catwoman» di Batman, la Pfeiffer non avrebbe potuto scegliere personaggio così diverso. In «Love Field» è Lurene Hallett, un'estetista in preda a una totale infatuazione per il presidente Kennedy e per la moglie Jacqueline, la First Lady degli Stati Uniti. Quando nel novembre del '63 viene a sapere che si apprestano a visitare la sua città, Dallas, Lurene è eccitatissima e decide di partire per incontrare il «suo» Presidente. Ma quel giorno di festa, lo sappiamo bene, ormai fa parte della storia, si trasformò in una tragedia. Per stare vicino a John Kennedy, non le resta che imbarcarsi in un autobus e intraprendere un viaggio verso Washington, per unirsi al suo idolo nel giorno del suo funerale. Oltre che un (uroad movie» nell'America in preda al lutto e alle convulsioni della lotta per i diritti civili, questo è un viaggio dentro un personaggio triste, deluso, che pure ha qualche sprazzo di humor. Abbiamo incontrato la Pfeiffer a Beverly Hills. Ci ha parlato della sua ultima interpretazione, delle donne di Hollywood, di se stessa, delle sue esperienze di attrice, delle sue scelte. Perché Lurene invece di Thelma o di Louise? «"Thelma & Louise" è un film molto bello, uno dei miei preferiti. Ma quando ho letto la sceneggiatura di "Love Field" ho sentito una speciale relazione con le sue parole, i suoi ritmi. Mi sono sentita ispirata e so che queste sono le condizioni migliori per lavorare. E ho dunque fatto la mia scelta». «Love field» ruota attorno all'assassinio Kennedy Che cosa ricorda lei di quel giorno? «Per la prima volta ho visto piangere i miei genitori. E con loro, i miei maestri, la preside, altri adulti. E questa è stata la cosa che più mi ha spaventato Ero troppo giovane per capire l'immensa tragedia che avreb be sconvolto il mondo, ma mi sentivo come terrorizzata». Il viaggio in autobus di «Love Field» è una scusa per osservare l'America che cambiava, di 30 anni fa? Quali cambiamenti sta portando Clinton, nuovo giovane Presidente? «Kennedy rappresentava un senso di speranza, così come il nuovo Presidente eletto. L'assassinio di Kennedy è stato anche uno dei colpi più tremendi subiti dal nostro Paese, la perdita della nostra innocenza». «Love Field», è un film in cui si parla molto di razza e di tolleranza razziale. Il cinema ha il potere di generare consapevolezza e cambiamento? «Più che sulle relazioni razziali, questo" è Uh film su quelle persone che ne attraversano i confini. Che siano "confini" di razza, di sesso, di classe non importa. E' importante che il cinema tocchi questi temi. Perché, anche se cambia la vita di un numero limitato di persone, hai già ottenuto qualcosa». Cosa pensa delle tensioni razziali, di ieri e di oggi? «Vorrei che l'essere di razza diversa non fosse un problema. E a questo proposito vorrei citare un film che ho visto l'altro giorno, "Guardia del corpo" (con Kevin Costner e Whitney Houston). Il fatto che si tratta di una relazione interrazziale viene trattato come un fatto normale, senza alcun riferimento specifico. E ho trovato questo incoraggiante, rinfrescante». Parliamo di donne, di donne nel cinema. Il 1992 non è stato un grande anno... «E' stato un anno decisamente brutto. E, per ironia, è anche l'anno in cui con gli Oscar verranno celebrate le donne. Le cose comunque stanno cambiando, anche se il '92 è da dimenticare». «Love Field» è il suo se¬ condo film rinviato. Ciò la frustra? «La cosa importante è che un film venga presentato al momento giusto. "Love Field" è rimasto vittima dei problemi della Orion. Quanto a "The Age of Innocence", Martin Scorsese è un regista che, entrato in fase di post-produzione, prende tutto il tempo che gli è necessario. E anche per questo nutro per lui solo ammirazione, meglio lui che quelli che fanno tutto in fretta per rispettare una certa data e finiscono per mettere a repentaglio la qualità del film. Lavorare con Martin è stato come un sogno, anzi qualcosa di più. Perché quando poi il sogno si è avverato e ho avuto l'occasione di lavorare con lui, la realtà si è rivelata superiore alle mie aspettative». Il suo amore con Eric Clapton quindi è finito, lei ha un nuovo amore... «Se una ragazza fa un paio di colazioni con qualcuno voi giornalisti dite che è già fidanzata. Eric Clapton era soltanto un amico e basta, ma perché non mi vuole credere?». Lorenzo Soria «Per questo lavoro ho detto no a "Thelma & Louise"». Intanto lascia Eric Clapton e aspetta l'Oscar Nella foto grande: Michelle Pfeiffer. Sopra: il presidente Kennedy con Jacqueline nel tragico giorno di Dallas

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