Dilettanti questione di soldi
Dopo il giro di boa, il campionato tornerà sabato 7 gennaio SPORT Dopo il giro di boa, il campionato tornerà sabato 7 gennaio Dilettanti, questione di soldi // Nizza, ripresosi dal periodo critico, aspetta ancora 180 milioni dal Toro Pochi incassi per ilPinerolo, il Moncalieri rischia ilfallimento se retrocede Per Nizza Millefonti, Pinerolo e Moncalieri il 1994, si chiude senza grandi squilli di tromba. Il Campionato Nazionale Dilettanti riprenderà sabato 7 gennaio con la disputa del primo turno del girone di ritorno: manco a farlo apposta il programma prevede proprio un derby, la sfida Pinerolo-Nizza (all'andata finì 3-2 per i nizzardi). Impegno casalingo, invece, per il Moncalieri di Benedetto Pasqua, che ospiterà la Colligiana, già sconfitta lo scorso 3 settembre per 2-0. Il sipario calerà sul massimo torneo dilettantistico il 6 maggio, dopo un tour de force di 17 giornate (unica sosta il 22 aprile). La vincente del campionato approderà in C2, le ultime quattro scenderanno in Eccellenza. In casa del Nizza Millefonti si respira comunque un'atmosfera serena: la squadra di Gianni Frara è terza a quota 21, distanziata di 6 lunghezze dal leader Grosseto. «Per noi si chiude un anno solare indubbiamente positivo - dice Frara -. Il fatto stesso che il club esista è già una grande consolazione. La scorsa estate la società ha rischiato di chiudere, assillata com'era da grandi problemi economici. Poi però le cose si sono messe a posto». Realismo «spinto»: è il motto del Nizza per il 1995. Frara ha le idee chiare: «Il nostro bilancio non ci permette di fare follie, quindi sarà bene lanciare presto in prima squadra i giovani più promettenti. Se sommiamo gli anni di Schincaglia, Davin e dello stesso Berti, cioè i nostri elementi più rappresentativi, arriviamo al secolo di vita. Prima o poi li dovremo sostituire. Comunque il primo problema da risolvere è di natura economica: per l'acquisto di Marco Sesia il Torino ci ha promesso 180 milioni, ma finora non abbiamo visto nemmeno una lira». Oltretutto il Nizza deve ancora pagare degli arretrati ad alcuni giocatori, e le cifre non sono di poco conto. Stando alle indiscrezioni, l'ingaggio più pesante è quello di Schincaglia: si parla di oltre 3 milioni al mese. Altra aria si respira a Pinerolo: 16 punti nel carniere alla fine dell'andata, nessuna aspirazione nel cassetto se non il dichiarato obiettivo di non volersi far risucchiare nelle parti basse della graduatoria. «La squadra è stata ringiovanita - spiega l'addetto stampa Giuseppe Scatena - e il tecnico Bortolas sta facendo un buon lavoro. L'importante è continuare così. E poi in questi mesi si è messo in grande evidenza la nostra punta Andrea Fabbrini, appena 20 anni ma già 5 gol all'attivo. E' lui la nostra stella». Le note deludenti arrivano dal botteghino: la media di duecento spettatori a partita è davvero modesta. «Non è soltanto la gente a non premiare la nostra fatica - aggiunge Scatena -. La cosa più deludente è l'indifferenza palesata dall'imprenditoria locale: il Pinerolese si sta dimostrando sordo ai nostri richiami». Decisamente più critica la situazione del Moncalieri: è penultimo a quota 12, insieme con Certaldo, Pietrasanta e Cuneo. Dietro di loro c'è soltanto il Rapallo, con 8 punti. Al giro di boa, la sensazione è che il discorso retrocessione sia ristretto proprio a queste cinque squadre: e alla fine una sola si salverà. «Noi abbiamo il 60 per cento di probabilità di farcela - ripete da tempo Sergio Cardellini, segretario della società -. Ultimamente abbiamo registrato dei progressi: purtroppo rimane il rimpianto di aver gettato al vento, nei mesi scorsi, parecchie occasioni favorevoli per spiccare il volo. Nel ritorno dovremo essere più furbi». Semaforo rosso tuttavia per i premi salvezza. Cardellini non ha dubbi: «Non scendiamo a questi compromessi». In un anno tutta l'attività di prima squadra costa, lira più lira meno, sui 250 milioni. Per il Moncalieri retrocedere sarebbe un fallimento anche dal punto di vista economico e non comporterebbe soltanto dei danni d'immagine. «Per adesso è meglio non pensarci» conclude Cardellini. Marco Bonetto
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