Il Papa: a Torino c'è chi semina la speranza
Il Papa: a Torino c'è chi semina la speranza L'incontro in Vaticano per i trent'anni del Sermig: onorificenza pontifìcia a Ernesto Olivero Il Papa: a Torino c'è chi semina la speranza «Anche se viviamo in una società sempre più incerta e disillusa» Un'omelia scritta dal Papa. Tre cartelle battute a macchina, un messaggio di speranza. Un discorso che Giovanni Paolo II ha pensato, vergato e corretto di suo pugno. Un'omelia per il Sermig, il Servizio missionario giovanile fondato da Ernesto Olivero, che il Pontefice, prima di Natale, ha letto in Vaticano davanti al gruppo ricevuto in udienza privata. «Esperienze come la vostra - ha detto il Papa - rispondono al provvidenziale disegno di suscitare la speranza nei cuori degli uomini». Un incontro importante. Giovanni Paolo II che parla di Torino, che sottolinea un aspetto significativo delle sue opere di carità: quell'Arsenale della Pace fondato trent'anni fa a Borgo Dora, che solo in questo ultimo anno ha dato aiuto e conforto a oltre 600 mila persone. Quasi un'ora col Papa. La saletta ornata di affreschi, quattro file di sedie, un microfono. L'appunta- mento è per mezzogiorno. Giovanni Paolo II è in abito bianco, cammina appoggiato al bastone, attraversa la stanza e scambia qualche parola con Olivero. Una bimba in braccio alla mamma si mette a piangere. Il Papa si volta e guarda in quella direzione. «Quanti anni ha?» chiede Wojtyla. «Tre anni, Santo Padre», risponde Olivero. «Si sente che è una bambina di carattere», replica il Papa. Olivero parla del Sermig. «Compiamo trent'anni e la nostra vita si svolge in un edificio: un arsenale di guerra che abbiamo trasformato in arsenale di pace». Aiuti al Terzo Mondo, campi di lavoro, incontri di preghiera, interventi a favore degli alluvionati, tre aerei carichi di generi alimentari per il Ruanda che il Presidente della Repubblica Scalfaro ha promesso di far partire al più presto. «La nostra fraternità vive nella certezza dice Olivero - che se l'uomo incontra Dio incontra la Speranza, incontra Tutto». Il Papa ascolta, quindi risponde. «La speranza è una dimensione essenziale nel cammino del cristiano. Ma non è facile dare speranza a questa nostra epoca. Un'epoca disillusa sul piano ideologico, debole sul piano filosofico, confusa su quello culturale». Alla fine dell'omelia il Papa abbraccia tutti. E per Olivero c'è anche una sorpresa. Un diploma: l'onorificenza pontificia di «Commendatore dell'ordine di San Gregorio Magno». [mau. ans.) L'incontro del Sermig in Vaticano Ernesto Olivero con Giovanni Paolo II
Luoghi citati: Ruanda, San Gregorio Magno, Torino
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