«lo Pippo e la mia gelosia uniti ma in case separate»

«Mi mando fiori per farlo insospettire, ma lui non ci casca» «Mi mando fiori per farlo insospettire, ma lui non ci casca» «lo, Pippo e la mia gelosia uniti ma in case separale» KATIA RICCIARELLI ASpoleto nevica. Per raggiungere la casa-castello di Katia Ricciarelli bisogna mettere le catene. La cantante sta chiusa in casa con sua sorella, la sua maestra di canto, i suoi nipoti; Baudo è appena partito per Roma dove lo attendono gli impegni televisivi. In casa si respira un'atmosfera post-natalizia: grandi panettoni, un albero di Natale. Il giorno prima hanno giocato tutti alla tombola. Katia mi chiede subito se voglio un caffè, poi ci sediamo attorno a un grande tavolo e lei dice: «Domani vado anch'io a Roma a raggiungere mio marito e sua figlia Tiziana. Mi piace molto stare a Spoleto, è la mia casa. La comprai quindici anni fa. Stavo a Londra, il maestro Menotti mi chiamò a Spoleto per cantare la Messa di Requiem, vidi questa casa che era un rudere, la comprai, me ne innamorai e ci torno ogni volta che posso. Anche mia madre vi trascorse i suoi ultimi anni di vita. Mio marito ed io teniamo le nostre case separate anche se poi viviamo spesso insieme a Roma». Qual è la sua città preferita? «Per lavorare New York, Londra, Parigi, le città del Sud Italia, Mantova. Non mi sono mai abituata a vivere a Roma o a Milano». Come vivete lei e Pippo Baudo? «Ci vediamo poco perché abbiamo molti impegni, ma ci sentiamo tutto il tempo al telefono, anche quindici volte al giorno. Io sono molto attaccata alla famiglia e anche Pippo. Questa è l'ultima vera storia importante della mia vita. Io ho vissuto come un capofamiglia fino a 39 anni!». Però ebbe una lunga storia d'amore con Carreras? «Sì, durò tredici anni, ma finì in modo penoso, lui non riuscì a lasciare sua moglie!». E con Pippo? «Siamo diversi, ma molto uniti. Lui vorrebbe viaggiare con me ma è un animale più italico. Adora la televisione. Non può fame a meno. Pensi che quando mangiamo lui tiene il televisore acceso e lo guarda con un occhio e con l'altro guarda me. Ormai sono abituata. Anche alla mattina, appena svegli, lui vuole leggere tutti i giornali e poi telefona ai suoi collaboratori. E' lui che decide, anche quando si fa una passeggiata». Questo le piace? «In fondo sì. Un uomo che mi protegge e che decide anche per me». Lei ha dichiarato ad «Harem» che lo ucciderebbe se la tradisse. E' vero? «Certo. Mi dava fastidio anche vederlo in televisione o fotografato con belle ragazze sulle copertine dei giornali. Poi mi sono abituata. Ma anche lui, quando è qui e suona il telefona, mi chiede sempre: "Chi è? Chi è?"». Dunque è geloso anche lui? «Mah! All'inizio del nostro matrimonio mi mandavo dei fiori da sola per provocarlo, perché mi chiedesse chi era che li aveva mandati. Però non lo faceva...». Pippo dice che lei è infantile. E' vero? «Sì, dice che è colpa dei personaggi che interpreto all'opera. Mi dice "scendi, scendi!". Pri¬ ma mi arrabbiavo, adesso meno». Lei è una donna facile? «No. Ma Pippo mi sa prendere quando dichiaro: "Me ne vado". Lui mi lascia andare, sa che tornerò, lui è molto razionale». E con la figlia di Pippo, Tiziana? «Ci vediamo poco. Lei ora sta a Milano, ma siamo vicine, amiche». Le dispiace molto non avere figli? «Non più. Mi sono rassegnata. E' stato un trauma, ho subito operazioni umilianti e anche l'indiscrezione più sfrenata da parte dei giornalisti nei miei riguardi». Come vede venire il 1993? «Si parla di una grande crisi che per fortuna nel nostro campo non c'è. Io ho contratti fino a tutto il 1995 compreso. Mi occupo anche molto dell'Accademia musicale che ho creato a Mantova. L'ho fatta per dare la possibilità ai giovani cantanti di debuttare. Certo c'è una crisi terribile e, come dice giustamente Pippo che è molto più preoccupato di me, bisogna combattere la crisi facendo degli sforzi, rimanendo compatti». Cosa pensa di quello che stanno facendo i giudici? «Certo, fanno un buon lavoro, ma non so dove ci porteranno. In Italia si sta benissimo, ma purtroppo abbiamo tutti esagerato e adesso dobbiamo pagare. Io, lei, lo spazzino». Si sente colpevole? «Di aver vissuto in un grande benessere. Abbiamo sperperato troppo. Certo non condivido l'atteggiamento di Strehler che è un ottimo regista, abbiamo lavorato insieme, però è troppo facile dire: "Italia, non mi meriti!". Che significa?». Con Pippo parlate di politica? «Sì, parliamo di tutto. In quel senso abbiamo le stesse idee, siamo democristiani. Parliamo anche di calcio. Io ero juventina, poi interista, lui sentimentalmente tifoso del Catania. Però allo stadio non ci possiamo andare mai». Che rapporti ha con le persone con cui lavora? «Dipende. Stimo Placido Domingo. Non stimo più Pavarotti, è troppo avido di denaro. Ho lavorato con Karajan, Abbado, Muti, ma il maestro che trovo più bravo è Kleiber. Tra i registi ricordo con affetto Zeffirelli, Bolognini». Quale collega è suo amico? «Fórse Placido Domingo. Con lui si può parlare d'altro. Io amo moltissimo il mio mestiere, ma non sopporto di parlare solo di quello. Ecco, con Placido si può parlare di molte altre cose e avere un altro rapporto». E' vero che a lei piace anche la musica leggera? «Sì, a parte i Beatles e i Pink Floyd, mi piacciono i cantautori italiani. I miei preferiti sono Claudio Baglioni e Lucio Dalla». Ha ancora dei desideri? «Quello che desideravo più di ogni altra cosa era cantare con Mario Del Monaco. Lo feci a Bruxelles, in "Otello"». La Callas fu il suo modello? «No, avevo una voce diversa, più metallica. Assomiglio semmai di più alla Tebaldi». Che progetti ha? «Nel '93 andrò in Giappone e poi in agosto in Australia dove mi accompagnerà anche Pippo». Alain Elkann «Non stimo più Pavarotti perché è avido di denaro Meglio Placido Domingo Il regista? Zeffirelli» Con Baudo liti anche furiose «Dice che sono troppo infantile e che la colpa è dei personaggi che interpreto» Il cantante José Carreras. La storia d'amore con la Ricciarelli durò 13 anni Katia Ricciarelli: «Con Pippo (nella foto in basso) ci vediamo poco perché abbiamo molti impegni, ma ci sentiamo al telefono anche quindici volte al giorno