Strage di gatti per salutare il'93
Lo stesso macabro episodio si era avuto un anno fa I felini erano in zona protetta e un'associazione li sfamava Dopo il massacro dei cervi, scoperto a Venezia un crudele rito di Capodanno Strage di gatti per salutare il '93 Hanno fatto il tirassegno dopo averli impiccati Si sospetta un gruppo di cacciatori locali VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'ultima, macabra, follia di Capodanno: hanno catturato quattro gatti randagi, li hanno impiccati al ramo di un ulivo con del filo di nylon, poi si sono divertiti a fare il tiro a segno con i loro fucili da caccia. Uno dei quattro gatti non è morto subito: è rimasto per ore in agonia, ormai reso cieco dalle sevizie subite, ed è morto soltanto il giorno dopo, quando i vigili lo hanno fatto uccidere con un'iniezione per evitargli altre terribili sofferenze. Un storia di umana cattiveria, un tiro a segno che è quasi il replay di un anno fa, quando due gatti furono impallinati sempre dai cacciatori della zona. Siamo a Punta Sabbioni, estremo lembo del litorale di Jesolo, una zona popolata soltanto da campeggi per tedeschi, attracco del ferry-boat e delle motonavi per il Lido, campagne, orti e poi la spiaggia. Una zona battuta dai cacciatori, anche se la selvaggina è ben poca e sempre più rara: più che altro si possono incontrare anatre di passaggio, quando è la stagione delle migrazioni. I vigili sono convinti che il tiro a segno di Capodanno possa essere nato anche da questa frustrazione. E certo non è una giustificazione. I quattro gatti uccisi facevano parte di un gruppo di dieci di cui l'Associazione protezionistica «Dingo» si prende cura. Ogni giorno una signora, Patrizia Berton, va a portare loro del cibo. Suo marito Fabio ha anche costruito una piccola capanna di legno, a ridosso della cosa che un tempo era occupata dalla guardia forestale. E' una laterale alla periferia del paese: poco più in là ci sono le ultime abitazioni, dall'altra parte invece c'è già la spiaggia. Gli abitanti della zona conoscono bene gli spari dei cacciatori, è una cosa comune e non ci fanno ormai più caso. Il pomeriggio di San Silvestro, la signora Berton ha fatto il solito giro con il cibo per i gatti. Si era fatta accompagnare da un'amica, Paola Sa voidello, impegnata a sua volta nell'associazione, ma di pro¬ fessione vigile urbano. «Di solito ci aspettavano tutti e dieci attorno alla capanna - dice la vigilessa -. Ma quel giorno erano soltanto sei. Ci siamo messi a cercare gli altri quattro, li abbiamo trovati poco più in là, appesi all'albe¬ ro». Più tardi, l'autopsia ha stabilito che erano imbottiti di pallini: i colpi sparati dai cacciatori per quel macabro gioco devono essere stati davvero tanti. La stessa cosa era capitata un anno fa: due gatti uccisi, sempre a Capodanno. Sembrerebbe una specie di appuntamento fisso. Indizi precisi sui possibili autori non ci sono, ma i vigili non disperano: «I cacciatori che bazzicano quella zona durante i fine settimana non sono poi molti - dice ancora Paola Salvoldello -. Li conosciamo praticamente tutti.. E poi, il paese è piccolo, si mormora e le voci fanno presto il giro». Loro sperano di acchiapparli, i cacciatori. E i cacciatori che cosa rischiano? La reclusione fino a un anno. Mario Lollo Lo stesso macabro episodio si era avuto un anno fa I felini erano in zona protetta e un'associazione li sfamava Quattro gatti sono le vittime di un nuovo gioco inventato per salutare l'anno nuovo
Persone citate: Berton, Mario Lollo, Patrizia Berton
Luoghi citati: Venezia
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