Ma da noi chi paga?

Ma da noi chi paga? Ma da noi chi paga? Polemica fra gli italiani il ERGOGNATI del tuo passato, delle tue idee, dei tuoi amori culturali. E «stai punito». La mannaia intellettuale francese che si è abbattuta sul vietnamita Nguyen Khac Vien esiste, o potrebbe esistere, in Italia? Secondo scrittori e filosofi di casa nostra questi tempi di terremoto ideologico addolciscono la strada alla nostra vocazione al trasfor¬ mismo, ma i giudici più feroci sarebbero proprio coloro che hanno corretto le loro posizioni. Apprezza la severità francese il filosofo Marcello Veneziani: «Da noi c'è un culto esasperato del pentitismo: ci affidiamo a chi era sulle barricate per condannare le barricate». E punta il dito su una censura non retroattiva: «Berto, Prezzolini, Spirito, Morselli hanno pagato posizioni di destra pur non avendo responsabilità nella politica o nell'ideologia di destra. I filo-br, invece, non pagano. All'Università i baroni rossi hanno smesso di essere rossi e continuano a fare i baroni». Lei, in una giuria, negherebbe un premio per questioni che risalgono a ventanni fa? «Ne terrei conto, soprattutto se si premia la persona. Ma anche nel caso di una singola opera si deve vagliare la biografia intellettuale e civile dell'autore». «Per fortuna da noi non c'è l'Accademia», taglia corto lo scrittore Paolo Volponi, parlamentare di Rifondazione comunista: «Non si crede più a questi riconoscimenti pubblici. Ormai ovunque si cambia idea, si fa del trasformismo. Da noi è più scadente che altrove, serve anche a meno. Ma non si paga, prevale la situazione umana. La gente viene abbracciata e portata avanti». Il polemista Ruggero Guarini non si stupisce: «Crolla un'utopia e tutti perdono la bussola. Due le strade: i facili oblii, le sanatorie, il vanto di essere sempre stati democratici; oppure piccoli gruppi che si intestardiscono su un'opposizione frontale». Dunque, trasformismo innocente, passato da perdonare? «Dipende dal grado di compromissione. Molti sono semplicemente passati dall'utopia al pragmatismo». Fra i «testardi» c'è l'italianista Franco Fortini: «Non rinnego i miei testi. I "giudici" fanno quel che possono: isolare gli irriducibili». Ma lei, professore, ha sbagli da ammettere? «Certo: a fine Anni 70 ho capito che il significato della Rivoluzione culturale non era quello che ci avevano detto. Ma il giudizio su oggi lo daranno fra vent'anni. Intanto ci fa la lezione l'ex nomenklatura comunista, chi ha approvato lo schiacciamento della rivolta ungherese o ha accettato Praga. Una commissione presieduta da Colletti, con Strada, Vertone e altri condannerebbe chiunque abbia esaltato Hanoi». Marco Neirorti

Luoghi citati: Hanoi, Italia, Praga