Costa: per l'ltalia i tempi si fanno stretti di Eugenio Ferraris

! Costa: per Plfalia i tempi si fanno stretti L'INTERVISTA ANCORA APERTE ! i Costa: per Plfalia i tempi si fanno stretti «Dobbiamo recepire ancora normative e anche farle applicare» MENTONE DAL NOSTRO INVIATO Da ieri l'Europa è più europea. Per celebrare l'ideale caduta delle barriere che fino alla mezzanotte di giovedì segnavano i confini dei Dodici, il ministro delle Politiche comunitarie Raffaele Costa ha incontrato ieri al valico di Ponte San Ludovico autorità italiane e francesi: un modo informale per far sentire la presenza dello Stato proprio nel momento in cui le sovranità nazionali vengono quanto meno ridimensionate. E anche per dare una risposta concreta ai mille interrogativi che l'Europa unita continua a sollevare. L'abolizione dei controlli doganali su merci e persone, tanto per citarne uno particolarmente sentito nei sette valichi tra l'Italia e la Francia nella zona di Ventimiglia, porterà in tempi abbastanza stretti (sei mesi) alla conclamata inutilità della presenza sul confine non solo di pubblici dipendenti (doganieri, finanzieri, polizia di Stato) ma anche di operatori doganali privati, un esercito - quest'ultimo - di 300 persone. Per le quali si ritiene possibile il ricorso alla cassa integrazione. Quali provvedimenti adotterà il governo in situazioni di questo tipo? «Ci sono alcune iniziative in corso - risponde Costa - per verificare, soprattutto nelle dogane più attive com'è questa di Ventimiglia, qual è la reale consistenza del problema. La Cee, proprio per evitare le situazioni di innegabile disagio in cui sarebbero venuti a trovarsi gli operatori privati del settore, ha stanziato un fondo speciale, il programma Intereg, per la riqualificazione del personale in evidente esubero. Esamineremo in loco, e quindi anche a Ventimiglia, la situazione che si è venuta a determinare dal primo gennaio e, se sarà il caso, chiederemo alla Cee di aumentare gli stanziamenti. Per quanto riguarda il personale dello Stato, parte sarà destinata al controllo del territorio, parte ai cosiddetti controlli doganali a campione, parte sarà trasferita». Ministro, lei ha detto che il 10 gennaio '93 costituisce la luna di miele del multimatrimonio europeo ma che la vita matrimoniale vera, con tutte le incognite, comincia dal giorno dopo... «Perché è dal giorno dopo che cominciano i guai. Legati soprattutto alle incertezze nell'applicazione delle norme comunitarie, alla loro difformità, ai non adeguamenti, alle interpretazioni non omogenee delle direttive. L'Italia, con un rush finale sorprendente, ne ha approvate più di 160. Ne rimangono una ventina, per le quali in verità siamo un po' meno pronti. Ma almeno una dozzina le chiuderemo entro il gennaio». In parole povere, non possiamo ancora chiamarci europei... «E non lo potremo per alcuni anni, perché il processo di integrazione sarà molto lungo. L'unità vera, a parte quella monetaria che pure ha la sua importanza, è quella politica. Ma attenzione, ciò non vuol dire avere un'unica polizia, un'unica giustizia e via discorrendo. E' bastata la tempesta monetaria di qualche mese fa per far sollevare alcuni Paesi contro l'Europa. Vuol dire che quelle nazioni si stavano avvicinando al primo gennaio in modo utopico, senza concretezza. Anche l'italiano, purtroppo, è spesso europeo solo per aver sentito dire e considera l'Europa una cosa aulica. No, l'Europa è una realtà già adesso, è un censore che ci avverte e ci rim¬ provera quando facciamo qualcosa che non va fatto, che fa partire quelle procedure di infrazione alle quali siamo in qualche modo "abbonati". Il nostro approccio, e qui mi fermo, è pragmaticamente molto debole». Torniamo alla vigilia del Capodanno in chiave europea. L'Italia cala l'Iva su alcuni beni ma introduce la tassa sul lusso. Ragionando nel contesto dei Dodici non le sembra una specie di presa in giro? «Può darsi che per certi prodotti l'Italia non sia favorita dal calo dell'Iva. Ma non pensiamo, e non lo dico a difesa di un provvedimento preso dal governo di cui faccio responsabilmente parte, che in altri Paesi non esista la fiscalità, talvolta anche a dispetto dell'Europa». Eugenio Ferraris «Poi resta il problema delle frontiere dove soffia vento di cassa integrazione» Raffaele Costa ministro delle Politiche comunitarie «L'Italia deve ancora adottare una ventina di normative»

Persone citate: Raffaele Costa