Cecchini sparano sulla Folgore di Foto Ansa

Tra ventiquattr'ore ad Addis Abeba l'estremo tentativo di un accordo tra i clan rivali Il segretario dell'Orni Ghali arriva oggi in Somalia «Aidid: italiani, avete portato armi e neanche un sacco di riso Cecchini sparano sulla folgore Un funzionario dell'Orni ucciso a Chisimaio MOGADISCIO DAL NOSTRO INVIATO A 24 ore dall'inizio della conferenza intersomala di Addis Abeba, forse l'ultima spiaggia cui approda l'ennesimo tentativo di ricomporre le rivalità tribali che dilaniano il Paese africano più prostrato dalla fame, riesplode puntuale la polemica anti-italiana. Violenta, cattiva, strumentale perché scava nel passato riesumando colpe ormai traslocate negli archivi della, storia e soprattutto ingrata in quanto si ostina ad ignorare il contributo che l'Italia di oggi offre in modo esemplare alla ricostruzione della Somalia post-bellica. All'indice dunque di nuovo gli italiani colpevoli, secondo la fazione del generale Farah Aidid, il padre-padrone di MogadiscioSud, «di essere arrivati qui con il mitra in pugno ed a differenza di altri Stati europei e degli americani senza portarsi dietro neppure un sacco di riso da distribuire alla popolazione stremata dagli stenti». Il duro proclama pubblicato dal settimanale «Beeldeeg» sotto la forma di lettera aperta al contingente tricolore recita in sostanza le litanie ormai arcinote del livore xenofobo che tanto piacciono al signore della guerra, il grande rivale del presidente ad interim Ali Mandi. Italiani insomma al traino di una classe politica «che si era schierata nella mischia dalla parte sbagliata a fianco dei mercenari di Siad Barre pur di continuare a curare gli interessi di Craxi e dei suoi accoliti»; italiani che «hanno dilapidato allegramente i 1885 miliardi di lire stanziati dal Fai (Fondo aiuti italiani gestito da Francesco Forte)»; italiani fotocopia «delle malefatte di Gianni De Micheli» e di Mario Sica, l'ultimo ambasciatore romano a Mogadiscio». «Vi hanno detto di stare attenti perché saremmo bestie feroci pronte ad ammazzare chiunque e non avete capito che se avete avuto qualche cattiva accoglienza ciò fa parte della normalità di una situazione appena emersa dal caos, dopo la cacciata di un dittatore», nemmeno un grazie per i 2300 soldati che da settimane mettono a repentaglio le proprie vite nella scorta ai convogli umanitari, nemmeno un cenno di scusa per il tiro al piccione di cui sono fatti segno i nostri. Ieri infatti i soliti cecchini si erano rifatti vivi sparando su due pattuglie della Folgore in perlustrazione attorno all'ambasciata, in un doppio gesto di aperta, plateale ostilità che va ad aggiungersi alle sassate ed agli sputi indirizzati giornalmente anche a noi giornalisti. I «cani sciolti» sono sfuggiti al rastrellamento subito messo in atto dai para abbandonando sul terreno un fucile mitragliatore G-3 fabbricato nell'ex Germania Orientale. Episodi marginali, quasi da cronaca nera, comunque indicativi del clima negativo in cui gli italiani stanno operando e che non toccano sinora che di sfuggita i soldati di altre bandiere della coalizione multinazionale. Episodi a cui se ne è aggiunto uno ben più drammatico: un dipendente dell'Unicef, l'irlandese Sean Devereux, 28 anni, è stato ucciso ieri a Chisimaio, fulminato da un colpo alla nuca. E' la prima vittima della violenza in Somedia dopo l'avvio di «Restare Hope». «Non ne penso un bel niente», risponde secco il generale Giampiero Rossi, comandante della task force italiana, alla domanda di commentare l'articolo ispirato senza dubbio da Aidid. Preferisce replicare elencando gli atout messi a segno dal nostro schieramento militare. Al presidio avanzato di Gialalassi sono atterrati sulla pista di fortuna allestita dall'aeronautica un aereo da tra¬ sporto tedesco e due giganteschi velivoli americani carichi di viveri che verranno distribuiti in un perimetro di soccorso che si estende ormai oltre Buio Burti, distante una sessantina di chilometri in direzione Nord verso la zona di competenza canadese. Fra giorni una colonna di aiuti partirà alla volta di Itala, lungo la costa settentrionale, mentre 1700 tonnellate di derrate ed attrezzature sanitarie raccolte dalla Cefa, dali'Aime e dalla Regione Emilia-Romagna sotto il coordinamento del senatore Giovanni Bersani sono in viaggio verso le regioni interne. Ed ancora ieri un elicottero della marina ha trasportato a Mogadiscio una donna somala con un braccio in cancrena. L'arto le dovrà essere amputato e ad effettuare l'intervento sarà un medico italiano. Per quanto riguarda l'incontro indetto nella capitale etiopica, viene confermata la presenza dei due principali protagonisti. Aidid ed Ali Mandi vi andranno ciascuno con i rispettivi seguiti clanici riuniti sotto l'ombrello del Congresso Somalo Unito. In tutto 11 movimenti a rappresentare il caleidoscopio degli schieramenti politici filo-islamici e sunniti che tenteranno di mettersi d'accordo sulla formazione di un governo di coalizione, Medierà il segretario generale dell'Orni Boutros Ghali, che oggi arriva in visita a Mogadiscio, ma il suo compito si prevede assai difficile. Dovrà cucire il divario che oppone le ali estreme dei vari gruppi spontanei nati dopo la liberazione che vanno dai darod del Fronte di Salvezza-Nazionale ai migiurtini dell'Alleanza Democratica oltre a convincerli a deporre te armi, un ultimatum al quale fino ad oggi nessuno dei contendenti sembra intenzionato ad obbedire. Irrisolto è pure il problema di cosa succederà al momento in cui la coalizione multinazionale comincerà a ripiegare dalla Somalia (gli americani hanno già fatto sapere che rimpatrieranno alcuni reparti alla fine del mese) per cedere il testimone della pacificazione alle forze dell'Orni, secondo quanto stabilito dal Consiglio di Sicurezza. Si tratta di uno scenario dai contorni attualmente molto indefiniti che rischia di creare una fase transitoria di estrema confusione. Forse proprio quell'occasione attesa dalle frange estremiste armate sino ai denti con blindati e cannoni da 106 rimaste escluse dal summit di Addis Abeba per saltare al collo dei caschi blu e riavere la mano libera nel razziare. Ed a trovarsi in mezzo al guado saranno gli italiani. Di rientro non se ne parla, almeno per ora, la nostra missione si prolungherà almeno fino alla primavera, se non addirittura oltre. Piero de Garza rolli Tra ventiquattr'ore ad Addis Abeba l'estremo tentativo di un accordo tra i clan rivali Il segretario dell'Orni Ghali arriva oggi in Somalia Un marine americano sorveglia la coda davanti a un ufficio di collocamento improvvisato a Mogadiscio [FOTO ANSAJ Un blindato americano pattuglia una strada di Mogadiscio Qui a fianco Il presidente Bush firma una bandiera dei marines [FOTO ANSA]