Hamas massacra uno 007 israeliano

Gerusalemme accusa il movimento degli islamici: sono stati loro, dobbiamo fermarli Gerusalemme accusa il movimento degli islamici: sono stati loro, dobbiamo fermarli gHamas massacra uno 007 israeliano Ancora violenze nei Territori: uccisi due palestinesi AHolon accoltellato un ebreo, ad Haifa bomba su un bus TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Dopo il sequestro e l'uccisione di un agente da parte del movimento Hamas e l'espulsione da Israele dei 415 attivisti islamici, un'altro episodio di sangue è destinato a esacerbare la guerra tra Israele e i fondamentalisti: ieri a Gerusalemme un agente del servizio di sicurezza, Haim Nachmani, 29 anni, è stato ucciso a coltellate da un killer di Hamas. «L'assassino dell'agente ha agito per conto di Hamas - ha detto ieri sera il ministro dell'Edilizia Benyamin Ben Eliezer in una intervista alla radio militare - e questo deve fare meditare quanti cominciano a pentirsi dell'espulsione in Libano degli attivisti islamici». Secondo il ministro l'uccisione di Nachmani e, il mese scorso, della guardia di frontiera Nissin Toledano «dimostra che il terrorismo islamico ha varcato ima nuova soglia. Ora dovremo studiare misure adeguate per combattere questo fenomeno». L'assassinio dell'agente ha suscitato particolare orrore perché è avvenuto in una zona soli ita mente tranquilla di Gerusalemme. Nachmani, da due anni nello Shin Bet (il servizio di sicurezza), è stato aggredito a colpi di martello e di coltello sulle scale di un appartamento del quartiere residenziale ebraico di Rehavia. Ma ieri, la violenza ha tenuto banco in tutta Israele: due arabi sono stati ammazzati nei Territori (uno dai militari e l'altro da suoi connazionali); a Holon un operaio ebreo è stato quasi sgozzato da un compagno di lavoro, un palestinese originario della Cisgiordania, che è riuscito a fuggire; a Sud di Haifa un ordigno rudimentale, deposto nel bagagliaio di un autobus israeliano, è esploso ma non ha fatto vittime. Il tutto mentre continua la guerra dei nervi fra Israele e i 415 integralisti islamici espulsi il 17 dicembre scorso, e accampati a mille di metri di quota tra due posti di blocco militari, uno israeliano e uno libanese. Già provati dagli stenti e dal freddo, nella notte tra sabato e domenica gli attivisti islamici di Hamas sono stati svegliati dal fragore di al¬ cune esplosioni. Gli uomini sono balzati dalle loro brande e si sono allontanati di qualche centinaio di metri nel timore che l'obiettivo dell'improvviso bombardamento fosse appunto il loro accampamento di Marj ez-Zuhur. Dall'alto di una collina, hanno potuto seguire la traiettoria di quattro colpi di mortaio e di otto proiettili di un carro armato, conficcatisi all'ingresso di una vallata, un chilometro dall'accampamento. Rievocando l'incidente della nottata, Abdel Aziz Rantisi (il portavoce degli espulsi) ha ipotizzato che gli obiettivi dei bombardamenti israeliani fossero due: «Impedire ai contadini libanesi di rifornirci di viveri, e incuterci una paura tale da farci fuggire». Rantisi ha invitato i conta¬ dini sciiti a non rischiare la vita per portare aiuti agli accampati e ha ribadito agli israeliani che «da Marj ez-Zuhur, gli espulsi si muoveranno solo per marciare in Palestina». A Tel Aviv, un portavoce militare ha confermato l'incidente a fuoco, ma ha precisato che gli spari non erano affatto diretti contro gli espulsi. «Una nostra unità - ha affermato il portavoce - ha individuato nella notte alcune figure muoversi velocemente e in maniera sospetta, da Nord a Sud, in fondo a una stretta vallata». Il portavoce ha ricordato che una settimana fa attraverso la stessa vallata era passato un commando, diretto nella «Fascia di sicurezza» per compiervi un attentato. Nella zona operano guerriglieri Hezbollah. Facendo il punto della situazione degli espulsi, durante la domenicale seduta del Consiglio dei ministri, il premier Yitzhak Rabin ha affermato che, a quasi tre settimane dalle espulsioni, «la guerra dei nervi è ancora in corso» e ha esortato i ministri a non perdersi d'animo, «dopo il duro colpo inflitto in queste settimane dal governo al terrorismo islamico». In Israele, la nuova offensiva palestinese ha però provocato notevole impressione e ieri la polizia ha fatto un nuovo appello alla popolazione perché vigili su persone e su pacchi sospetti. «Questa volta l'ordigno deposto nell'autobus presso Haifa era di modeste dimensioni - ha conve¬ nuto un ufficiale - ma la prossima volta potrebbe essere molto più grande». Nella striscia di Gaza, dove ieri è stato revocato un coprifuoco durato quattro giorni, violenti scontri sono avvenuti nel campo profughi di Jabalya e a Rafah. In questa città, dimostranti palestinesi sono riusciti a bloccare una jeep dell'esercito, a rovesciarla e a darla alle fiamme. Secondo fonti palestinesi, per aprirsi un varco tra le centinaia di dimostranti i soldati hanno sparato a raffica. Hanno così ucciso un ragazzo di 18 anni e ferito una decina di persone: fra queste una donna quarantenne, ricoverata in fin di vita con tre proiettili al petto. AMoBaquis : uccisi due palestinesi o, ad Haifa bomba su un bus Una giornata di violenze in Israele Ieri a Gerusalemme ultra ebrei che volevano impedire scavi archeologici si sono scontrati con la polizia (qui accanto) A destra il campo dei deportati palestinesi [FOTO REUTERJ

Persone citate: Abdel Aziz Rantisi, Ben Eliezer, Haim Nachmani, Rantisi, Shin Bet, Toledano, Yitzhak Rabin