Tulipani: dalla terra alla banca, dalla banca al crack di Mario Ciriello

Tulipani: dalla terra alla banca, dalla banca al crack Cerimonie, libri, discorsi: l'Olanda chiude le celebrazioni per i quattrocento anni del fiore Tulipani: dalla terra alla banca, dalla banca al crack Storia e attualità di un bulbo orientale trasformato in «febbre dell'oro» BINISCE il 1994 e finisce, in Olanda, l'«Anno del tulipano». Per dodici mesi, i cittadini dei Paesi Bassi hanno celebrato un singolare anniversario, l'inizio della coltivazione, quattro secoli or sono, a Leiden, del loro fiore nazionale. Grandi feste, liete cerimonie, discorsi, libri, una kermesse ininterrotta, come si addice al Paese che esporta ogni anno oltre due miliardi di bulbi. La commemorazione ha avuto ampia eco; da qualche mese, il tulipano è d'attualità, e non soltanto in Olanda, ma anche nelle nazioni vicine, Germania, Francia, Scandinavia, Inghilterra. Al Cockpit Theatre di Londra si può assistere oggi a una nuova intelligentissima commedia sui tulipani e, grazie alla Oxford University Press, si può leggere una nuova edizione ingle¬ se del classico di Alexandre Dumas Il tulipano nero. Ogni discorso sui tulipani olandesi conduce inevitabilmente a una riflessione sulla «tulipanomania», quella stupefacente febbre che ghermì i Paesi Bassi tra il 1636 e il 1637, uno dei più bizzarri episodi nella storia economica europea, una specie di anteprima delle grandi follie finanziarie che sedussero e distrussero nei secoli successivi milioni di investitori, come le vittime del great crash americano del 1929. Il tulipano la parola deriva dal nome turco del turbante, tulbent, per la forma del fiore - era arrivato in Europa prima di quel 1594 commemorato dagli olandesi. Nel 1560, i banchieri Fugger già avevano tulipani nei giardini di Ausburg: e nel 1580, il fiore, benché raro, aveva fatto la sua comparsa a Londra. A portare il tulipano in Olanda fu Carolus Clusius, l'orticultore della Real Casa; i suoi bulbi, piantati a Leiden, fiorirono nel 1594. Il tulipano ammaliò immediatamente gli olandesi: e, per i ceti medi e alti, divenne simbolo di benessere, di raffinatezza e di «stile». Chi voleva ostentare ricchezza sfoggiava il misterioso fiore giunto dalle pendici dell'Himalaya. Spinti dalla vorace domanda, i prezzi salivano; nel 1634, una manciata di bulbi di Semper augustus, l'ibrido più pregiato, poteva essere venduta ad Amsterdam per l'equivalente di quasi 200 milioni di lire. Nel 1636, vi erano soltanto due radici di Semper augustus in tutta l'Olanda, una ad Haarlem e l'altra ad Amsterdam. La prima fu comprata da un mercante che offrì ben 12 acri di terreno urbano per costruzione. La se¬ conda fu comprata per 250 milioni di lire, più una nuova carrozza e due magnifici cavalli bigi. Ma in quello stesso anno, il 1636, la tulipanomania subisce una mutazione, è invasa dal virus della speculazione. Nascono «mercati finanziari», simili a quelli usati oggi per i futures (e infatti la nuova commedia, ora a Londra, si chiama Tulip futures), e abili speculatori fanno fortuna con la compravendita di questi titoli di tulipani. Gli olandesi non ragionano più, sono convinti che enormi capitali affluiranno da tutto il mondo. Un oratore vaticina: «Le ricchezze d'Europa si concentreranno sulle spiagge dello Zuiderzee, nessun olandese conoscerà più la miseria». E tutti sognano, felici. Tutti, nobili, borghesi, agricoltori, marinai, cameriere, spazzacamini, lavandaie. I giocatori hanno bisogno di contante e, per averlo, vendono anche la casa. L'ascesa dei prezzi continua e, per alcuni mesi, verso la fine del 1636, l'Olanda sembra aver scoperto la pietra filosofale, quella che trasforma tutto in oro. Il crash arriva nel febbraio 1637 e, per i più, è la rovina. Un cronista dell'epoca narra: «Chi era salito dal nulla, ripiomba I nell'oscurità. Fa- coltosi mercanti sopravvivono ricorrendo all'accattonaggio. Molti aristocratici escono per sempre dalla scena, scompare l'intera casata priva ormai del suo antico patrimonio». Il governo è esortato a intervenire, ma si arrende dinanzi alla vastità della catastrofe. Per quattro secoli, il mondo si è domandato come mai una simile follia potesse esplodere in una nazione, come l'Olanda, seria, solida, sana, calvinista. Oggi sappiamo quanto sia seducente il fascino del «denaro facile»: forme di tulipanomania hanno agitato e inquinato gli Anni 80, gli anni degli yuppies. Bernard Baruch, il grande finanziere americano, raccomandava a tutti lo studio della «pazzia» olandese e aggiungeva: «Purtroppo, anche dopo il 1929, molti si rifiutano di capire che "due e due fanno quattro", non cinque o sei». Mario Ciriello Eper onorare ilfiore toma anche Alexandre Dumas Il tulipano, importato nel 1500, divenne fonte di ricchezza per tutta l'Olanda

Persone citate: Alexandre Dumas, Bernard Baruch