Baruccifa l'arabo, Reviglio pensa, Goria prende le uova di Francesco CinganoGianni Zandano

Baruccifa l'arabo, Reviglio pensa, Goria prende le uova I NOMI E GLI AFFARI Baruccifa l'arabo, Reviglio pensa, Goria prende le uova Gennaio si presenta indaffarato per i ministri economici. Bisogna completare le nomine bancarie, stare dietro alla privatizzazione del Credito Italiano, far partire il treno dei nuovi investimenti pubblici, arrivare al dunque per l'Imi. Piero Barucci è negli Emirati. Sulle privatizzazioni sta giocando il suo futuro politico, dunque vuole toccare con mano le possibilità di eventuali partner. Ha ragione. Visto quello che succede, meglio non fidarsi di nessuno. A Roma Giuseppe Guarino è contento. E' riuscito a entrare nella terna che presiederà le privatizzazioni, e ha portato a casa anche la supervisione del piano per 1' energia, un boccone grosso sul quale potrà esercitare la sua astuzia. Il ministro del Bilancio, Franco Reviglio, è afII ministro faccendato a Giovanni Goria predisporre le Gianni Zandano pedine sugli scacchieri delle «task forces» di intervento. Mentre il povero Giovanni Goria, dopo l'impuntamento che ha fatto slittare a gennaio 0 via agli incentivi per piazza Affari, è stato oggetto di assalto da parte degb agricoltori. Tra i quali qualcuno ha sospettato la presenza di operatori di Borsa truccati da villici. Curiosa faccenda questa degli incentivi. Ed ennesima grana per il ministro del Bilancio, il quale sembra aver perso quell'aplomb che, unito ad un particolare sex appeal (di cui non si hanno recenti notizie), lo aveva reso famoso ai tempi in cui reggeva le sorti del ministero del Tesoro. Con botti e cenoni si è chiuso l'anno vecchio. Tra gli Oscar del Ridicolo, il 1993 ha fatto «tombo¬ la» con la beffa della lettera spedita da Fondiaria e mai arrivata a Wolfgang Kaske, presidente della compagnia tedesca Amb. Col risultato di una pesante svalutazione del pacchetto Fondiaria in Amb. Il fatto è talmente incredibile che, visto lo stato di tensione tra alcuni soci della compagnia fiorentina (vedasi Camillo De Benedetti e Carlo Samai e il ridimensionamento di Alfonso Scarpa, sorge il sospetto di un tiro mancino. Alla luce di questo ultimo episodio, logica vorrebbe che il gruppo Fondiaria, probabilmente smembrato, si avviasse senza indugi verso nuovi lidi: per Camillo De Benedetti e la Milano sarebbe pronto il golfo sicuro dell'istituto guidato da Gianni Zandano, che già ne è di fatto il pa- Francesco drone; la bla so- Cingano nata capogrup- Umberto po dovrebbe Veronesi veleggiare verso l'universo che gira intorno a Eugenio Coppola di Ganzano, o orbite vicine alla Mediobanca, presieduta da Francesco Cingano. Per lo sci di Natale, Saint Moritz ha eclissato Cortina. Nella .vallata, quest'anno il vero chic è spostarsi - 22 minuti di elicottero - sulle piste dell'Austria; il polo d'attrazione top resta invece quello di sempre: le ville del Suvretta. Il veglione più clamoroso è stato a casa dei Perfetti, padroni della Gomma del Ponte. Robert De Niro, ospite nella villa che gli ha messo a disposizione Silvio Berlusconi, ha brindato al Palace. Tuttavia, anche il ritmo di vita dei privilegiati soccombe oggigiorno alle leggi comuni. Giovedì sera, il popolo di Saint Moritz era compatto davanti alla tv, per ascoltare le parole del presidente Oscar Luigi Scalfaro, seguite dal messaggio di Alfred Ogi, presidente della Confederazione. «Ce la faremo» ha rincuorato Scalfaro, mentre il collega Ogi ha rilanciato l'Europa. «Svizzeri, non isolatevi - ha esortato - imparate a comprendere gli stranieri». Venerdì mattina, il copione si è ripetuto, questa volta per il Concerto di Capodanno diretto da Riccardo Muti, il divino tanto amato. Sia sulle nevi che nelle città, il tema d'obbligo di cene e dopacene, brunch e cocktail è uno solo: la politica. Con la Lega nella parte di elemento deflagrante. Vuoi una rissa? Semplice: tura fuori Umberto Bossi. La passione politica coinvolge tutti. A Nando Dalla Chiesa Brescia, gli amici aspettano al varco Mino Martinazzoli, pronti a tagliarlo a fette se non voterà a favore dell'autorizzazione a procedere per il segretario del psi. A Milano, gli occhi sono puntati al prossimo sindaco. L'identikit è semplice da tracciare. Difficile è trovare un essere in carne ed ossa che possa, e voglia, entrare nello stampo. Resta sempre in piedi l'ipotesi di Berlusconi primo cittadino, mentre altri (area repubblicana e non) sperano di strappare al Garofano il famoso oncologo Umberto Veronesi. La democrazia cristiana avreb¬ be in animo di mettere in pista il presidente della Camera di commercio, Piero Bassetti. E va da sé che Giampiero Borghini si candiderà come il «salvatore della Milano post-tangenti». Per la Usta Mani pulite fino a poco tempo fa non esistevano dubbi: il nome era quello di Nando Dalla Chiesa. Ma, ora si mormora, anche Franco Morganti avrebbe delle aspirazioni. Esistono poi candidature pop, con insospettabili estimatori, come quella di Paolo Hutter di Radiopopolare, sorretto dagli amici del «Fuori». Per non parlare dell'idea provocatoria dei missini, di candidare l'ignaro giudice Antonio Di Pietro. A Torino, la presenza del commissario e le nuove elezioni hanno rimesso sulla scena il vecchio Diego Novelli. Mentre nella de c'è anche chi vorrebbe candidare l'ex presidente della Confìndustria, Sergio Pininfarina. Valeria Sergio SaCCM Pininfarina Sergio Pininfarina Piero Bassetti Carlo Sama Umberto Veronesi Francesco Cingano Gianni Zandano II ministro Giovanni Goria Nando Dalla Chiesa

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