A Sarajevo sputi e insulti per Ghali: «Sei come Hitler» di Foto Ansa

La popolazione, esasperata, contesta duramente la visita, neppure la notte di Capodanno interrompe i bombardamenti EX JUGOSLAVIA La popolazione, esasperata, contesta duramente la visita, neppure la notte di Capodanno interrompe i bombardamenti A Sarajevo sputi e insulti per Qhali: «Sei come Hitler» Accuse anche dal vicepresidente bosniaco: l'aiuto dell'Onu è arrivato troppo tardi Massajfm^cinO'OjZagabria: un soldato croato uccide 10persone durante unaf^sta. SARAJEVO. La visita-lampo di ieri del Segretario generale dell'Onu Boutros Ghali a Sarajevo è stata costellata dalle contestazioni. Davanti al palazzo della presidenza una cinquantina di dimostranti ha gridato «fascista» al leader del Palazzo di Vetro, che è stato per lo più ignorato dalla popolazione, troppo occupata a cercare di sopravvivere in una città stretta nella morsa del freddo, senz'acqua né elettricità (a Capodanno altre otto persone sono morte). Ghali è stato snobbato anche dal presidente bosniaco Alija Izetbegovic, che ha deciso di recarsi a Mostar per un colloquio con il leader dei croati della Repubblica Mate Boban. Le dichiarazioni rilasciate durante la visita dal Segretario generale non hanno certo contribuito a tranquillizzare gli abitanti di Sarajevo, insoddisfatti dell'azione dell'Onu e sempre più convinti che l'unica possibilità di salvezza sia l'intervento armato della comunità internazionale contro i serbi. Al malcontento ha dato voce il vicepresidente Ejup Ganic, che ha sottolineato come l'aiuto delle Nazioni Unite sia arrivato «troppo tardi». «Condividiamo la vostra frustrazione. Ma soltanto attaverso il negoziato potremo trovare una soluzione», ha replicato Ghali. Quanto alle contestazioni, il Segretario ha affermato che, «se questo è il prezzo per evitare l'estendersi del conflitto», è disposto a pagarlo. Quando gli è stato chiesto se prevedesse un intervento dell'Occidente, ha risposto che non potrebbe né vorrebbe opporsi alle deliberazioni del Consiglio di sicurezza, ma ha aggiunto che nel caso della Somalia è stato molto più facile decidere. Ghali ha detto di riporre molte speranze nel vertice che si apre oggi a Ginevra, che vedrà di fronte i capi politici e militari delle varie fazioni. A suo parere vi sono dei «segnali positivi» e la situazione di Sarajevo non è più drammatica di quella di «almeno altre dieci città del mondo». Ma Izetbegovic non sembra condividere queste speranze. «Questi negoziati ci sono stati imposti, proprio come ci è stata imposta la guerra, ma non accetteremo una pace imposta. Abbiamo soltanto una possibilità: continuare a combattere, mantenere il controllo delle zone liberate, liberare quelle che ci sono state tolte e punire i criminali», ha detto alla radio. Intanto, il leader dei serbi bosniaci Radovan Karadzic ha ordinato che gli aerei delle sue forze rimangano a terra per evitare che l'Onu adotti misure militari per far rispettare la «zona di non volo». E proprio prima della sua missione a Sarajevo, Ghali aveva chiesto al Consiglio di sicurezza di rinviare il «via libera» a una risoluzione per il rispetto di una «no fly zone» sulla Bosnia. In una lettera, il Segretario ha osservato che i «sottili segnali» di progresso verso una soluzione negoziata in Bosnia giustificano un ulteriore rinvio di misure militari contro i serbi: «Sono preoccupato per la crescente pressione a favore di un intervento, mentre ci sono ancora speranze di un compromesso. Il rischio è un'escalation delle ostilità». Intanto, una nuova tragedia dell'ex Jugoslavia si è consumata a Bjelovar, 60 chilometri da Zagabria. Un soldato croato ha aperto il fuoco contro le persone che festeggiavano il Capodanno nei locali di una chiesa, uccidendone 10 e ferendone 6. L'autore del massacro, Vinko Palic, ha concluso la sua folle impresa sparandosi, ed è morto durante il trasporto in ospedale. [e. st.] Il leader serbo Karadzic ordina ai suoi jet di rimanere a terra «per scongiurare rappresaglie internazionali» Oggi si apre l'atteso vertice di pace tra serbi, croati e musulmani o e i Il corteo di protesta a Sarajevo contro il segretario dell'Onu Boutros Ghali (nella foto sopra con l'elmetto) Il cartello dice: «Caschi Blu aiutateci o tornatevene a casa» [FOTO ANSA]