Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi «E' meglio l'assistenza domiciliare per i malati terminali di tumore» «Si potrà ancora dare l'esame senza autoscuola?» - «Nessun problema per i freni dei Turbo-city » - «Piazza Solferino e gli abusivi serali» Il presidente della Fondazione Faro ci scrive: «Mi riferisco al caso lamentato dai parenti della donna deceduta in corsia per tumore. L'ospedale generale non è una struttura adeguata per gli ammalati di tumore in fase avanzata. La grande maggioranza di questi pazienti (92%) non desidera altro che poter ritornare nella propria casa per trascorrere l'ultimo periodo della loro vita circondati dall'affetto dei familiari. «Per questo nel mondo anglosassone da quasi trent'anni sono sorti per opera di associazioni di volontari gli Hospices e l'assistenza domiciliare. «A Torino da oltre cinque anni la Fondazione Faro attua lo stesso modello inglese assistendo gratuitamente questi ammalati (che a Torino superano i 4000 l'anno), inviando loro a domicilio medici oncologi, infermieri professionali preparati per cure palliative, fisioterapisti, consulenti e assistenza psicologica all'ammalato e alla famiglia. «Tutto il personale sanitario è organizzato e retribuito normalmente secondo le tariffe dei relativi ordini e collegi, a totale carico della! Fondazione Faro con fondi che sono raccolti da donazioni di privati e di banche». Alessandro Calciati Un lettore ci scrive: «Apprendo da La Stampa che a partire da gennaio '95 i privatisti all'esame di guida dovranno sostenere la prova pratica su auto dotate di doppi comandi (possedute, ovviamente, solamente da autoscuole). «Questa norma fa seguito ad altra analoga di alcuni anni fa (fortunatamente abrogata), in cui era prescritto che tale esame poteva essere sostenuto, come ora, su auto dotate di doppi comandi, oppure su auto che, tra altre caratteristiche, fossero a 4 posti, chiave di accensione a destra e (sic!) freno di stazionamento meccanico (Airbag, Abs etc. sembrano essere elementi di sicurezza sconosciuti ai relatori di tali norme). «A scanso di equivoci si precisa altresì che per ragioni di sicurezza (quali?) non si potrà adattare il proprio veicolo con doppi comandi. «Sorgono spontanee alcune domande: «1) Quale norma di sicurezza giustifica tale imposizione, tenuto conto che l'apprendimento alla guida può comunque avvenire su auto normale, seppur dotata di contrassegno (P)? «2) A quanto ammonta il business per l'inevitabile trasferimento degli esami pratici dei privatisti alle autoscuole? «3) Perché, in questi casi, non viene mai pubblicato il nome del relatore di tali norme? «Puspetto ad altri si tratta indubbiamente di un problema marginale, ma forse proprio dall'evitare norme apertamente clientelali come queste, si potrebbe pensare che il periodo della la Repubblica è effettivamente terminato». Segue la firma La direzione Atm ci scrive: «Con riferimento alla lettera pubblicata il 15 dicembre con titolo "No ai turbo-city", riscontriamo con sorpresa la segnalazione avanzata dalla lettrice Dalla Mora circa la frenata di questi veicoli. «I turbo-city sono gli autobus Atm di più recente acquisizione dotati di tecnologia moderna ed in grado di fornire maggior confort ai passeggeri ed al personale di guida e per questo motivo, nelle giornate festive, sono inseriti anche su linee, come la 50, che solitamente sono servite da autobus meno recenti. «Inoltre sono sottoposti, come tutti i nostri veicoli, a periodici interventi di manutenzione con assoluta attenzione per gli apparati, come quello frenante, che sono essenziali per la garanzia della sicurezza. Il risultato è che il sistema di frenatura è non solamente assolutamente efficiente ma anche graduabile e confortevole. «Tuttavia non possiamo né vogliamo ignorare quanto riferito dalla lettrice e nel mentre abbiamo disposto i dovuti accertamenti per controllare se ci è sfuggito qualche elemento di valutazione e per eventualmente intervenire e porvi rimedio secondo le richieste espresse». Antonio Ardissone Una lettrice ci scrive: «Dopo un periodo di relativa calma si segnala il ritorno massiccio in piazza Solferino dei posteggiatori abusivi che, nelle serate di spettacolo all'Alfieri, dalle 20 alle 21 circa, offendendo soprattutto le signore, taccheggiano gli automobilisti già spremuti da parchimetri e parcometri. Appena presa la loro tangente, pochi minuti dopo le 21, spariscono per cedere il posto a «colleghi», più pericolosi ancora, specializzati nel furto sulle auto parcheggiate. Di polizia e vigili non si vede neanche l'ombra». Segue la firma

Persone citate: Alessandro Calciati, Antonio Ardissone

Luoghi citati: Torino