L'Inghilterra processa il mito di Churchill
8 RISCRIVONO IL NOVECENTO Libro-choc: l'Impero è crollato per colpa sua L'Inghilterra processa il mito di Churchill LONDRA. Le picconate degli storici «revisionisti» inglesi colpiscono anche il più intoccabile (finora) dei miti di Gran Bretagna, il grande Winston Churchill che guidò il Paese alla vittoria contro il nazismo. Ieri sulle pagine del «Times» risaltava la recensione di un libro ultracritico verso il premier delle «lacrime e sangue»; l'autore del volume, John Charmley, non è notissimo, ma ha un notevole peso la firma di chi, sul più prestigioso quotidiano londinese, ne ha commentato le tesi in termini assai lusinghieri: lo storico Alan Clark, ex sottosegretario conservatore alla Difesa. In sintesi, «Churchill: la fine della gloria» spiega che la guerra fra Berlino e Londra si sarebbe potuta evitare, lasciando l'Impero britannico intatto e sicuro nei suoi confini, se solo il premier non avesse rifiutato le ripetute profferte di pace di Hiltler nel '40-'41. «Ci furono diverse occasioni in cui un leader inglese razionale avrebbe potuto ottenere prima ragionevoli, e poi eccellenti, accordi di pace con la Germania», sintetizza Clark sul Times (non è ancora possibile leggere Charmley in originale perché il suo libro uscirà solo domani). Hitler offrì la pace nel luglio 1940 prima dell'inizio della Battaglia d'Inghilterra. E ancora nella primavera del 1941, quando la forza militare britannica era quasi intatta, il Fùhrer spedì in Gran Bretagna il suo vice Rudolph Hess con proposte di pace. Erano proposte sincere? Sì, pensano i due storici revisionisti. A breve termine Hitler voleva coprirsi le spalle prima dell'attacco alla Russia; a lunga scadenza, l'alleanza con l'Inghilterra, considerata la seconda grande potenza germanica del mondo, era stata sempre dichiarata dal Fuhrer e messa nero su bianco nel «Mein Kampf». Churchill però non volle ricevere Hess e questo fu l'errore che condannò l'Impero. «Se la Gran Bretagna avesse firmato la pace nel maggio 1941 la flotta e gli Spitfire avrebbero potuto essere spostati a Singapore. I giapponesi non avrebbero attaccato e l'Impero in Estremo Oriente sarebbe durato». Invece Churchill preferì sprecare la forza britannica per sconfiggere Hilter. «Quando abbiamo vinto, anche la Gran Bretagna era distrutta. Il vecchio ordine sociale era finito per sempre. L'Impero era colpito a morte. I Paesi del Commonwealth avevano visto la loro fiducia tradita e i loro soldati sprecati», morti sui fronti europei anziché risparmiati a difesa delle colonie. Solo a quel punto divenne inevitabile la fine di una comunità di nazioni, che altrimenti, secondo Charmley e Clark, sarebbe durata ancora a lungo. [lui. gra.] «Hitler offriva la pace Lui non volle accettarla Che errore»
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